colloqui su me medesimo n.2

sono timido. soprattutto per le piccole cose. come effettuare un acquisto. e così le poche volte che mi è capitato di entrare in una boutique ho sempre fatto una fatica pazzesca per entrare in possesso del capo di vestiario che desideravo e respingere quello che mi voleva rifilare il commesso.
ma anche per le grandi: non c'è stato un solo colloquio lavorativo in cui abbia saputo mettermi in mostra, e se mi si scartava con scuse banali non ho mai avanzato un'ombra di polemica.

eppure, soprattutto quando canticchiavo, mi si voleva far credere che avessi del carisma. ora, bisogna intendersi sul significato di questo termine. se il carisma viene dalla culla allora potrebbe anche darsi che ne fossi fornito. ma se il carisma dipende dai comportamenti allora non ci siamo, perchè se c'è una persona che prima di offrirsi agli altri dibatte con se stesso fino allo sfinimento, quello sono io. non che l'altrui opinione non mi interessi mai, ma diciamo che mi interessa solo talvolta, e questo "talvolta" bisogna che sia io a deciderlo.

quando scrissi Tago Mago avevo dei grossi problemi esistenziali e la politica non mi interessava. durante quegli anni gli unici che provarono a tirarmi per la giacchetta furono alcuni esponenti della sinistra extra parlamentare e alcuni amici cattolici praticanti. figuriamoci se potevo farmi coinvolgere. avevo problemi più materiali e immediati. oltretutto la mia avversione per le ideologie in genere risale ai tempi dello sviluppo, e non mi è più andata via. l'unica volta che fui "intervistato" al circolo culturale (ormai defunto) Roccella di Prato suscitai parecchio scalpore quando affermai che avversavo i catto-comunisti. mi diedero del capitalista berluskaiseriano, ma a scandalizzarsi maggiormente fui proprio io, perchè trovavo e trovo assolutamente dittatoriale (o fascista o stalinista) l'atteggiamento di chi, per controbattere un'opinione, sposta l'obiettivo dall'opinione stessa alla persona da cui essa ha mosso.
da allora mi si è appicicato addosso il vezzo di atteggiarmi a bastian contrario: di fornte a un berlusconiano mi è capitato di sposare tesi dipietriste, di fronte a un veltroniano berlusconiane. ma le parrocchie le aborro.

quando la mia prima compagna disse che aveva presa la decisione di lasciarmi disse: "ci lasciamo".
questa frase non gliela perdono tuttora. non doveva usare il plurale. no, proprio non doveva.

quando ripassò a prendere la sua roba scoprii di non amarla più. tuttavia, molto razionalmente, cercai di fargliela pagare. alla fine le misi quasi le mani addosso. ecco una buona ragione per diffidare del buon senso.

buona giornata.

Sei umano e mostri la tua sensibilità...non fai parte della categoria "uomo che non deve chiedere mai", per tua fortuna!

semplicemente, sei di centro

sei una delle poche persone che non riesco a definire. potrei dire che conosci le "mezze misure".

peccato, però che te il buon senso non lo conosci.

@Mimmi the Maneater@, 26/11/2008 10.30:

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semplicemente, sei di centro

sei una delle poche persone che non riesco a definire. potrei dire che conosci le "mezze misure".

peccato, però che te il buon senso non lo conosci.

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diciamo che sono unico, almeno per te

una sola domanda: perchè hai messo questi autoritratti in minimalismi?

francesca.38, 26/11/2008 10.58:

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una sola domanda: perchè hai messo questi autoritratti in minimalismi?

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in effetti ci ho pensato un po'. alla fine ho deciso così considerandoli "minimi pensieri". e siccome racconto cose vere (e d'altronde faccio fatica a pensare che i pensieri possano essere metaforici) ho pensato che questa fosse la sede più opportuna.
dici di no?

paper., 26/11/2008 11.04:

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in effetti ci ho pensato un po'. alla fine ho deciso così considerandoli "minimi pensieri". e siccome racconto cose vere (e d'altronde faccio fatica a pensare che i pensieri possano essere metaforici) ho pensato che questa fosse la sede più opportuna.
dici di no?

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no, non penso sia il posto sbagliato
volevo capire...scegliere di postarli qui è anomalo, ma significativo. volevo capire se lo era anche per te. un po' come il titolo di una poesia può essere la chiave di tutta la lettura, la cartella in cui hai scelto di raccontarci queste cose di te a me ha fatto leggere le tue righe con un particolare approccio

francesca.38, 26/11/2008 11.07:

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no, non penso sia il posto sbagliato
volevo capire...scegliere di postarli qui è anomalo, ma significativo. volevo capire se lo era anche per te. un po' come il titolo di una poesia può essere la chiave di tutta la lettura, la cartella in cui hai scelto di raccontarci queste cose di te a me ha fatto leggere le tue righe con un particolare approccio

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intanto devo dirti che il fatto di essere letto da te e da chi come te è capace di leggere con attenzione mi lusinga infinitamente. e mi piacerebbe che mi descrivessi questo tuo particolare approccio.

direi sottovoce, come se fossimo seduti al bar davanti a una cioccolata calda, più che a un bicchiere di vino, e tu parlassi di te senza dare importanza alla mia possibilità di capire, ma certo che ti sto ascoltando con attenzione e al tempo stesso con una certa leggerezza, certo che sentirò senza imprimere ogni parola nella memoria, dandoti la possibilità di essere libero...


giuro che ho preso solo un caffè, questa mattina

francesca.38, 26/11/2008 11.24:

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direi sottovoce, come se fossimo seduti al bar davanti a una cioccolata calda, più che a un bicchiere di vino, e tu parlassi di te senza dare importanza alla mia possibilità di capire, ma certo che ti sto ascoltando con attenzione e al tempo stesso con una certa leggerezza, certo che sentirò senza imprimere ogni parola nella memoria, dandoti la possibilità di essere libero...


giuro che ho preso solo un caffè, questa mattina

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ti amo alla follia

perchè è proprio così (anche se non sostituirei mai un bicchiere di vino con una cioccolata in tazza)

sono pensieri liberi e smozzicati per persone libere ma disposte ad ascoltare


ah, dimenticavo di ringraziarti

paper., 26/11/2008 11.51:

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(anche se non sostituirei mai un bicchiere di vino con una cioccolata in tazza)

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tendenzialmente neanch'io, ma l'alcol mi rende molto più difficile ascoltare: chiedere a paolo!!! e poi è mattina...
grazie a te

Ti voglio bene

avanti così, Paper!

riguardo al tuo scritto. forse ero timido anch'io, ora sicuramente non lo sono più, però amo e rispetto molto la timidezza altrui e diffido assai di chi vuol apparire.
quanto all'appartenenza a gruppi, anch'io non ho mai fatto parte di nessun gruppo, è una cosa che molto lontana dal mio modo di pensare. detesto le maggioranze, detesto le persone che parlano per me.
ciò nonostante è evidente che il mio cuore batterà sempre a sinistra (ma ho tutti gli strumenti per essere anche critico).