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Isabella Morra visse nel 1500 nel Castello di Valsinni, in Basilicata, insieme alla madre e ai suoi due fratelli. Il padre dovette fuggire a Parigi (non ricordo il motivo). Visse segregata nel castello e poi fu uccisa dai due fratelli all'età di 27 anni perchè accusata di un amore passionale con Diego Sandoval de Castro, poeta anch'esso. Di questo amore non si hanno testimonianze certe ne lasciti scritti. Nelle sue poesie non viene mai menzionato.
Isabella scrisse 10 sonetti e tre ballate.
La leggenda vuole che durante le commemorazioni in sua memoria, al Castello si faccia sentire la sua presenza.
Sulle sue poesie (non su di lei), con la nostra prossima compagnia teatrale, stiamo preparando uno spettacolo. Forse ci porterà in giro per l'Italia...forse...
[Modificato da chiaralapazza 05/10/2008 22:16] Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros
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I fieri assalti di crudel fortuna
I fieri assalti di crudel Fortuna
scrivo, piangendo la mia verde etate,
me che 'n si vili ed orride contrate
spendo il mio tempo senza loda alcuna.
Degno il sepolcro, se fu vil la cuna,
vo procacciando con le Muse amate,
e spero ritrovar qualche pietate
malgrado de la cieca aspra importuna;
e, col favor de le sacrate Dive,
se non col corpo, almen con l'alma sciolta,
esser in pregio a più felici rive.
Questa spoglia, dove or mi trovo involta,
forse tale alto re nel mondo vive,
che 'n saldi marmi la terrà sepolta.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros
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Dedicata al padre, considerato da Isabella l'unico in grado di capire il suo Essere D'un alto monte onde si scorge il mare
D'un alto monte onde si scorge il mare
miro sovente io, tua figlia Isabella,
s'alcun legno spalmato in quello appare,
che di te, padre, a me doni novella.
Ma la mia adversa e dispietata stella
non vuol ch'alcun conforto possa entrare
nel tristo cor, ma, di pietà rubella,
la calda speme in piano fa mutare;
ch'io non veggo nel mar remo nè vela
(così deserto è l'infelice lito)
che l'onde fenda o che la gonfi il vento.
Contra Fortuna allor spargo querela,
ed ho in odio il denigrato sito,
come sola cagion del mio tormento [Modificato da chiaralapazza 05/10/2008 21:58] Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros
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Siri è il fiume che scorre vicino alla dimora di Isabella Torbido Siri, del mio mal superbo
Torbido Siri, del mio mal superbo,
or ch'io sento da presso il fine amaro,
fa' tu noto il mio duolo al padre caro,
se mai qui 'l torna il suo destino acerbo.
Dilli com'io, morendo, disacerbo
l'aspra fortuna e lo mio fato avaro,
e, con esempio miserando e raro,
nome infelice e le tue onde io serbo.
Tosto ch'ei giunga a la sassosa riva
(a che pensar m'adduci, o fiera stella,
come d'ogni mio ben son cassa e priva!),
inqueta l'onda con crudel procella,
e dì: - M'accrebber sì, mentre fu viva,
non gli occhi no, ma i fiumi d'Isabella.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros
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Sacra Giunone, se i volgari amori
son de l'alto tuo cor tanto nemici,
i giorni e gli anni miei chiari felici
fa' con tuoi santi e ben concessi ardori.
A voi consacro i miei verginei fiori,
a te, o dea, e ai tuoi pensieri amici,
o de le cose sola alme beatrici,
che colmi il ciel de' tuoi soavi odori.
Cingimi al collo un bello aurato laccio
de' tuo' più cari ed umili soggetti,
che di servir a te sola procaccio.
Guida Imeneo con sì cortesi affetti
e fa' sì caro il nodo ond'io mi allaccio,
ch'una sola alma regga i nostri petti Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros
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foruna che sollevi in alto stato Fortuna che sollevi in alto stato
ogni depresso ingegno, ogni vil core,
or fai che 'l mio in lagrime e 'n dolore
viva più che altro afflitto e sconsolato.
Veggio il mio Re da te vinto e prostrato
sotto la rota tua, pieno d'orrore,
lo qual, fra gli altri eroi, era il maggiore
che da Cesare in qua fusse mai stato.
Son donna, e contra de le donne dico
che tu, Fortuna, avendo il nome nostro,
ogni ben nato cor hai per nemico.
E spesso grido col mio rozo inchiostro
che chi vuole esser tuo più caro amico
sia degli uomini orrendo e raro mostro. [Modificato da chiaralapazza 05/10/2008 22:06] Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros
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Alcune poesie recitate... con poca enfasi e empatia a mio avviso. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros
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