Non so bene se il giorno in cui Guido incontrò il vecchio marinaio coincise con il suo primo giorno di lavoro alla Libreria Internazionale, forse no ma non credo sia importante, anche se quando parla di
vetrina tenebrosa al neon, del suo
passare e ripassare dall'altro lato della strada,
nascosto dall'ombra degli intercolunni, sembra riferirsi ad uno stato d'animo abbastanza diverso da quello, tutto sommato puerile, con cui, arrampicandosi al banco ricoperto di marmo rossastro, e ordinando un intonatissimo
Bloody Mary, avvia la conversazione con il vecchio marinaio, conversazione che in definitiva si risolve nel monologo di quest'ultimo.
La sera in cui Guido entrò per la prima volta nel locale del vecchio marinaio, il vecchio marinaio stava approntando i piattini degli stuzzichini e in questa operazione rendeva piccolo il suo corpo massiccio e tentacolari le sue tozze dite cerulee, nel frattempo una mulatta di stupefacente bellezza, come sortita dal pavimento sopra lo sgabello a cui pareva avvitata, placida, sonnacchiosa, statuaria e vacua, si aggiustava la veste e faceva da sfondo al vecchio marinaio sudato e mefistofelico.
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)