2° CAPITOLO
ho deciso di muovermi a piedi per contrastare con una prova di forza lo stordimento delle mie membra.
attraverso tutta la zona che da via Dagnini sfocia alle Sette Chiese, passando per piazza Trento e Trieste, via Dante e Farini.
dietro la liberia Feltrinelli, il ghetto. suono, mi apre una ragazza cosentina, di Rossano Calabro, al 2° anno di letteratura moderna, da poco sfidanzata con un coinquilino che l'ha sospresa nel letto di un altro coinquilino. adesso tutto è ricomposto, i 2 coinquilini maschi si sono tornati a parlare e darsi pacche sulle spalle e mangiare allo stesso desco, soltanto che lei, Paola, non sta nè con il primo fidanzato nè con quello che avrebbe potuto e forse dovuto (deduco ciò da una certa qual sfumatura del tono) diventarlo.
e mentre mi narra tutto ciò e anche dell'altro mi offre un caffè che il mio stomaco avrebbe fatto molto meglio a non ospitare e che io prontamente riverso sul marmo del piancito ineguale causando un vicendevole e comprensibile imbarazzo.
chiedo di pulire il misfatto ma è lei a offrirsi di farlo.
"conosco la strada per il bagno" afferma.
ne ritorna con straccio e spazzolone. è attiva e tranquillizzante.
non penso però che possa accettarmi. non penso che proverà a convincere gli altri inquilini sull'opportunità di accettare la mia canditatura come 4° soggiornante (alla fine ho appurato che sono loro 3 e che cercano un 4° ospite per limare ulteriormente le spese).
per tutta una serie di ragioni superficiali ma dirimenti.
sono un vecchio frichettone e molto probabilemente malato.
ma soprattutto valuteranno negativamente la mia solvibilità.
saluto Paola. sono formale e contrito. le dò il mio numero di cellulare. attenderò la sua/loro decisione.
ad onta del suo sguardo profondo e pacificatore so, lo so, che per parte sua la decisione l'ha presa ed è un bel no. che farà giurisprudenza verso gli altri abitatori del quartierino ebraico in quanto loro non c'erano.
Paola, una bella ragazzotta sensuale. sono convinto che me l'avrebbe smollata.
ma sono altri i miei problemi di adesso.
torno in autobus e becco una multa per mancata obliterazione. e il controllare è tanto comprensivo da sussurrarmi: "timbri, timbri adesso"
ma mica ho da timbrare.
faccia pure, a questo punto fucilatemi pure. d'altronde Dio, che non esiste, sta approntando e non certo da ieri un vezzoso plotone dei suoi scudati e tra non molto sarò fucilato e privo di benda.
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)