5 anni dopo decisi di tornare da lei. Irene non mi aspettava, e questa circostanza, che avevo previsto, ebbe uno sviluppo opposto a ciò che ingenuamente avevo sperato: nonchè esserne contenta, della mia venuta, ne apparve terribilmente infastidita. mi accolse con circospezione. in una parola, temeva un brutto tiro da parte mia.
per tutto il tempo della mia visita, un intero pomeriggio, ci trascinammo lungo il malcerto sentiero di questa sgradevolissima intermedia condizione spirituale.
levai le tende, infine. la sera. pioveva. l'umido, le fredde gocce - mi passavano da parte a parte mentre mi recavo senza fretta e desolato, alla macchina. e poi guidando, il solito scenario: nastri di asfalto scurito dalla pioggia, campi bruni, insegne di fabbriche, fabbriche celate dietro le suddette insegne, macchine: lucide, ravvicinate, sorpassanti, sorpassate, fanali, bagliori, suoni, motori.
che uggia in questo mondo, signori miei!
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)