CHURRASCO
Sugli spiedi cuociono lentamente carne e salsicce. Sono pronti il pane e la farina di manioca. La birra ha già cominciato a scorrere abbondante. Xim, il proprietario della
pousada, prepara questa cena per festeggiare la nostra partenza. Dalla sua auto si diffonde musica
sertaneja a tutto volume. Controlla la cottura, sala le carni. Attorno c’è sempre più gente pronta a condividere questo improvvisato pasto.
Mi aggiro per il giardino con il pallone sotto il braccio, volteggio come un
urubú, un avvoltoio in cerca di una preda. A tratti palleggio per distrarmi. "
Que pasa?" mi chiedono, "
que pasa?". Ho due pensieri soltanto in testa, e uno combatte l’altro. Da una parte non vorrei più partire: "stai per lasciare il paradiso" mi dicono, d’altra parte invece sento tantissimo la mancanza dei miei bimbi. Una cosa al momento esclude l’altra. Sono lacerato.
La cena è veramente ottima, e la birra un poco mi rallegra; la compagnia è anche migliore, se possibile. Qui ho tanti amici ai quali sono già affezionato. Sono stato accettato subito, fin dall’inizio. Nessuno mi chiama
gringo, come vengono chiamati in Brasile gli stranieri. Mi chiedono di tornare.
Tomara! Magari!
A fine serata mi avvio verso la camera. La moglie di Xim mi abbraccia:
"que pasa?" . "Vorrei rimanere tutto l’inverno, perché qui ho trovato la pace, ma lo farei solo se ci fossero i miei figli" .
"Dorme com Deus!" .
"Com licença, ma questa notte preferisco dormire solo" . Ride. "Tu tornerai!" Anche Mineiro mi dice: "vai con Dio, ragazzo" . Come sopra, preferisco andare solo. Quando rientro in camera un grosso scarafaggio fugge. Sul letto c’è la valigia. E’ solo da chiudere. La sposto sul tavolo. S’alza un poco di vento. Spengo la luce e mi sdraio.
Tempo fa mi avete già aiutato con questo racconto breve. Volendo, si può ampliare. E così, com'è?
[Modificato da |Denilson| 14/10/2009 12:59]
"é melhor ser alegre que ser triste / alegria é a melhor coisa que existe..." (samba da bençao)