vedete, quando uno scrive ha bisogno di rapportarsi a qualcuno. quando cominciai ad applicarmi ai fatti letterari un po' più seriamente, l'importanza di mio fratello si accrebbe. mio fratello (con cui attualmente non ho un bel rapporto) ha sempre avuto su di me un certo influsso. forse per quella sicumera tutt'altro che autoironica che lo portava a trinciare giudizi a cui replicare era pericoloso. forse per l'autorità morale che assunse molto tempo prima, quando chi scrive, non sapendo assolutamente dove sbattere il capo, si affidò alla sua volubile burbanzosità (si dice così? boh!)
ma un fatto è assodato: i suoi giudizi, per quanto perentori, raramente hanno fallito il bersaglio.
dire che mio fratello è il mio referente è forse eccessivo, anche perché la nostra diversità non è assolutamente limitata alla superficio dell'animo, ma anzi è, al contrario, un fatto dell'intimo.
ma a lui devo molto.
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)