Queste sono le cazzate e i sogni che ci hanno portati agli anni Duemila. Lo Stato non ha il compito di redistribuire, ma di aumentare la ricchezza complessiva. A redistribuire siano merito e lavoro
È sempre interessante osservare la completa ignoranza –nel senso “buono”, di ignorare- con cui i berlusconiani affrontano i massimi sistemi. Pressochè completa perché non c’è nemmeno la corrispondenza fra parola (significante) e concetto (significato). Cioè davvero se queste cose te le insegnano ai circoli berlusconiani dovresti davvero lasciarli perché nuociono gravemente alla salute della tua istruzione.
Stato sociale è quello stato che ha come sua propria caratteristica proprio quello di favorire la redistribuzione del reddito. Sorpresa sorpresa, proprio agendo sul lavoro ossia tassando i profitti per garantire i servizi, sempre e cmq, e lasciando mano libera alla dialettica di classe per la determinazione dei compensi (ma intervenendo anche di suo).
Per inciso, puoi trovare alcuni riferimenti anche nella costituzione del tuo paese, che evidentemente vuoi cambiare senza neanche conoscere: art 1 (repubblica fondata sul lavoro), art 3 comma 2, art che non ricordo che sancisce la progressività della tassazione. Tutte conquiste dell’ultimo mezzo secolo che partono dagli errori della storia.
Non so, così a spanne forse sarebbe meglio che prima tu ti faccia un minimo di istruzione prima di passare alla politica.
Il chile di pinochet era uno stato di polizia e non c'entra nulla. L'America sarà anche in recessione ma rimane potenza economica e modello, con le dovute correzioni. I tanto esaltati paesi del nord Europa hanno una gran parte della popolazione che campa sullo Stato mamma...tante tasse e tanti servizi. Ma credo che i poveri ci siano anche là, e inoltre è un modello di sviluppo che vale per quei Paesi dalla popolazione ridotta e dalla bassa densità, non è detto che sia esportabile. Sono convinto che il ceto medio italiano, pur nella continua sfida per la sopravvivenza, in fin dei conti viva meglio che lassù
Come se l’Italia avesse ambizioni di grande potenza militare e costi per la gestione del mondo^^. La verità è che in una retta con gli estremi USA/Svezia l’Italia è molto più vicina alla Scandinavia, non solo geograficamente. I tanto esaltati paesi del nord Europa sono in testa in tutti i settori della qualità della vita (quindi sì, ci sono poveri, ma di meno e meno poveri). E non mi risulta che questa moltitudine di mangia pane a tradimento che vivono sulle sudate tasse degli altri, però sei libero di convincermi del contrario magari con un paio di dati. Ho come l’impressione che possa essere una ricerca che farebbe bene anche a te.
Il ceto medio: ma vale la pena sacrificare una qualità della vita maggiore per tutti (anche per il ceot medio), uno stato che funziona, per qualche privilegio di classe? Cmq non saprei se qua è più felice, a giudicare dalle continue lamentele non direi.
invece favorire l'aumento generale ricchezza di tutti soprattutto di chi se lo merita.
E chi decide chi se lo merita e quando se lo merita (e cosa si merita)? Ed è “sensato”, o “utile”, ancor prima che “giusto”, riempire le strade di poveri solo perché se lo “meritano”?
Ovviamente no, meritocrazia è solo una nebbia morale soggettivistica per nascondere la realtà del significato di questa parola politicamente corretta: disuguaglianza e sfruttamento. Una volta assunta questa ottica, che è quella concreta e quindi corretta, non c’è foglia di fico che tenga.
Poi c’è il caso Italia. Dove chi invoca la meritocrazia lo fa ben sicuro di non dover mai meritarsi alcunché grazie alla mancanza di trasparenza e di libertà del mercato. Se poi magari questi alti lai sono affiancati da leggine che rendono impunibili la corruzione, depenalizzano il falso in bilancio e fanno condoni fiscali si capisce bene che genere di “meritocrazia” si sta instaurando nel paese.
L’elenco potrebbe essere infinito, qua si sproloquia di meno servizi e non si fa nulla per alzare i redditi, il costo del lavoro viene taglieggiato di continuo ma ci si lamenta della domanda interna (e beh, tanto, i nostri capaci imprenditori campano sull’export, che gliene frega a loro degli italiani?), chi vuole il libero mercato vuole anche i dazi (lol!), purchè si possano aggirare per i de localizzatori che in Italia vengono giusto ad attaccare l’etichetta del made in italy. Etc Etc