[POL-IT] Ulivo, si apre a Roma la kermesse del centrosinistra

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Pertinax
00sabato 25 febbraio 2006 15:42

Roma, 25 feb. (Ign) - Inizia sulle note della 'Canzone popolare' la manifestazione dell'Ulivo al Palalottomatica. Migliaia di partecipanti in piedi tra gli applausi e le bandiere di Ds, Margherita e Ulivo hanno salutato l'ingresso di Romano Prodi, Piero Fassino e Francesco Rutelli nell'arena che ospita la kermesse.

Circa 10 mila i partecipanti alla kermesse, molti hanno raggiunto la Capitale con 150 pullman messi a disposizione dai partiti. L'ufficio stampa dell'Ulivo dà i numeri della manifestazione.

''Mille persone hanno lavorato per consentire lo svolgimento dell'evento. La scenografia si avvale di cinque megaschermi interni ed è formata da cinque strutture soprelevate che circondano la pedana rotante dal diametro di 10 metri trasformando l'arena centrale in un grande palcoscenico dove si alternano ospiti e personalità politiche. Oltre 400 ospiti siederanno nel parterre e la convention - si spiega - sarà accompagnata da un'orchestra di 30 elementi''.

Un ulivo secolare di oltre tre metri e mezzo domina la scena. ''In sala duemila bandiere saluteranno gli ospiti insieme a 10 mila coccarde distribuite da 50 volontari ai partecipanti. Inoltre sono serviti 5.000 metri quadri di moquette per l'allestimento del parterre. I giornalisti accreditati sono 450, almeno 100 gli inviati stranieri e 45 televisioni locali riceveranno il segnale da 'Nessuno Tv' per trasmettere le dirette in tutta Italia. All'entrata - si conclude nella nota dell'ufficio stampa ulivista - il tir giallo di Romano Prodi dà il benvenuto ai partecipanti alla manifestazione''.

Pertinax
00sabato 25 febbraio 2006 20:09
Diecimila al Palalottomatica per l'inizio della campagna elettorale
Ulivo, Prodi: ''Il 10 aprile venite a vivere in un Paese nuovo''
Il Professore: ''Rivendichiamo non i nostri diritti ma i nostri doveri''. Fassino: ''Berlusconi ha perso la sua scommessa''. Rutelli: ''Libereremo l'Italia da lui''

Roma, 25 feb. (Adnkronos/Ign) - ''Il 10 aprile venite a vivere in un Paese nuovo, l'Italia''. Si conclude così l'intervento di Romano Prodi al termine della kermesse ulivista al Palalottomatica di Roma. Un intervento iniziato evocando il 9 aprile come data del ''grande basta che ci libererà finalmente da un governo e da una maggioranza che hanno' tentato di azzerare 60 anni di storia''. Nelle parole del leader dell'Unione quella "serietà al governo'' citata anche dai manifesti pubblicitari in giro per le strade. ''La posta in gioco è la sua Costituzione'', colpirla significa ''colpire la pietra angolare dell'intero edificio della nostra convivenza. La destra l'ha sfigurata secondo logiche corporative e secessioniste deturpando i suoi principi fondamentali. Lo ha fatto per interessi di partito''. ''Oggi non siamo qui a rivendicare diritti. Dobbiamo solo rivendicare i nootri doveri. Questa è la radice del nostro impegno, il fondamento - scandisce il Professore - del nostro concetto di questione morale''. Ascolto e dialogo con il Paese i fondamenti del programma dell'Unione, ma anche ''umiltà di crederci infallibili''.

''Ci mettiamo in gioco con la nostra faccia e le nostre capacità, senza promettere nulla che non possiamo mantenere'', aggiunge ancora. ''Chiedendo agli italiani di votarci, assumiamo nei loro confronti un impegno forte, andiamo a firmare con loro un patto, un patto che non ha bisogno di notai o di studi televisivi. perché - garantisce Prodi - è un patto che ci impegna moralmente''. Il leader dell'Unione assicura che ''i conti li abbiamo fatti bene, fino all'ultimo euro e che, nonostante l'eredità di un bilancio devastato, tutto quello che abbiamo fino ad oggi proposto e' assolutamente fattibile''. Il leader dell'Unione replica così a quanti nel centrodestra hanno parlato delle proposte avanzate in questi giorni come un 'libro dei sogni'. ''A chi ci chiede 'dove prendete i soldi?'. Noi rispondiamo con realismo e senza demagogia che un grande contributo verrà anche dalla lotta all'evasione e al privilegio''.

Poi un riferimento alla recente vicenda che ha portato alle dimissioni di Calderoli. Nella Cdl c'è chi ''ha sbeffeggiato il matrimonio sposandosi con improbabili riti celtici salvo ora, in campagna elettorale, indossare magliette con la scritta 'orgoglioso di essere cristiano'. Ma sono i cristiani che non sono orgogliosi di loro''. ''Perché - aggiunge - credenti o non credenti, oggi la discriminante è tra chi sente forte il richiamo etico a valori come il rispetto e la solidarietà tra le persone, l'amicizia, il dialogo e la pace tra i popoli e chi di questi valori fa solo un argomento retorico''.

E nella giornata che dà ufficialmente inizo alla campagna elettorale del centrosinistra, prendono la parola anche Francesco Rutelli, Piero Fassino e Luciana Sbarbati. ''Berlusconi - ha affermato Fassino - dice agli italiani 'Dormite tranquilli perche' le luci della mia stanza a Palazzo Chigi sono sempre accese. State tranquilli perche' a voi ci penso io'. Occorrerebbe dire che intanto il presidente del Consiglio dormisse qualche ora di più, sarebbe meglio per tutti, visti i risultati che ha ottenuto. Ma bisogna anche aggiungere che un leader vero non dice mai ai cittadini che governa 'Lasciate perdere che ci penso io'. Un vero leader, un presidente del Consiglio che ha cuore le sorti del proprio Paese dice semmai 'Venite' chiama a raccolta le migliori energie del Paese, chiama tutti i cittadini ad impegnarsi per migliorare le condizioni di tutti''.

''Liberare l'Italia da Berlusconi, liberare l'Italia da una destra che ha depresso, impoverito ricacciato indietro il nostro Paese''. E' l'obiettivo primario che ha indicato alla kermesse Francesco Rutelli. Nel suo intervento il leader della Margherita punta il dito contro il governo di centrodestra che ''ha preteso di avere il paese al proprio servizio''. ''Hanno approvato sempre - denuncia - a tappe forzate leggi concepite per interesse di pochi, per salvare una precisa cerchia di persone, sfasciando e ignorando l'interesse generale. Non a caso stanno per essere cancellati, prescritti o depenalizzati, tutti i procedimenti che interessano il presidente del Consiglio''. Ancora più grave, per Rutelli, è stato ''il tentativo di questa maggioranza di smantellare la Carta costituzionale per tenere fede a un patto con Bossi e Fini. Ma - ammonisce - la Carta costituzionale non è un supermarket dove ognuno pesca ciò che vuole. Noi rispondiamo compatti come è stato nella raccolta di firme per il referendum, perché sia il popolo a bocciare una riforma assurda e grave e faccia così saltare definitivamente l'alleanza tra la Lega e la destra''.

Il presidente della Margherita è poi tornato su un punto cardine della sua linea politica. ''Dall'11 aprile dobbiamo lavorare per realizzare il partito democratico - ha sottolineato -. Se ci credete, ce la faremo perché la differenze tra noi sono minori di ciò che ci unisce''. ''Non è una prospettiva remota'' afferma. Anzi, secondo il leader della Margherita, rappresenta il valore aggiunto del centrosinistra, ''la guida riformista'' dell'alleanza per la quale ''bisogna impegnarsi subito dopo le elezioni'', facendo tesoro di quanto accadde 10 anni fa''.

''Non dobbiamo temere punti di visti diversi - sostiene Rutelli - ma dobbiamo portarli ad un approdo unitario. Non c'è nulla di nuovo da inventare visto che già don Sturzo descrisse un 'partito non cattolico, aconfessionale, a forte contenuto democratico che si ispira alla realtà cristiana ma non prende la religione come differenziazione politica'''.

Dell'Ulivo e del'Unione Rutelli affida la guida a Prodi: ''sara' lui a guidare questo paese per 5 anni. Noi siamo orgogliosi delle nostre passione e di metterle al servizio di qualcosa di piu' grande. Siamo consapevoli che cambiare governo dovra' significare un grande cambiamento dell'Italia, vogliamo farla tornare grande''.

(Foto Adnkronos)A prendere la parola è stata anche la leader dei Repubblicani europei Luciana Sbarbati. ''La Costituzione torni ad essere insegnata nelle scuole'', dice la Sbarbati, che si rivolge a Pannella e alla Rosa nel pugno: ''All'amico Pannella voglio dire che la difesa della laicità dello stato la facciamo anche noi, non solo lui''. ''No ad uno zapaterismo approssimativo - aggiunge infine -, "va sostenuto il programma dell'Unione e il modello di stato e di società che propone".

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