Film step up

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(nicla106)
00lunedì 5 febbraio 2007 09:35
l'avete visto? come vi è sembrato??
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Esempio pratico :



Trama :Lui è un ribelle spavaldo proveniente dalla parte degradata di Baltimora; lei una ballerina privilegiata di una scuola d'elite di arti dello spettacolo. I loro mondi non potrebbero essere più diversi ma quando i loro destini entrano in collisione, tra di loro volano scintille che accendono una favola esilarante alimentata dall' hip-hop facendo realizzare un sogno improbabile grazie all'unica chance esistente.

Regia: Anne Fletcher
Sceneggiatura: Duane Adler ,Melissa Rosenberg

Anno: 2006
Nazione: Stati Uniti d'America
Distribuzione: Medusa
Durata: 98'
Data uscita in Italia: 26 gennaio 2007
Genere: drammatico,musicale





[Modificato da Debbyna1972 05/02/2007 14.01]

Debbyna1972
00lunedì 5 febbraio 2007 13:54
Cara Nicla mi fà piacere vedere che ci frequenti spesso [SM=g27985] ma vorrei se posso darti un consiglio su quando apri un post...come questo x esempio...parli del film Step Up e chiedi chi l'ha visto e come ci è sembrato,magari potresti facendo una breve richiesta su internet mettere la trama del film in questione magari aggiungere la locandina del film e poi dire se tu l'hai visto e come ti è sembrato...cosi si instaura una discussione e non si finisce x ritrovarsi post monoriga come questo dove non si sà cosa bisogna fare....[SM=g27985]
Debbyna1972
00lunedì 5 febbraio 2007 14:06
Critiche dei giornali
Alessandra Levantesi (La Stampa) -
A passo di danza con il mascalzone

Togliamo a Step Up il colore, i ritmi hip hop e certe connotazioni di modernità come l'amicizia interrazziale e otterremo la copia perfetta di un film hollywoodiano degli anni '30. Il tono altoborghese contro gli usi e costumi dei sobborghi, la musica seria contro la musica popolare, le buone maniere contro il vitalismo prorompente: e la lieta sorpresa che tante contrapposizioni, apparentemente destinate a deflagrazioni senza fine, si risolvono nello slancio amoroso di due giovani protagonisti. Il sogno americano dell'integrazione fra le classi sociali viene esaltato in questa favoletta dove un giovane ballerino di strada trova il suo bene nella più ammirata diplomanda della scuola di danza. La scena è a Baltimora dove l'aitante Channing Tatum e i suoi amichetti neri scorazzano rubando macchine e facendo altri danni. Condannato al servizio sociale presso la Maryland School of Arts, che ha devastato nel corso di una notte brava, il mascalzoncello è folgorato dall'apparizione di Jenna Dewan che prova in calzamaglia, fino a tentare di cambiar vita. Prevedibili episodi dolci e amari (ci scappa anche un morto) conducono a passo di danza all'inevitabile trionfo del saggio finale. La coreografa Anne Fletcher, esordiente regista, è a suo agio nel far sgambettare i ragazzi e il talento di Channing e Jenna sta tutto nei piedi.
Da La Stampa, 26 gennaio 2007


Adriano De Carlo (Il Giornale) -
L'ennesimo Tony Manero sulla pista da ballo della vita

Dopo i fasti dei musical americani degli anni 50, il genere torna alla grande nel 1977 con La febbre del sabato sera, manifesto delle nuove tendenze musicali, e da allora ogni pellicola musicale si porta appresso una scheggia di quel capostipite. Il mondo si riempie di epigoni di Tony Manero, una tendenza che non sembra tramontare; in Step Up c'è tutto l'armamentario del genere: il giovane senza ideali, la fanciulla che ama la danza senza sapere perché, le distanze sociali, l'amicizia coatta, i sobborghi metropolitani e le nuove chiese: le scuole di ballo, una sorta di istituti di riabilitazione per giovani disadattati. La vicenda è uguale a tutte le precedenti, ma in questo caso musica e ballo sembrano rappresentare le tendenze musicali attuali con maggiore finezza, unendo lo stile classico e quello degli slum con una logica spettacolare che finisce col travolgere ogni tipo di diffidenza. Il giovane Channing Tatum è più che una promessa, recita e balla in souplesse, suggerendo più di quanto la sceneggiatura intenda. Consolatorio, gradevole, Step Up è un intrattenimento tutt'altro che ozioso.
Da Il Giornale, 26 gennaio 2007

Francesco Alò (Il Messaggero) -
Danza pacifista da 65 milioni di dollari

Piace riscontrare a Hollywood la presenza negli ultimi anni di un filone giovanilistico "Fate la danza, non fate la guerra". Sono film sanamente progressisti che si concentrano sull'idea che il movimento ritmico del corpo possa evitare sparatorie e violenza tra giovani. Dall'ottimo documentario Rize di David LaChapelle (dove le gang di Los Angeles si sfidano dimenandosi e non menandosi) al simpatico Ti va di ballare?, dove Antonio Banderas insegnava tango e foxtrot a un gruppo di delinquentelli. In Step Up, esordio alla regia della nota coreografa Anne Fletcher (anche Stanley Donen e Bob Fosse partirono dalla coreografia), c'è più privato che sociale ma lo spirito pacifista-danzerino non manca affatto. Stati Uniti, oggi. Lui è un nichilista che vive di furti e mancanza di obiettivi, lei è una ballerina ricca oppressa dalla madre. Insieme troveranno un'armonia di movimenti e sentimenti nella realmente esistente Maryland School of the Arts di Baltimora, una sorta di scuola alla Saranno famosi. Niente di eccezionale ma anche Step Up svolge con diligenza e passione il suo compito di intrattenimento edificante. Sessantacinque milioni di dollari di incasso in Usa. Ottimo segno.
Da Il Messaggero, 26 gennaio 2007

Gian Luigi Rondi (Il Tempo) -
In «Step up» il sogno americano riaffiora dal musical hip hop della Fletcher

Di film sulla danza, classica e no, se ne sfornano così tanti da essere ormai diventati un filone. Cui si aggiungono quasi ogni giorno nuovi esempi. Eccone oggi un altro, realizzato, esordendo nel cinema, da una nota coreografa americana Anne Fletcher. La storia è prevedibile, risaputa e fitta di tutti i più consueti luoghi comuni. Però con qualche guizzo che può consentire di seguirla senza troppo biasimo. Lo spunto, intanto. Siamo a Baltimora. Da una parte c'è un ragazzo, Tyler, uscito dai bassifondi, dedito anche a piccoli furti, ma nello stesso tempo, appassionato come molti suoi coetanei di ballo, quello di strada, naturalmente, l'hip hop, con risvolti precisi in quella detta ormai "breakdance". Da un'altra c'è una ragazza dei quartieri alti, Nora, che in una scuola per la danza classica sta preparando il saggio di diploma essenziale per il suo futuro di ballerina. Il suo patner ha un incidente (come d'uso) e Tyler, in quella scuola dove, per una sua trasgressione, deve svolgere un servizio sociale, prende il suo posto. Prima mal visto poi visto perfino con molto sentimento da Nora affascinata dal suo modo personalissimo di ballare e presto anche da lui. Con gli abituali contrattempi ed equivoci che, secondo le regole di questo tipo di storie, le rallentano un po' perché non si arrivi troppo presto al lieto fine. Proposto tale e quale come, fin dall'inizio, lo si era immaginato. A riscattare un po' questa ovvietà c'è, come sempre il film del genere, la danza: con attenzioni minori per quella classica, più insistita e spesso in primo piano per quella, appunto, definita "da strada", nell'ambito dell'hip hop. Con i ben noti ritmi afroamericani e con sfoggio di coreografie affannosissime che finiscono quasi sempre per consistere in piroette ed esercizi ginnici a dir poco spericolati. Pur con una loro curiosissima armonia. Così chi ama questo tipo di esibizioni può aderirvi ed anche, ma un po' marginalmente quelli che preferiscono la danza classica pur senza pretendere proprio il "Lago dei cigni". Gli interpreti ce la mettono tutta per corrispondere a queste attese, specie i due protagonisti, anch'essi, come la regista, per la prima volta su uno schermo ma, a priori, già esperti in ballo. Nora, molto carina, è Jeanne Dewan, che il classico mostra di ballarlo bene, Tyler è Channing Tatum. A vederlo sempre un marine in libera uscita, ma gesticola a dovere.
Da Il Tempo, 2 febbraio 2007


Peter Bradshaw (The Guardian) -

Ecco un altro West side "non" story che fa segnare un punteggio tragicamente basso. Jenna Dewan interpreta la ragazzina wasp acqua e sapone che arriva in una scuola stile Saranno famosi. Si innamora, o per usare un termine più adatto al tono della storia, si fa prendere da un'infatuazione per il bullo della scuola, che spreca il suo talento da ballerino andando spesso fuori pista. I due giovani, tutto fisico, sembrano appagati da bacio e da un livello di castità degno di una pellicola anni quaranta.
Da Internazionale, 26 gennaio 2007









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