Baghdad negli occhi di una ragazza - Michelle Nouri

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wonder84
00venerdì 1 giugno 2007 12:30
C'è un Iraq sfarzoso, una Baghdad di feste, club esclusivi, macchine di lusso. Città cosmopolita, popolata di stranieri, dove le razze si mescolano, sunniti e sciiti vivono fianco a fianco, un iracheno può sposare un'europea, le vie del centro sono una lunga teoria di boutique alla moda. Ma c'è anche un mondo intimamente violento, crudele, di sopraffazione. Dominato dai clan, dalle famiglie matriarcali, dalle leggi spietate. Dove chi è forte impera, ma basta poco per essere sopraffatti. C'è - anzi, c'era - un mondo che Michelle Nouri racconta in un libro, La ragazza di Baghdad.

Figlia di un iracheno e di una cecoslovacca, cresciuta nella Baghdad degli anni Settanta, in una delle famiglie più ricche e potenti della città, Michelle Nouri, che oggi ha 33 anni e vive a Milano, tratteggia una Baghdad "da bere". Ricca, fascinosa, tutta lusso e gioielli. Un mondo che nasconde insidie, però. Michelle è l'incontro tra due culture che faticano a saldarsi. Straniera nella terra dove è nata, segnata da una diversità che la sua stessa famiglia non le perdona. E che condannerà lei, sua madre e le sue due sorelle all'isolamento e poi alla fuga. Il suo è un universo perfetto, di amore e benessere, che d'improvviso va in frantumi. L'abbandono del padre, i tentativi di violenza, i predoni in agguato.

Sullo sfondo di una crudele saga familiare si agita lo spettro di un paese in guerra con L'Iran. Emerge la sagoma di Uday Hussein, figlio maggiore del Rais. Profilo spavaldo, frequentatore dei club esclusivi, ammaliato dal fascino della quindicenne Michelle. Ragazzo dolce, sfogliando le pagine del libro. Così lontano dal figlio del dittatore, spietato e sanguinario, complice e in parte artefice dei crimini del regime.

Resta l'immagine forse edulcorata di una cittadella dello sfarzo, dove le eco della guerra si sentono a malapena, dove il regime è un soffio flebile anziché tempesta, dove le parate militari e la tenaglia della dittatura diventano elementi di folklore. E non sangue e morte. Come se nella Baghdad degli anni Ottanta si vivesse senza conoscere il lato tetro dell'Iraq di Saddam Hussein
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