CLENIA
Due o tre centimetri è la distanza che può separare la vita dalla morte. Attraversando sulle strisce pedonali l’Avenida Nossa Senhora de Copacabana, avevo di fianco una giovane ragazza. Affrettandoci perché stava arrivando il “rosso” per i pedoni, abbiamo cominciato a correre passando davanti a due pullman fermi all’incrocio. Oltre il secondo pullman c’era uno spazio vuoto, poi due auto ancora ferme.
Non so perché, ma giunto al limite dello spazio vuoto ho avuto un presentimento, come un segreto avvertimento. Ho preso la ragazza per il braccio e l’ho strattonata violentemente indietro, verso di me. Proprio in quel momento è sfrecciata una moto di grossa cilindrata a gran velocità e la gente ha urlato. La moto è passata a non più di due o tre centimetri dalla ragazza. Se l’avesse colpita, l’avrebbe scaraventata via.
La ragazza mi ha abbracciato forte ed è scoppiata a piangere. Mi stringeva, e sentivo il suo cuore battere senza freni, appoggiato al mio che invece era calmo, regolare. Non riusciva a parlare. Morire a vent’anni su una strada di Rio è ingiusto. L’ho accompagnata a bere un açaì. Appena è riuscita a parlare mi ha ringraziato e mi ha detto che siccome le avevo salvato la vita, quella sera mi apparteneva, completamente. Siamo andati in un albergo a ore e abbiamo fatto l’amore fino alla mattina, con tutta la passione e l’attaccamento alla vita che c’era in noi. Poi siamo andati a mangiare alle prime luci dell’alba. Ci siamo salutati con grande trasporto, baciandoci a lungo.
Clênia è passata a riprendermi la sera dopo. Abbiamo fatto ancora l’amore, ma qualcosa era cambiato. La magia della notte prima era già svanita. Ho deciso di non rivederla più, tranne salutarla affettuosamente il giorno prima della partenza.
Ormai si era di nuovo impossessata della sua vita, ed io nulla potevo aggiungere.
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UN AIUTO A CONCLUDERE QUESTO RACCONTO!
"é melhor ser alegre que ser triste / alegria é a melhor coisa que existe..." (samba da bençao)