Comunità straniere a Genova.

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titoit
00giovedì 11 ottobre 2007 22:32
Nessuno ha ancora aperto discussioni su questo tema.
Eppure i latinos a Genova stanno raggiungendo numeri impressionanti. Non so quantificarli tra regolari ed irregolari, ma ormai credo che siano diverse decine di migliaia.
La comunità ecuadoriana a Genova è la più diffusa al di fuori dell’Ecuador ed è davvero incredibile confrontare i numeri di Genova con quelli delle altre città, dove la presenza sudamericana è nutrita ma è comunque pari a quella delle altre comunità (albanesi, romeni, magrebini, ecc.).

Sono per lo più donne giovani che svolgono attività di badanti o di collaboratrici domestiche, ma stanno aumentando anche gli uomini e i ragazzi impiegati nei servizi (trasporti, pulizie, ecc.).
Sono concentrati in quartieri ben definiti: Sampierdarena (in particolare parte bassa), Rivarolo (Certosa-Campasso), Cornigliano, Marassi, vale a dire i quartieri tradizionalmente a forte immigrazione (prima dal Sud ora dal Terzo Mondo).

Non mi sembra di sbagliarmi quando dico che la loro immigrazione è favorita dalla Caritas (spesso per contrastare quella musulmana)e chissà perché ammirata e vezzeggiata da certi strati della sinistra locale che arriva perfino a legittimare le bande criminali (pandillas) che si sono rese responsabili di reati anche piuttosto gravi in città.

Secondo me sono comunità piuttosto chiuse; anche dal punto di vista religioso molti non sono cattolici, ma protestanti iberoamericani (si riuniscono nel tempio di Via Assarotti o in diversi luoghi di culto a Sampierdarena).
Se notate parlano uno spagnolo del tutto particolare, molto spesso infarcito di parole italiane.
Una curiosità: oggi a Brignole ho notato un cartello di offerta di lavoro solo in spagnolo che offre posti di lavoro per Ditte di pulizie le quali accettano solo latinos!!!! [SM=g27992]

Altra particolarità: sono grossi utenti della metro, perché in gran parte abitano a Certosa. Non ci sono mai stato, ma penso che spesso la nostra piccola underground per utenza assomigli a quella di Città del Messico o di Lima… [SM=g27987]
metrosur
00giovedì 11 ottobre 2007 23:51
Non sono d'accordo che siano una comunità isolata, anzi la considero la comunità relativamente più integrata di tutte le altre. Se c'è qualche manifestazione intervengono in massa, alla notte bianca c'erano tutti. Se andate ai parchi di Nervi trovate famiglie intere a fianco di famiglie italiane (spesso disturbandole visto che l'educazione non è mediamente il loro forte), così come spesso ci sono coppie miste. Se andate per negozi, spendono e spandono sostenendo in questo modo anche l'economia. Avete mai visto una famiglia musulmana fare compere in via XX? loro sì che sono una comunità isolata.
Ci vorrebbe solo un maggior coinvolgimento dei giovani per tenerli fuori dalle gang, poi solo il tempo potrà completare maggiormente l'integrazione dandogli anche la possibilità diventare cittadini italiani dopo un certo numero di anni residenti da noi lavorando onestamente, in questo modo, sentendosi parte di una comunità potranno veramente parteciparvi con doveri e diritti. Naturalmente secondo me questo vale per tutti, non solo per i sudamericani.
chicc0zz0
00venerdì 12 ottobre 2007 01:15
Oltre ad essere grandi utilizzatori della metro, sono grandi utilizzatori anche di bus e spesso senza biglietto (infatti quando salgono i controlli vedi un bel fuggi fuggi di queste persone).
OT: non capisco perché a Genova non si controllino i biglietti di tutti quelli che scendono. Basterebbero 3-4 controllori che si piazzano davanti alle porte ed il gioco è fatto.
euge1893
00venerdì 12 ottobre 2007 09:30
Sono d'accordo con le osservazioni di Claudio-metrosur: mi pare che la comunità latino-americana sia di gran lunga la più integrata in città.
Molto ma molto di più di quella magrebina, che pure è di più antico radicamento.
Molti sono i latinos che frequentano le scuole superiori, specie istituti tecnici e se ci avete fatto caso generalmente i più giovani non stanno soltanto con i loro compagni latinos, ma sono mischiati agli italiani. Dove abito io ve ne sono molti, e molto spesso sento i genitori parlare ai bambini in spagnolo e i piccoli rispondere in italiano.
Credo che la religione (cristiana, in larga maggioranza cattolica) e soprattutto uno stile di vita non tanto dissimile dal nostro abbiano aiutato molto e molto aiuteranno in futuro questi nuovi Genovesi a non farsi sentire alieni rispetto agli aborigeni (che saremmo noi).
Lo stesso discorso mi sento di farlo per gli stranieri dell'Est (da non confondersi i rumeni con i rom o zingari), credo siano anch'essi destinati ad integrarsi con relativa facilità, per gli stessi motivi.
lucamax-ge
00venerdì 12 ottobre 2007 10:31
Re:
titoit, 11/10/2007 22.32:


La comunità ecuadoriana a Genova è la più diffusa al di fuori dell’Ecuador ed è davvero incredibile confrontare i numeri di Genova con quelli delle altre città...



Mi spiegava uno di loro che Genova e' famosa in Ecuador per essere una citta' di anziani e in cui pertanto c'e' lavoro nel campo della loro assistenza.

poi e' evidente che insediatasi una prima comunita', gli altri sono arrivati anche perche' chiamati dai primi.

Una precisazione, Campasso fa parte di Sampierdarena ;)
titoit
00martedì 16 ottobre 2007 13:55

In rapida crescita anche i rumeni a Genova. Molti confondono rumeni e rom. I rom per lo più hanno passaporto rumeno, ma non sono di etnia rumena e sono per loro natura nomadi.
Sebbene i rom presentino forti resistenze ad essere integrati ed abbiano un alto tasso di delinquenza, le cifre parlano chiaro anche per i rumeni non rom.

E qui c’è stato un grossissimo errore dell’Italia che ha considerato l’ingresso nella UE della Romania come se fosse un abbattimento delle frontiere. Altri Paesi come la Germania hanno mantenuto il contingentamento, perché la legge europea lo consentiva (la Romania non fa ovviamente parte di Schengen) e così molti rumeni si sono riversati in Italia con conseguenze non sempre buone...

euge1893
00martedì 16 ottobre 2007 14:03
per chi fa ancora confusione nonostante l'esauriente spiegazione di Paolo:
rom=zingari
xoth
00martedì 16 ottobre 2007 19:51
Re:
titoit, 16/10/2007 13.55:


E qui c’è stato un grossissimo errore dell’Italia che ha considerato l’ingresso nella UE della Romania come se fosse un abbattimento delle frontiere. Altri Paesi come la Germania hanno mantenuto il contingentamento, perché la legge europea lo consentiva (la Romania non fa ovviamente parte di Schengen) e così molti rumeni si sono riversati in Italia con conseguenze non sempre buone...





IMO e' stato uno "scambio": molti piccoli industriali italiani in questi anni stanno aprendo aziende la', e con l'apertura delle forntiere questo fenomeno e' aumentato, per cui probabilmente noi non abbiamo messo il contingentamento, e loro tolgono tutti gli ostacoli per gli industrialotti che vogliono aprire la'.

euge1893, 16/10/2007 14.03:

per chi fa ancora confusione nonostante l'esauriente spiegazione di Paolo:
rom=zingari




In realta' i rom sono un sottogruppo degli zingari, di cui fanno parte anche i Sinti, che hanno alcune comunita' in Italia da secoli (in passato erano per lo piu' giostrai) e per essendo in qualche caso ancora nomadi sono molto piu' integrati (hanno cittadinanza italiana, facevano il militare, ecc..).
euge1893
00martedì 16 ottobre 2007 20:33
Dici il giusto, Xoth. Io volevo soltanto sgomberare il campo dagli equivoci su rumeni=rom. Altra cosa sono i rumeni, altra cosa sono i rom, come hai detto tu una delle tribù fra le tante che compongono il frastagliato mondo degli zingari.
dreamer79ge
00mercoledì 17 ottobre 2007 10:35
Un altro problema delle comunità straniere in Italia è a mio parere legata al fatto che molte sono composte in prevalemza da uomini..come i rumeni, marocchini, albanesi..e sappiamo cosa questo comporta..
Con tutte le cose allucinanti che si sentono in tv, come ragazza ho veramente paura a girare da sola dopo una certa ora...



DA http://civis.comune.genova.it

L'incremento più consistente di cittadini stranieri residenti a Genova riguarda le comunità sud-americane, in particolare gli ecuadoriani che, tra il 2000 e il 2004, sono passati da 3.048 a 10.368 residenti e che da soli rappresentano oltre un terzo del totale degli immigrati.
Tra le altre comunità si segnala il forte aumento degli albanesi, passati da 1.099 a 2.883 residenti. Nel 2004, oltre agli ecuadoriani e agli albanesi, altre tre nazionalità superano il migliaio: i marocchini (2.746), i peruviani (1.955), e i senegalesi (1.024).
Al sesto posto, si trovano i cinesi con 995 residenti.

Complessivamente, in quattro anni gli stranieri iscritti all'anagrafe genovese sono così passati da 16.857 a 30.377 unità, un numero in cui la componente femminile è significativamente maggioritaria grazie, soprattutto, all'immigrazione sudamericana.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, pur restando quella del Centro Est la Circoscrizione con il maggior numero di residenti stranieri, si conferma la tendenza già osservata in precedenza a una ridistribuzione delle presenze nel resto della città, con alcuni poli territoriali di insediamento, quali, a ponente Cornigliano e Sampierdarena, in Val Polcevera Certosa e Teglia, a levante Brignole, S. Agata, Marassi e Parenzo.
Trammax
00mercoledì 17 ottobre 2007 17:31
Re:
dreamer79ge, 17/10/2007 10.35:

Un altro problema delle comunità straniere in Italia è a mio parere legata al fatto che molte sono composte in prevalemza da uomini..come i rumeni, marocchini, albanesi..e sappiamo cosa questo comporta..
Con tutte le cose allucinanti che si sentono in tv, come ragazza ho veramente paura a girare da sola dopo una certa ora...



DA http://civis.comune.genova.it

L'incremento più consistente di cittadini stranieri residenti a Genova riguarda le comunità sud-americane, in particolare gli ecuadoriani che, tra il 2000 e il 2004, sono passati da 3.048 a 10.368 residenti e che da soli rappresentano oltre un terzo del totale degli immigrati.
Tra le altre comunità si segnala il forte aumento degli albanesi, passati da 1.099 a 2.883 residenti. Nel 2004, oltre agli ecuadoriani e agli albanesi, altre tre nazionalità superano il migliaio: i marocchini (2.746), i peruviani (1.955), e i senegalesi (1.024).
Al sesto posto, si trovano i cinesi con 995 residenti.

Complessivamente, in quattro anni gli stranieri iscritti all'anagrafe genovese sono così passati da 16.857 a 30.377 unità, un numero in cui la componente femminile è significativamente maggioritaria grazie, soprattutto, all'immigrazione sudamericana.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, pur restando quella del Centro Est la Circoscrizione con il maggior numero di residenti stranieri, si conferma la tendenza già osservata in precedenza a una ridistribuzione delle presenze nel resto della città, con alcuni poli territoriali di insediamento, quali, a ponente Cornigliano e Sampierdarena, in Val Polcevera Certosa e Teglia, a levante Brignole, S. Agata, Marassi e Parenzo.




Beh, Cristina, è vero che molti rappresentanti maschili delle etnie che hai citato non hanno un concetto molto evoluto della donna e del suo ruolo, ma bisognerebbe ricordare anche certi personaggi rigorosamente italiani (Donato Bilancia, il "maniaco dell'ascensore" Edgar Bianchi ed i il pluriomicida Delfino) che non sono stati propriamente carini con "l'altra metà del cielo"...bisognerebbe resistere alla tentazione di generalizzare. [SM=g27988]
euge1893
00venerdì 4 aprile 2008 11:41
da www.primocanale.it
Molti ecuadoriani tornano a casa
31/03/2008 ore 09:48


Flusso migratorio al contrario: molte famiglie di ecuadoriani che da anni vivono a Genova hanno deciso di tornare al loro paese d'origine. Circa 200 lo hanno già fatto nel 2007, un trend confermato anche nei primi mesi del 2008. Al consolato genovese della Foce ogni giorno decine di ecuadoriani vanno a informarsi su come fare a rimpatriare. Oggi, infatti, il Governo dell'Ecuador garantisce incentivi a chi vuole tornare. E c'è chi, dopo aver fatto fortuna a Genova, ci prova.
Richzena
00venerdì 4 aprile 2008 17:16
Qualcuno ha per caso dati aggiornati sul flusso migratorio verso Genova diviso per nazionalità? Mi sembra, eccettuati ovviamente i teppisti e i criminali veri, che la cmunità equadoriana fosse fra le più integrate nel tessuto cittadino insieme alla comunità albanese... peccato perchè potevano essere un ponte naturale per favorire l'integrazione dei nuovi extracomunitari con il resto della cittadinanza.
euge1893
00venerdì 4 aprile 2008 18:44
io ci andrei piano prima di dire che la comunità ecuadoriana sta smobilitando: se è vero che 200 sono rientrati in patria nel 2007, ho l'impressione che molti di più siano giunti fra noi!
marcox2110.
00sabato 5 aprile 2008 14:45
Re:
euge1893, 04/04/2008 18.44:

io ci andrei piano prima di dire che la comunità ecuadoriana sta smobilitando: se è vero che 200 sono rientrati in patria nel 2007, ho l'impressione che molti di più siano giunti fra noi!



Gli immigrati purtroppo sono l'unica soluzione al calo demografico.
Gli italiani ormai figli non ne fanno più

dreamer79ge
00martedì 8 aprile 2008 09:20
L'appello dell'Ecuador: "Emigrati, tornate a casa"

Il governo di Quito appronta il "Plan de ritorno". Agevolazioni economiche e sociali per chi decide di rientrare in Patria

“Ecuadoriani, tornate a casa”. E’ la richiesta che il governo dell’Ecuador sta facendo ai suoi cittadini che hanno scelto la strada della migrazione. La proposta è sostenuta da un piano di rientro (“Plan de ritorno”) che prevede incentivi e facilitazioni per coloro che risponderanno all’invito.

A promuovere l’iniziativa in Italia è stata Lorena Escudero, il ministro dell’emigrazione del Paese sudamericano. Lo ha fatto lo scorso venerdì, a Genova (unica tappa italiana del suo “tour” europeo), quando ha spiegato alla comunità ecuadoriana genovese, la più grande in Italia (con circa 12 mila emigrati dell’Ecuador) i benefici di un eventuale loro ritorno nella terra natia. Per loro il “Plan de ritorno” prevede infatti diverse opportunità economiche e sociali: agevolazioni sulle contribuzioni, facilitazioni in ambito abitativo e incentivi per l’avvio di impresa.

L’offerta è rivolta a coloro che risponderanno all’appello del governo di Quito entro un anno. Un lasso di tempo abbastanza stretto che sottolinea l’esigenza del Paese andino di ripristinare il proprio equilibrio demografico. Oggi l’Ecuador ha una popolazione di circa dodici milioni di abitanti dei quali circa tre milioni (tra i venti e i quarant’anni) vivono all’estero. Sono emigrati principalmente negli Stati Uniti, in altri Paesi sudamericani, in Spagna e in Italia.

Il flusso migratorio ha avuto inizio a partire dagli anni ’90, in seguito alla crisi economica che ha colpito l’Ecuador. Durante la sua visita a Genova, presso la sede della fondazione Casa America, il ministro Lorena Escudero ha evidenziato l’importanza che l’eventuale rientro di suoi connazionali avrebbe per il futuro del Paese. Si tratterebbe di una forza economica e produttiva di forte rilevanza in un momento delicato che l’Equador sta vivendo, una rilevanza incrementata anche dalle competenze acquisite all’estero.
erugby
00sabato 10 maggio 2008 12:14
Dentista ecuadoriano in via Cantore.
da www.tgcom.it

Operava con pinze da meccanico
Denuciato falso dentista a Genova
Nel suo studio di Genova i finanzieri hanno trovato pinze da meccanico, cacciaviti, tenaglie, polvere di gesso che solitamente si usa in edilizia. Ma anche una poltrona meccanizzata da dentista, trapani tradizionali per uso odontoiatrico. Faceva il dentista, ma non aveva né laurea né attestati. Un ecuadoriano quarantenne, in regola con il permesso di soggiorno, è stato denunciato per esercizio abusivo della professione medica.


L'uomo, diplomato in "odontologia" in Ecuador, aveva attrezzato uno studio dentistico in via Cantore, a Sampierdarena, nel Ponente genovese, dove viveva con la moglie. Poteva contare su un paio di centinaia di clienti quasi tutti sudamericani. E' stato uno di questi, che non avendo ricevuto la fattura di un complesso lavoro, si è rivolto ai finanzieri denunciando gli strani metodi del "dentista".

I militari hanno effettuato un blitz e lo hanno trovato intento a operare un paziente. Hanno scoperto che il materiale sanitario e i farmaci venivano acquistato in Spagna per corrispondenza, così da non destare sospetti in Italia. I ferri da meccanico e la polvere di gesso venivano utilizzati in caso di necessità per estrazioni particolarmente faticose e per fare i calchi delle arcate dentali. L'uomo è stato denunciato e lo studio posto sotto seque
dreamer79ge
00giovedì 22 maggio 2008 11:33

Detesto i pregiudizi ed è per questo che mi terrò alla larga da questa discussione che così come è posta mi suona soltanto provocatoria (sembrerebbe che oggi come oggi non siano possibili ricongiungimenti familiari o che gli immigrati - che mi piacerebbe chiamare gli Italiani di domani - non possano avere una casa popolare o mandare i figli all'asilo nido: cose FALSE)

Sì infatti...non vedo tutta questa chiusura soprattutto qui a Genova riguardo alle cose sopra riportate....anzi..mi piacerebbe proprio sapere se le famiglie di rom a cui hanno data la casa popolare in via Bologna pagano l'affitto e come si mantengono...

Piccolo appunto...sto gestendo il Bando relativa ai Mutui prima casa (probabilmente molti di voi hanno letto articoli a riguardo sui giornali) e vi posso assicurare che più del 50% delle domande sono di extracomunitari per cui mi sorbisco giornalmente telefonate tipo "è mai possibile che gli extracomunitari hanno sempre una corsia preferenziale per questo genere di cose...prima loro, poi gli italiani etc etc.."..

Detto questo, sono abbastanza soddisfatta del pacchetto sicurezza...resto in attesa di vedere cosa succederà nei prossimi mesi..
papupi
00giovedì 22 maggio 2008 11:47
riporto questa frase di Cristina

Sì infatti...non vedo tutta questa chiusura soprattutto qui a Genova riguardo alle cose sopra riportate....anzi..mi piacerebbe proprio sapere se le famiglie di rom a cui hanno data la casa popolare in via Bologna pagano l'affitto e come si mantengono

Non tanto al vostro civico (dove sta anche mia suocera) ma in quello prima ed in quelli limitrofi purtroppo abitano famiglie non di romeni/arabi/albanesi, ma di rom ! (faccio questa distinzione perche' e' importante)

Rispondo ai tuoi dubbi :
1) si mantengono chiedendo l'elemosina o rubando
2) se pagano l'affitto ?? ho dei dubbi , ma anche se lo fanno stai tranquilla che sono i soldi provenienti dai loro reati.

Sempre in zona abitano anche famiglie di extracomunitari che pero' lavorano onestamente (vedi pizzaiolo di Via Bologna !) e noto che loro sono avversi ai rom piu' di noi italiani ! [SM=g27993]



euge1893
00giovedì 22 maggio 2008 11:55
Ho separato gli ultimi due post da un'altra discussione e li ho uniti alla presente discussione, che ci parla della realtà degli stranieri a Genova.
dreamer79ge
00giovedì 22 maggio 2008 12:08

Sempre in zona abitano anche famiglie di extracomunitari che pero' lavorano onestamente (vedi pizzaiolo di Via Bologna !) (vedi pizzaiolo di Via Bologna !)


Il mitico Kawa...fa una pizza spettacolare!! [SM=g27985]
Scusate l'OFF TOPIC..

Guarda in effetti nel mio palazzo potrebbero viverci tutti gli extracomunitari di questo mondo purchè integrati e in grado di sostenersi in modo lecito... quando però poi si vedono date le case ai rom capisco anche che la gente inizi a non farcela più di tutto questo finto perbenismo dilagante..
euge1893
00giovedì 22 maggio 2008 12:18
A me piace sempre pensare che gli immigrati di oggi saranno i Genovesi di domani: penso che tanto noi individualmente tanto le istituzioni debbano sforzarsi di assimilare, più che integrare soltanto, queste persone che vengono da lontano.

Non credo infatti che l'obbiettivo sia quello di avere tante comunità "distinte e distanti" da noi Italiani, ma sia quello di fare sì che chi viene a vivere qua sia l'Italiano e il Genovese di domani e che quindi, senza rinnegare i suoi, addotti i nostri costumi e il nostro modo di concepire le cose della vita. In una parola, la nostra cultura. Credo che questo sia il modo per minimizzare il conflitto.

em66
00giovedì 22 maggio 2008 12:19
Qui pero` si dovrebbe parlare delle comunita` straniere mentre i rom non e` detto che lo siano.
dreamer79ge
00giovedì 22 maggio 2008 12:48
Concordo con Eugenio...infatti il problema si crea quando alcune comunità sono più chiuse di altre e non intendono assimilarsi..
3215
00venerdì 23 maggio 2008 09:00
O forse siamo noi italiani che non le vogliamo far assimilare? La situazione dei Rom in Italia è la + disatstrosa d'Europa, nonostante la comunità italiana sia la + piccola.

Doveroso PS: il tanto sbandierato "pacchetto sicurezza" nulla potrà contro i temutissimi rom, nonostante si sia fatto intendere che sia diretto anche a loro: al 99% sono cittadini comunitari e in buona parte addirittura in possesso di cittadinanza italiana: niente clandestinità ed espulsione facile, quindi.
cliobini
00venerdì 23 maggio 2008 09:14
Probabilmente visto che anche una buona parte degli italiani non ha la più pallida idea di quali siano le regole minime del vivere civile, gli stranieri si adeguano di conseguenza ed il disagio per quelli che cercano di viveve civilmente è ancora maggiore

[SM=x1177061]
Qualche volta mi è capitato di vedere automobili con targa svizzera che hanno fatto dei numeri in autostrada o in sopraelevata, che vorrei un po' vedere se fanno anche nel loro bello e ordinato paese...
euge1893
00venerdì 23 maggio 2008 09:27
3215, questa non è la discussione dedicata al pacchetto sicurezza, discussione che è a disposizione per i tuoi interventi nella sezione OFF TOPIC.

Questa discussione è dedicata alla comunità straniere a Genova.
Ciò che tu dici potrebbe essere vero, come discorso generale.

Forse esistono molti genovesi che non sono favorevoli a che gli stranieri di oggi si assimilino e divengano i genovesi di domani.

Il problema si proponeva, tale e quale una 30-40ina di anni fa, all'epoca della grande emigrazione dal Sud Italia: come oggi i ragazzini a scuola hanno compagni figli di genitori provenienti dall'Ecuador, dal Marocco o dalla Romania, così quelli della mia generazione avevano compagni figli di Siciliani, Calabresi o Campani.

Quei ragazzini erano e sono genovesi come lo sono io e non vedo altri ostacoli a che i ragazzini figli di stranieri di oggi possano diventare gli Italiani (anzi, i Genovesi) di domani se non la volontà dei loro genitori di conservare un mondo parallelo che impedisca o renda molto più difficile per i loro figli lo smettere di essere uno straniero e diventare un italiano con un quid pluris: l'heritage dei propri genitori.

E' chiaro che talvolta e forse spesso questa volontà, che a me pare una cosa sbagliata e controproducente al processo di assimilazione che auspico, è indotta dalle difficoltà che vivono i genitori stranieri, dalla loro alienazione rispetto a un universo culturale che non comprendono e che non sono aiutati a comprendere. Talaltra, a me pare, la conservazione di usanze incompatibili con il nostro modo di vivere sembra invece auspicata dalle stesse istituzioni, in nome di una a mio modo di vedere malintesa multiculturalità o meglio relativismo culturale, che invece di risolvere e superare il conflitto interculturale lo esaspera.

Venendo nello specifico ai rom, o zingari, dal mio punto di vista è corretto il tentativo di aiutare coloro che intendono inserirsi nella nostra società ad eliminare il nomadismo. I Sinti, zingari di cittadinanza e lingua italiana, sono in gran parte già sedentarizzati e spesso ben inseriti nella nostra società, anche se persistono ampie sacche di disagio anche fra i Sinti "genovesi".

Il vero problema è costituito dai Rom di passaporto rumeno: è chiaro che fino a quando l'attività principale di questa gente sarà la rapina, il furto e comunque l'illegalità non si potrà pretendere che siano ben accolti. Purtroppo mi pare che il lassismo generi solo maggiore illegalità, così che in un gruppo sociale dove il 90 % si dedica all'illegalità sia poi impossibile aiutare concretamente il rimanente 10%.

La risposta che il Comune intende dare al problema - dare una casa a tutti queste persone senza operare una scelta in termini di meritevolezza mi sembra solo propagandistica e riesce odiosa ai tanti - italiani e stranieri in regola - iscritti da anni nelle liste per l'assegnazione di una casa popolare.
euge1893
00mercoledì 4 febbraio 2009 11:12
da www.primocanale.it

Come cambia Genova: più immigrati e meno matrimoni
04/02/2009 08:56

Come cambia Genova: più immigrati e meno matrimoni Aumentano gli immigrati a Genova: è il dato più significativo emerso dal Notiziario statistico presentato dal Comune che segnala un 13,5% in più al 30 settembre del 2008 rispetto alla stessa data del 2007. I più numerosi sono gli ecuadoriani (circa 15.000) seguiti dagli albanesi (4.000) e poi via via da marocchini, peruviani, rumeni, cinesi e senegalesi. Il maggior numero di stranieri risiede nel municipio Centro-Est. Un altro dato significativo che emerge dal Notiziario è il calo dei matrimoni nel capoluogo ligure che nei primi nove mesi del 2008 sono diminuiti del 7,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
euge1893
00martedì 17 marzo 2009 09:22
da www.ilsecoloxix.it

Chinatown cresce e dilaga in centro

16 marzo 2009| Francesca Forleo


Chinatown all’ombra della Lanterna. Per chi non se ne fosse accorto, oggi più che mai è una realtà con un confine geografico già tracciato. E a guardare gli indirizzi delle attività commerciali (328 imprese in tutto, dati della Camera di Commercio di Genova) è via Gramsci la strada che più di ogni altra si può paragonare a via Paolo Sarpi, il cuore della Chinatown milanese, cresciuta alle spalle del Parco Sempione. Ma, anche il commercio cinese avverte la crisi nera che dall’America sta sbriciolando i punti fermi dell’economia mondiale. «Gli ultimi arrivati non ce la fanno. Perchè, oltre alla crisi, il mercato è saturo di un modello che non può più funzionare», spiega l’esperta di immigrazione cinese Antonella Ceccagno, docente all’Università di Bologna e autrice del volume inchiesta “Ombre Cinesi?” (Carocci, 2008). E i numeri della Camera di commercio, confermano che la recessione colpisce anche le imprese made in China. Nel giro di appena un triennio, infatti, sono passate da 380 (tante ne erano registrate nel 2005), alle 328 odierne. Sono invece cresciuti i residenti, passati dai 588 del 2005 ai 930 odierni (fonte Questura). Numeri che, se messi in relazione con le attività, lasciano immaginare un fenomeno di immigrazione sommersa. «Non sono numeri di rilievo», precisano però dall’ufficio immigrazione della questura, diretto da Nicola Parisi. Tuttavia, solo a guardare i recenti fatti di cronaca nera, la clandestinità cinese è un fenomeno che non va sottovalutato: la studentessa dell’ateneo genovese Lin Lifen (25 anni) e Guo Dong Yang, 42 anni, l’uomo trovato morto insieme a lei in un appartamento di Novi Ligure alla fine di febbraio, erano entrambi clandestini.
euge1893
00mercoledì 7 ottobre 2009 16:49
Crescono gli europei dell’est, stabili gli ecuadoriani
07 ottobre 2009

Aumentano gli immigrati dai Paesi dell’est europeo e si stabilizzano gli ecuadoriani. Questa, in breve, una delle tendenze che emergono dal Quinto rapporto sull’immigrazione a Genova a cura di Andrea T. Torre e Maurizio Ambrosini, pubblicato dal centro studi Medì con la Provincia di Genova e presentato stamani in Provincia.

Il rapporto, che elabora dati relativi al 2007, conta in Liguria tra i 102 mila e i 105 mila immigrati, di cui 56 mila circa a Genova.

La comunità ecuadoriana (nella foto una riunione a Genova) conta circa 15 mila persone, ma sale il numero degli immigrati rumeni (oltre 2.600), degli ucraini (oltre 1.100), russi e moldavi rispettivamente 337 e 270.

Il 53,6 per cento sono donne e la percentuale femminile sale al 59,7 per le ecuadoriane, al 61,2 per le peruviane fino al 73,5 per le nigeriane.
(Il Secolo XIX)

La presenza degli stranieri emerge soprattutto nelle scuole liguri dove il 7,6 per cento è straniero (in Emilia Romagna la percentuale è del 9,3 per cento e in Umbria del 7,9 per cento) e cresce il numero degli stranieri nati in Italia (827). Inoltre aumentano anche le acquisizioni di cittadinanza italiana: 561 nella provincia di Genova nel 2007 di cui 492 tramite matrimonio.

«La Provincia dà un contributo importante allo studio dei flussi migratori - ha spiegato l’assessore provinciale alle politiche dell’immigrazione Angelo Giulio Torti - la presenza degli immigrati è fondamentale per vivificare l’entroterra, basti pensare che in un piccolo comune come Mezzanego gli immigrati costituiscono il 14 per cento della popolazione».
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