ricordo strade terse di luci polite. vie moderne di qua dal vecchio borgo inghiottito dalla metropoli.
nel pomeriggio avevamo seppellito il nostro amico, il sole aveva brillato benigno oltre la recinzione del camposanto.
oltre la recinzione del camposanto i raggi aranciati, trafiggendola, accarezzarono i nostri volti languenti.
dopo, una strana frenesia ci aveva preso.
la sera era sopraggiunta, ci guardavamo intorno straniti. avevamo fame. facemmo la fila in una pizzeria d'asporto. mangiammo sul posto e rientrammo.
più avanti, a notte inoltrata, non riuscendo a prendere sonno decidemmo di uscire. camminammo meravigliandoci dell'assoluta levigatezza della quiete notturna della sera della domenica. frullarono nelle noste menti frasi poetiche. pensai al mio libro, abbandonato, negletto.
sotto il cavalcavia penzolavano manifesti pubblicitari di qualche anno prima.
forse era il caso di pianificare la nostra partenza.
"ah, necessario" disse L.
"dì pure necessario" soggiunse flebilmente, come in un sussurro, un refolo svanente nella notta immota. e io ne sorrisi.
già. quel sorriso, quel mio sorriso.
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)