CANALE 5 - L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO

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@talia@
00martedì 31 luglio 2007 00:25
CANALE 5, 4 agosto 2007 alle 9,20

Dettagli film: FILM L'importanza di chiamarsi Ernest con Rupert Everett;Colin Firth;Reese Witherspoon;Judi Dench;Frances O'Connor;Anna Massey;Tom Wilkinson - regia di Oliver Parker (GB/USA) - 2, , 2

"C'è solo un comportamento da tenere, con una donna: farle la corte, se è carina - o farla a qualcun'altra, se non lo è". Questa è probabilmente la battuta più bella di una delle più belle commedie teatrali mai scritte, un'opera che l'autore - Oscar Wilde - definì 'una commedia futile per gente seria', e che oggi il regista Oliver Parker porta sul grande schermo prendendosi più di una licenza ma non snaturando il testo originale e, soprattutto, confezionando un ottimo film.

Il bunbureggiamento è l'attività principale di Algy Moncrieff (Rupert Everett), che utilizza la cagionevole salute del suo immaginario amico Bunbury per sfuggire agli impegni mondani cui un gentiluomo della sua classe sarebbe altrimenti costretto. Da parte sua, Jack Worthington (Colin Firth) si è inventato lo sciagurato fratello Ernest, che fa la bella vita a Londra, per godersi un po' di riposo e soprattutto per poter frequentare l'amata Gwendolen (Frances O'Connor), cugina di Algy. Ma per quanto faccia, Jack non può nascondere le sue umili origini alla madre di Gwendolen, che per questo mai acconsentirà al loro matrimonio. Senza contare che Gwendolen non potrebbe mai amare Jack se non si chiamasse Ernest... Una situazione complicata, insomma, che si complica ancora di più quando Algy va a trovare Jack nella sua casa di campagna fingendosi il fratello Ernest, col solo scopo di conoscere la bella Cecily (Reese Witherspoon), la pupilla di suo "fratello"...

Al suo terzo lungometraggio, l'attore e regista teatrale Oliver Parker non si discosta dal filone che aveva già affrontato con buon successo nei due film precedenti, ossia proprio le riduzioni cinematografiche di opere teatrali. Riprende anzi lo stesso autore originale della sua seconda pellicola, Oscar Wilde. Dopo l'"Othello" interpretato da Laurence Fishburne, Iréne Jacob e Kenneth Branagh, Parker aveva infatti messo in scena "Un marito ideale", commedia certamente più cattiva rispetto a "Earnest" ma decisamente meno spumeggiante. E va dato atto a Parker di essere riuscito a non perdere questa dimensione, con questo suo adattamento: il suo film è frizzante, ritmato, divertente, pungente e attuale come solo le opere di Wilde sanno essere.
Come accennato, il regista-sceneggiatore si è preso molte libertà rispetto al testo d'origine, rendendo così il film più cinematografico rispetto a quello che molti suoi colleghi di estrazione teatrale avrebbero fatto. Ben conscio della differenza tra spettacolo teatrale e spettacolo cinematografico, Parker ha spostato gran parte dell'azione in luoghi diversi da quelli originari, in modo da dare tridimensionalità alla messinscena; ha utilizzato con abbondanza il flashback (a dire il vero, troppo in abbondanza); ha inventato esilaranti sequenze oniriche; ha aggiunto deliziosi nuovi dialoghi ("Io sono un Gentiluomo, e i Gentiluomini non hanno mai un soldo...") e cambiato quelli originali (compreso quello citato in apertura); e ha persino modificato il finale, dando così un diverso spessore al personaggio di Lady Bracknell (Judi Dench). Tutto questo, per quanto possa far storcere il naso ai puristi, rende il film decisamente più vivo, meno "ingessato" rispetto ai tanti tentativi fatti da altri in passato. In aiuto di Parker, va detto, non sono certo venuti i tecnici, capaci di seminare il film di sbalzi d'illuminazione, scenografie palesemente finte ed errori di continuity visiva che sembrano ormai d'obbligo nei film statunitensi. In suo soccorso corrono invece gli ottimi interpreti, a proprio agio e pienamente convincenti.

Non c'è dubbio che il ruolo di mattatore spetti a Rupert Everett, in questo film. Ripresosi dalle baggianate vanziniane del Natale 2001, Everett recita ampiamente sopra le righe, donando al suo personaggio una vitalità che va perfettamente a braccetto con le brillanti battute che si trova a pronunciare. Al suo fianco Colin Firth ("Bridget Jones") sembra un po' fuori parte, almeno inizialmente; ma man mano che il film procede si riesce ad apprezzare l'ironico distacco che Firth mette nella sua interpretazione, che è anch'essa perfetta per la disillusione che chi ha una borsa come genitore di certo prova nei confronti del mondo. Everett e Firth si trovano alla perfezione in ogni loro dialogo in coppia, dando il meglio nella divertente scena della serenata alle loro amate.
Se Frances O'Connor ("A.I.") ha il viso, e tutto sommato il portamento, giusto per interpretare Gwendolen, lo stesso non si può proprio dire di Reese Witherspoon, che in questo film sembra centrare più o meno come una torta ad un ricevimento dell'alta società. La sua presenza è probabilmente un balzello pagato alla co-produttrice Miramax per il lancio statunitense del film, ma per fortuna non riesce a rovinare lo spettacolo. Perfetta, invece, la scelta di Judi Dench, che sembra ormai rifare sempre lo stesso personaggio ma resta impagabile in ogni sua interpretazione. Interpretazione che, come tutte le altre di questo film, è seriamente minata dal doppiaggio e dall'adattamento, comunque non facile da realizzare con un testo così pieno di giochi di parole e doppi sensi (lo stesso 'Earnest' vuole dire 'Ernesto' ma anche 'ricco' e 'onesto', e l'onestà è proprio ciò che sembra mancare ai due protagonisti). La versione italiana sembra valere la metà di quella originale, ma comunque l'integrità del testo di Wilde arriva ugualmente al cuore di noi spettatori. Anche grazie al lavoro di costruzione cinematografica fatto dal regista, guardando questo film scopriremo insieme ai personaggi la vitale importanza di chiamarsi Ernest... Più o meno.


Cry86
00martedì 31 luglio 2007 09:27
Come si fa a fare certi film la mattina?? E propinare la sera film o sitcom viste e riviste??!! [SM=g27993] non ho parole [SM=g27994]
@talia@
00martedì 31 luglio 2007 09:51
Hai ragione, Cry... me lo chiedo anch'io (quando ho visto l'orario di programmazzione, sono rimasta così... [SM=g27994] [SM=g27994] [SM=g27996]
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