PLAY-OFF 2010/11. Vigilia Finale. 1^. DIRETTA RADIO.

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!maro!
00sabato 21 maggio 2011 00:29


07.05.2011.





Dusan Mladjan e Ian Savoy durante il confronto
di campionato dello scorso mese di marzo.
(TI-PRESS/PUTZU)



Lugano-Olympic, scatta la finale.



I bianconeri hanno già vinto Coppa Svizzera e Coppa di Lega,
i friborghesi vogliono almeno il titolo.




di Dario ‘Mec’ Bernasconi.

Finalmente, dirà qualcuno dopo dieci giorni di astinenza, oggi inizia la serie della finale dei playoff maschili, come sempre al meglio delle cinque partite. Si comincia oggi alle 17.30 all’Elvetico, quando i Tigers affronteranno l’Olympic Friborgo.

Le due squadre vengono da due serie quasi identiche: due volte 3 a 0 per il Lugano, due volte 3 a 1 per i burgundi. Un Lugano che ha messo a frutto sia le due partite casalinghe sia la prima trasferta contro Massagno e Monthey, mentre l’Olympic ha concesso una vittoria al Boncourt nel Giura in gara 3, e una sconfitta interna, in gara 1, contro il Ginevra.

In finale sono quindi approdate le due squadre che, con Vacallo, erano nel lotto delle favorite.

Il Lugano, tenendo fede alle previsioni di fine settembre, ha sinora vinto le due coppe, mentre l’Olympic è uscito in semifinale di Coppa Svizzera e ha perso la finale di Coppa di Lega. Da una parte una compagine che ha un due su due, dall’altra una squadra con le mosche in mano. È chiaro che, davanti al traguardo di un 3 su 3 o a quello di vincere almeno il titolo ci siano molte differenze. Il Lugano viaggia convinto dei propri mezzi ma sa che l’Olympic è una squadra esperta e abituata a questi finali di stagione.

L’Olympic può giocare senza aver nulla da perdere, perché se perde è pur sempre contro i favoriti della stagione. Ciò non toglie che, quando si scende in campo per giocarsi le gare di finale, c’è la necessità di resettare quanto è successo prima per non farsi condizionare troppo dai risultati, siano stati positivi o negativi. In ogni caso, se vuol vincere il titolo, Esterkamp e compagni devono riuscire a vincere almeno una volta all’Elvetico, al Lugano basta non perdere in casa. Sotto questo aspetto i bianconeri sono ovviamente favoriti.

Equilibri, si diceva, che a volte possono essere sovvertiti dalla super prestazione di qualche giocatore, da una controprestazione di un altro. Tutti elementi, dai rimbalzi alle palle perse, che fanno da ingredienti fondamentali in una sfida di questo livello. E se in casa bianconera, almeno fino a ieri sera, non c’erano feriti, l’Olympic gioca senza Oliver Vogt, il pilastro biancoverde: una pedina molto valida nello scacchiere di Leyrolles, un punto fermo per la sua concretezza ai rimbalzi e anche nei tiri dai tre punti.


Ma l’Olympic è, innanzitutto una squadra, e quindi chiediamo a Joe Whelton come vogliono affrontarla i suoi giocatori:

«È una sfida molto aperta, senza dubbio. Loro hanno forse una minor pressione, dato che i favoriti siamo noi e non hanno Vogt: due elementi che possono metterli nella condizione di giocare a viso aperto, senza paura».


Ma voi ne avete di paura?


«Noi abbiamo grande rispetto dell’Olympic, perché è una squadra solida, molto forte in ogni angolo del campo e ha otto giocatori in grado di scendere in campo con grande impatto agonistico. Non possiamo speculare su nessuno, ogni palla andrà giocata con la testa e con la grinta».



I tuoi giocatori sono pronti?


«Certamente: siamo a tre passi da un traguardo importante e tutti vogliono vincere. Sarà importante avere la massima concentrazione sul campo, fare le cose giuste al momento giusto: abbiamo gli uomini per farlo e quindi spero proprio che accada questo».


Cosa temi in particolare?


«L’assenza di Vogt farà aumentare l’impegno di tutti per ovviare a questa assenza: dovremo evitare di lasciare loro rimbalzi offensivi, perché, come ho visto contro il Ginevra, loro li sfruttano benissimo. E poi dobbiamo cercare di dare peso in ogni angolo del campo per stancarli, per non lasciarli ragionare troppo».


E sul piano nervoso?

«È chiaro che simili situazioni di sfide portino con loro diversa tensione: dovremo essere bravi tutti ad aver il controllo, a non lasciarci distrarre dalle possibili provocazioni o da qualche fischio arbitrale sbilenco. In queste gare occorre la massima determinazione in tutti gli ambiti, non ci possiamo far distrarre da fattori che sono tutto sommato marginali».


Vincere gara 1 significa già mettere un buon fieno psicologico in cascina.


«Certamente, non dobbiamo lasciare l’inerzia della serie e della gara a loro. Dobbiamo essere bravi a tenere il controllo della gara dal primo all’ultimo minuto: poi vedremo cosa faranno loro, perché sono bravi, esperti e forti: sarà una bella sfida, ne sono certo».


La finale è quindi lanciata: l’Olympic parte con un minimo di percentuale in meno nei pronostici, ma è un minimo che, come si diceva prima, potrebbe anche essere sovvertito. Nell’ultima sfida all’Elvetico il Lugano si è fatto rimontare da +16: questa è un’altra gara, ma è bene ricordarsi che Smith e compagni sono giocatori che non sono mai morti. Se il Lugano farà il Lugano sarà un certo tipo di gara, magari un po’ unidirezionale: ma se concede ci sarà da soffrire.

Tutti all’Elvetico quindi per questo finale di campionato che ci aspettiamo di grande livello.


Due parole sugli arbitri,(PIZIO F./MUSARD D./CLIVAZ S. - Comm. CAMBROSIO G.) tre internazionali. Ci auguriamo siano all’altezza della situazione e siano il meno protagonisti possibile. Il basket ha bisogno di linearità di giudizio e un buon metro. Speriamo di non vedere più l’alternarsi di centimetri e decametri che tanto irritano i giocatori e rovinano le sfide.




BY




!maro!
00sabato 21 maggio 2011 00:31


07.05.2011.



Tutti agli ordini di Joe Whelton.


Ottime notizie in casa Lugano Ti­gers per gara-1 della finale contro l'Olympic: oggi non mancherà nes­suno e il coach statunitense Joe Whelton ha assicurato che tutti i gio­catori hanno lavorato bene e sono in piena forma.



BY



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Vigilia dal sito del Lugano Tigers.

-LINK-

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!maro!
00sabato 21 maggio 2011 00:32


16.05.2011.




PUNTO DI FORZA.
I Lugano Tigers di Dusan Mladjan iniziano oggi la serie
per la conquista del titolo contro l'Olympic Friburgo.
(Foto Demaldi)



Il Lugano parte a caccia del «triplete»

Oggi all'Elvetico (17.30) i bianconeri sfidano l'Olympic in gara-1 della finale.




di GIONA CARCANO.

I Lugano Tigers partono oggi (17.30) all'Elvetico alla caccia dell'ultimo sigillo di una stagione sin qui strepitosa, la con­quista del titolo svizzero. Dopo la vittoria nelle due Coppe nazionali, la truppa di Joe Whelton vuole fare come l'Inter di Jo­sé Mourinho l'anno scorso: conquistare il cosiddetto «triplete». Un'impresa, cer­to, ma che visto il sontuoso cammino sta­gionale dei Tigers non dovrebbe essere così improbabile. Anzi. Se si considera che i bianconeri quest'anno hanno per­so solamente tre volte in 41 incontri di­sputati, la finale appare alquanto scon­tata. Anche nei playoff il cammino dei lu­ganesi è stato immacolato: nelle due se­rie contro SAM Massagno e Monthey i bianconeri non hanno mai perso un so­lo incontro.
È anche vero, però, che l'Olympic ha mes­so parecchio in difficoltà il Lugano in al­meno due occasioni in campionato, e il bilancio nei confronti diretti parla di due vittorie a una in favore dei ticinesi.

Ma in ogni caso, l'ottimismo regna sovrano nel­le parole di coach Joe Whelton:

«Siamo prontissimi, i giocatori stanno bene fisi­camente e si sono allenati alla grande. Lunedì e martedì abbiamo lavorato du­ramente, mentre mercoledì i ragazzi era­no comprensibilmente un po' stanchi per i carichi di lavoro. Ma da ieri (giovedì, ndr) ho rivisto molta vivacità e voglia di fare durante gli allenamenti. Abbiamo vissu­to una settimana lunghissima, tutti noi eravamo impazienti di iniziare l'ultimo atto del campionato. Ora è finalmente ar­rivato il momento tanto atteso».


Il Friburgo non è però una squadra da sottovalutare, nel corso della stagione ha saputo mettervi in difficoltà...

«È vero, non dobbiamo commettere l'er­rore di sottovalutarli. I burgundi hanno meritato di poter disputare la finale. So­no una squadra migliore e meglio orga­nizzata rispetto ai Ginevra Lions (battu­ti in semifinale) e sa far male. Dispone di ottimi elementi come ad esempio Jona­than Kazadi - un giovane che quest'an­no ha fatto enormi progressi -, Vladimir Buscaglia e Dave Esterkamp. Un altro ele­mento favorevole all'Olympic è che lo zoccolo duro gioca assieme da parecchio tempo e conosce molto bene l'allenato­re Damien Leyrolles. Se mi piacerebbe portare Kazadi a Lugano? Sono conten­to che un giovane svizzero riesca a com­piere così tanti progressi in poco tempo, ma con la nostra società abbiamo fatto un patto: non parleremo di arrivi o ces­sioni fino al termine dell'ultima partita, per non disturbare i nostri giocatori e ro­vinare quindi l'ambiente».


Quali sono i punti deboli che avete in­dividuato nei burgundi?

«L'assenza per infortunio del centro Oliver Vogt peserà molto nell'econo­mia del gioco del Friburgo. Inoltre, sot­to canestro noi possiamo vantare una panchina più lunga».


Cosa significherebbe per Joe Whelton, così come per il Lugano, conquistare il titolo svizzero?

«A inizio stagione ci siamo posti quattro obiettivi: battere i russi del Triumph Lyu­bertsy nel turno qualificativo dell'Euro­challenge, vincere Coppa di Lega e Cop­pa Svizzera e conquistare il titolo. I primi tre li abbiamo già raggiunti, ora manca l'ultimo, il più importante e prestigioso di tutti. Se dovessimo portare per la secon­da volta in due anni in Ticino il titolo di campioni nazionali, sarebbe una grandis­sima soddisfazione non solo per tecnico e giocatori, ma per tutto l'ambiente e per la società, che ha investito molte ener­gie. Siamo una squadra di vincitori».




BY


!maro!
00sabato 21 maggio 2011 00:34


07.05.2011.
APPENDICE:


Sainte-Rose e Khoumssi squalificati a vita!


La Lega ha reso noto ieri di aver pronun­ciato le sentenze nei confronti di due gio­catori dello Chêne, Jan Sainte-Rose e Yas­sine Khoumssi, protagonisti di gravi epi­sodi violenza durante gara-2 dei quarti di finale di LNB fra i ginevrini e lo Swiss Cen­tral, disputata il 2 aprile scorso.
Di seguito, riportiamo il comunicato dif­fuso ieri dalla Federazione:

«I due gioca­tori dello Chêne sono stati squalificati a vi­ta da tutte le competizioni di Swiss Basket­ball e sono stati interdetti dall'entrare in qualsiasi palazzetto o campo sportivo le­gato alla Federazione».

Si tratta della pena più pesante nella storia del basket rosso­crociato.
Sainte-Rose e Khoumssi avevano dato in escandescenze cinque minuti prima del­la fine del match, aggredendo l'arbitro as­sieme ad alcuni spettatori. Per sedare la rissa era dovuta intervenire la polizia.
L'arbitro, nel rapporto inviato alla Lega, aveva accusato altri due giocatori dello Chêne (Matos e Lomholt), che però sono stati assolti. Un'inchiesta è stata invece aperta nei confronti di uno spettatore.
Per la cronaca, lo Swiss Central aveva vin­to il match incriminato 20-0 per forfait, e si era in seguito qualificato per le semifi­nali.


BY CdT

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