fettina, un ricordo

L'ultima volta che soggiornai all'ospedale per una cosa abbastanza seria mi dissero che un mio conoscente voleva salire nella mia stanza per quanto in teoria la cosa non fosse possibile perché se era vero che da ventiquattro ore ero uscito dalla terapia intensiva, era altresì vero che tranne i parenti stretti (che non avevo) nessun altro era il caso mi affaticasse (così si espressero) con visite e parole inutili. Dissi loro che facessero passare, che mi facessero il piacere di fare passare. Ci tenevo. Due giorni prima la stessa persona aveva provato a introdursi in reparto ma gli avevano sbarrato il passo. Siccome mi si voleva bene, acconsentirono. Era Carlo, era fettina, perché così lo chiamavo, così mi rivolgevo a lui. D'altronde Carlo per me non era che quel nickname, almeno fino ad allora, quando lo vidi per la prima volta in quella triste stanza d'ospedale. E infatti mi disse: ciao paper (pronunciato all'inglese), sono fettina. Prima di allora c'eravamo scambiati solo qualche sms di spirito. Dopo di allora lunghe e profonde telefonate nelle quali il concetto di fondo era così riassumibile: io e te possiamo vicendevolmente aiutarci. Anzi, se mai ci furono parole (e dico ciò con assoluta certezza) che lo colpirono, che lo incuriosirono quasi morbosamente, esse furono: tu, fettina, potresti tornarmi utile. Cercava la mia amicizia ma io ero restio a ricambiargliela, perché i motivi che lo portavano a me sospettavo che almeno in parte fossero viziati dal fascino distorto che la mia tossicodipendenza esercitava su di lui, e in fettina coglievo una purezza persino imberbe che mi spaventava. L'ultima volta che lo vidi non mi vide. Fu dalle parti di via Murri a Bologna. Avevamo una punta perché avevo in mente di omaggiarlo di una copia piuttosto rara di un disco di Peter Hammill, ma poiché, a causa di un impegno sopravvenuto, credetti di non fare in tempo, incaricai un'amica di incontrarlo per lasciargli il disco. Li vidi da lontano. Vidi l'amica che lo salutava passandogli il disco. Non affrettai il passo. Non so nemmeno io il perché. Da lontano scorsi il suo viso largo e pallido. Poi la sua figura che si allontanava con lentezza verso la fermata dell'autobus. E non sapevo che si trattava di un addio.

???????

ciao!

fettina (ilverofettina) amico del forum e non solo ci ha lasciati il 21 agosto dopo una breve, inesorabile malattia

cavolo, no! Me lo ricordo benissimo. Per me il grande fettina, a cui non ho Mao avuto il coraggio di avvicinarmi perche... Boh, lo vedevo un irraggiungibile. Mi spiace immensamente. Era uno di noi.

davvero Chiara, ero uno di noi

in uno dei suoi post, mi suggeriva una canzone
in realtà ha provato a lungo a farmi capire qualcosa di musica
non la ascoltai, allora
l'ho fatto adesso
la condivido con voi, trovo sia bellissima, si intitola Addicted

www.youtube.com/watch?v=pS-fsez_QPw&list=PLrsIUAsCvgGKTHLoTzC-kFKLU8hT...

francesca.38, 06/09/2013 17:02:

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in uno dei suoi post, mi suggeriva una canzone
in realtà ha provato a lungo a farmi capire qualcosa di musica
non la ascoltai, allora
l'ho fatto adesso
la condivido con voi, trovo sia bellissima, si intitola Addicted

www.youtube.com/watch?v=pS-fsez_QPw&list=PLrsIUAsCvgGKTHLoTzC-kFKLU8hT...

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non ho alcun dubbio

Lo conoscevo solo per averlo visto qui..



Addio..