Georg Trakl

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:11
Le poesie di Deni
ANIMA DELLA VITA

Sfacimento che molle il fogliame oscura,
dimora nel bosco il suo vasto silenzio.
Un borgo sembra quasi spettralmente chinarsi.
Della sorella la bocca sussurra in neri rami.

Il solitario presto scivolerà via,
forse un pastore per sentieri oscuri.
Una fiera esce lieve dalle arcate degli alberi,
mentre i cigli si ampliano dinnanzi al Divino.

L'azzurro fiume scorre dolcemente,
nuvole si mostrano a sera;
anche l'anima in silenzio angelico.
Tramontano immagini passeggere.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:12
ROMANZA A NOTTE

Un solitario sotto la volta stellata
va per la silenziosa mezzanotte.
Il fanciullo da sogni confuso si sveglia,
il suo volto grigio nella luna si sfa.

La folle piange con sparsa chioma
alla finestra che irrigidisce inferriata.
Lungo lo stagno in dolce viaggio
passano amanti mirabilmente.

L'assassino pallido nel vino sorride,
orror della morte gli ammalati afferra.
La monaca prega ferita e nuda
dinnanzi al Salvatore crocefisso.

La madre sommessa nel sonno canta.
Quietamente a notte il bimbo
guarda con occhi che sono veraci.
Nel bordello risuonan risate.

Alla luce di sego giù in cantina
il morto traccia con bianca mano
un ghignante silenzio alla parete.
Il dormiente sussurra nel sonno.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:12
MUSA SERALE

Alla finestra fiorita ritorna del campanile l'ombra
e l'oro. La fronte ardente si spegne in silenzio e pace.
Una fonte sgorga nell'oscurità del castagno -
e tu senti: tutto è bene! nel doloroso sfinimento.

Il mercato è vuoto di frutti estivi e ghirlande.
Concorde appare dei portali la nera pompa.
In un giardino risuonano di un soave concerto i toni,
dove amici si ritrovano dopo il pasto.

La favola del bianco mago l'anima volentieri ascolta.
Intorno sussurra il grano che al pomeriggio falciatori tagliarono.
Paziente tace nelle capanne la dura vita;
delle mucche il mite sonno rischiara la lanterna.

Ebbri d'aria presto i cigli calano
e si aprono lievi a stranieri stellari segni.
Endimione sorge dall'oscurità di querce antiche
e si china su acque di lutto grevi.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:12
SFACIMENTO

A sera quando le campane pace suonano,
seguo i meravigliosi voli degli uccelli,
che in lunghe schiere, come pii cortei di pellegrini,
dileguan nell'autunnali chiare lontananze.

Vagando pel giardino immerso nel crepuscolo
inseguo in sogno le lor più chiare sorti
e sento appena muovere gli indici dell'ore.
Così seguo i lor viaggi al di là delle nuvole.

Ed ecco un alito mi fa tremar di sfacimento.
Il merlo lamenta negli sfogliati rami.
Ondeggia la vite rossa su rugginosi cancelli,

mentre come ridda macabra di pallidi bambini
intorno a oscuri margini di fonti che si logorano,
rabbrividendo al vento si piegano astri azzurri.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:13
IL GREMBO BENEDETTO

Tu incedi fra le tue donne
e spesso sorridi affannata:
sono giunti i giorni dell'ansia.
Bianco sfiorisce alla siepe il papavero.

Come il tuo corpo così bene incurvato
dorata matura la linea al colle.
Lontano risplende dello stagno lo specchio
e la falce tintinna nel campo.

Nelle siepi rotola la rugiada,
rosse le foglie scorrono giù.
Per salutare la sua cara donna
si avvicina a te un moro bruno e rude.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:14
LA BELLA CITTÀ

Antiche piazze assolate in silenzio.
Immerse in filamenti di azzurro e oro
come in sogno si affrettano miti monache
di afosi faggi entro il silenzio.

Dalle brune illuminate chiese
guardano della morte le pure immagini,
di grandi principi le belle insegne.
Corone scintillano nelle chiese.

Destrieri emergono dalle fonti.
Sanguinanti minacciano dagli alberi artigli.
Ragazzi giocano confusi da sogni
a sera sommessi là presso la fonte.

Fanciulle stanno alle porte,
guardano timide nella varia vita.
Le loro umide labbra tremano
ed esse attendono presso le porte.

Tremanti vibrano di campane i suoni,
tempo di marcia e richiami di guardia.
Stranieri ascoltano sugli scalini.
Alti nell'azzurro sono d'organo i suoni.

Chiari strumenti cantano.
Dei giardini entro il fogliame
trema il riso di belle donne.
Sommesse giovani madri cantano.

Segreto alita a fiorite finestre
profumo d'incenso, catrame e lillà.
Argentei scintillano stanchi cigli
attraverso i fiori alle finestre.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:14
IN UNA STANZA ABBANDONATA

Finestre, variopinte aiuole,
un organo vi alterna il suono.
Ombre danzano sui parati,
una bizzarra folle ridda.

Fiammeggianti i cespugli alitano
e vibra di moscerini uno sciame,
lontano mietono sul campo le falci
e un'acqua antica canta.

Di chi è il respiro che m'accarezza?
Rondini tracciano confusi segni.
Lieve verso lo sconfinato scorre
laggiù la dorata regione dei boschi.

Fiamme vacillano nelle aiuole.
Confusa ed estatica la folle ridda
su pei giallastri parati.
Qualcuno guarda entro la porta.

Incenso dolce profuma ed il pero
e imbruniscono cassapanca e bicchiere.
Lentamente si china l'ardente fronte
verso le bianche stelle.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:15
CANZONE SPIRITUALE

Segni, rari ricami
dipinge svolazzante aiuola.
Di Dio l'azzurro respiro alita
entro la sala-giardino,
entro il giardino sereno.
S'innalza una croce nel selvaggio vino.

Ascolta nel bosco rallegrarsi molti,
un giardiniere presso al muro falcia,
sommesso un organo va,
mescola suono e dorato splendore,
suono e splendore.
Benedice amore pane e vino.

Anche ragazze entrano dentro
e per ultimo il gallo canta.
Piano un cancello fradicio va
e in corona di rose e cornice,
cornice di rose
Maria bianca e fine riposa.

Un mendicante sulla pietra antica
sembra morto in preghiera,
mite un pastore dal colle
va e un angelo nel boschetto,
nel boschetto vicino,
bambini nel sonno canta.

chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:16
MELANCONIA DELLA SERA

- Il bosco che smorto si distende -
e ombre sono a lui d'intorno, come siepi.
La fiera esce tremando dal nascosto,
mentre un ruscello scivola tutto lieve

e felci segue e antiche pietre
e argenteo splende tra intreccio di fogliame
e presto lo senti in voragini nere -
che forse già splendono le stelle.

Il piano oscuro sembra smisurato,
sparsi villaggi, palude e stagno,
e qualcosa ti appare come un fuoco.
Uno splendore freddo guizza per le strade.

Nel cielo si avverte un movimento,
un esercito di uccelli selvatici migrano
verso quei paesi belli, diversi.
Sale e discende il moto del canneto.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:17
PRIMAVERA SERENA

1

Presso il ruscello che pel giallo maggese scorre,
passa ancora il canneto secco dello scorso anno.
Nel grigiore scivolano meravigliosi suoni,
si disperde un alito di caldo letame.

Dai salici penzolano gattici lievi al vento,
la sua triste nenia canta sognante un soldato.
Una striscia di prato sussurra dispersa e fiacca,
un bimbo appare in profilo tenero e mite.

Là le betulle, il nero cespuglio di rovi,
figure anche fuggono nel fumo disciolte.
Chiaro verde germoglia ed altro marcisce
e rospi strisciano fra i giovani steli d'aglio.


2

Te fedelmente io amo rude lavandaia.
Ancora porta il flutto del cielo l'aureo peso.
Un pesciolino lampeggia via e sbiadisce;
un volto cereo scorre attraverso gli ontani.

Nei giardini affondano campane a lungo e lievi,
un uccellino trilla come folle.
Il mite grano si gonfia lento e in estasi
e api raccolgono ancora con diligente zelo.

Vieni ora amore al lavoratore stanco!
Nella sua capanna cade un tiepido raggio.
Il bosco scorre per la sera aspro e scialbo
e gemme crepitano allegre qua e là.


3

Ma come tutto il divenire sembra così malato!
Un alito febbrile intorno a uno stagno gira;
ma dai rami fa cenno uno spirito soave
che apre l'animo a trepida vastità.

Un fiorente gettito scorre via piano piano
e un non nato cura la propria pace.
Gli amanti fioriscono verso le loro stelle
e più dolce scorre il loro respiro nella notte.

Così dolorosamente buono e vero è ciò che vive;
e sommessa ti sfiora una pietra antica:
In verità! Io sarò sempre fra voi.
Oh, bocca! che attraverso l'argenteo salice trema.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:17
LA PASSEGGIATA

1

Una musica ronza al pomeriggio nel boschetto.
Nel grano girano spaventapasseri severi.
Cespugli di sambuco sulla via si sperdon lievi;
una casa in baluginìo si scioglie strana e vaga.

Nell'oro oscilla un profumo di timo,
su una pietra sta un numero sereno.
Su un prato giocano bambini a palla,
poi un albero comincia dinnanzi a te a girare.

Tu sogni: la sorella pettina i suoi capelli biondi,
e un amico lontano una lettera ti scrive.
Una bica fugge attraverso il grigio ingiallita e storta
e talvolta tu oscilli meravigliosamente leggero.


2

Il tempo scorre. Oh, dolce Elio!
Oh, immagine nella pozza di rospi dolce e chiara;
nella sabbia affonda meraviglioso un Eden.
Zigoli d'oro culla un cespuglio nel suo grembo.

Un fratello ti muore in un paese stregato
e con sguardo d'acciaio ti osservano i suoi occhi.
Nell'oro là un profumo di timo.
Un fanciullo accende al borgo un fuoco.

Gli amanti fiammeggiano rinnovati in farfalle
e dondolano sereni intorno a pietra e muro.
Svolazzano corvi intorno a ripugnante pasto
e la tua fronte romba per il tenero verde.

Nel roveto si spegne dolcemente una fiera.
Ti segue un più chiaro giorno infantile,
il grigio vento che svolazzante e vago
odori sfatti nel crepuscolo sciacqua.


3

Una ninna-nanna antica ti dà l'angoscia.
All'orlo della strada piamente una donna il suo bimbo allatta.
Come in sogno senti sgorgare la sua fonte.
Dai rami del melo scende di benedizione un suono.

E pane e vino sono dolci di dure pene.
Verso frutti tende argentea la tua mano.
La morta Rachele passa per il campo arato.
Con tranquillo gesto ti fa cenno il verde.

Benedetto anche fiorisce di povere ragazze il grembo,
che sognanti là presso le antiche fonti stanno.
Solitari lieti per silenziosi sentieri vanno
con creature di Dio senza peccato.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:18
PICCOLO CONCERTO

Un rosso che come in sogno ti scuote -
attraverso le tue mani risplende il sole.
Tu senti il cuore folle di gaudio
silenzioso all'azione prepararsi.

A mezzogiorno fluiscono gialli campi.
Avverti appena ancora dei grilli il canto,
dei falciatori il duro vibrar delle falci.
Semplici tacciono i dorati boschi.

Nella verde pozza arde putrescenza.
I pesci quieti stanno. Il respiro di Dio
risveglia piano suono di corde tra i vapori.
Ai lebbrosi il flutto annuncia guarigione.

Lo spirito di Dedalo oscilla in azzurre ombre,
un profumo di latte nei rami del nocciolo.
Si sente ancora il maestro archeggiare,
nel cortile vuoto lo stridìo dei ratti.

In una taverna su orribili parati
fioriscono più freschi color di viola.
Nel litigio si spensero oscure voci,
Narciso nell'accordo di flauti.

chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:18
AUTUNNO TRASFIGURATO

Imponente finisce così l'anno
con vino dorato e frutto dei giardini.
Intorno tacciono meravigliosi i boschi
e sono del solitario compagni.

Ed ecco dice il campagnolo: Tutto è bene.
Voi campane serali con suono lungo e lieve
alla fine ci date ancora lieto coraggio.
Una schiera di uccelli saluta in viaggio.

È il dolce tempo dell'amore.
Nel battello giù lungo l'azzurro fiume
come bene si accosta quadro a quadretto -
e il tutto tramonta in pace e silenzio.

chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:19
D'INVERNO

Il campo risplende bianco e freddo.
Il cielo è solitario e immenso.
Tordi si aggirano sopra lo stagno
e cacciatori dal bosco discendono.

Silenzio dimora in nere cime.
Un balenìo di fuoco guizza dalle capanne.
Talvolta assai lontano tintinna una slitta
e lenta sale la grigia luna.

Una fiera si dissangua sommessa sul ciglio
e corvi sguazzano in gore di sangue.
Il canneto trema giallo e alto.
Gelo, fumo, un passo nel vuoto boschetto.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:19
IN AUTUNNO

I girasoli sullo steccato splendono,
quieti siedono malati al sole.
Nel campo lavorano cantando le donne,
dal convento le campane alternan rintocchi.

Gli uccelli raccontano una fiaba lontana,
dal convento le campane alternan rintocchi.
Dalla corte risuona mite il violino.
Oggi torchiano il bruno vino.

L'uomo si mostra lieto e mite.
Oggi torchiano il bruno vino.
Spalancate son le stanze dei morti
e ben dipinte dalla luce del sole.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:20
MELANCONIA

Ombre azzurrine. Oh, voi occhi scuri,
che lungamente mi guardano passando.
Miti suoni di chitarra accompagnano l'autunno
nel giardino, sciolto in bruno ranno.
Della morte la tetraggine severa preparano
mani ninfee, a rossi seni suggono
labbra avvizzite e in nero ranno
del giovane solare umide ciocche scivolano.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:21
SUSSURRATO NEL POMERIGGIO

Sole autunnale sottile e incerto,
e la frutta cade dagli alberi.
Silenzio dimora negli azzurri spazi
per tutto un lungo pomeriggio.

Suoni di morte metallici;
e un bianco animale stramazza.
Di brune fanciulle i ruvidi cigli
vengon dispersi col cader delle foglie.

La fronte di Dio sogna colori,
sente della follia le miti ali.
Ombre si aggirano alla collina
da nera putrescenza orlate.

Crepuscolo pieno di pace e vino;
tristi chitarre scorrono.
E dentro, alla mite lampada,
rientri tu come in sogno.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:22
IN UN ANTICO LIBRO DI MEMORIE

Sempre ritorni tu, melanconia,
o soave senso dell'anima solitaria.
Si spegne l'ardore di un giorno dorato.

Umilmente si china al dolore il paziente
di armonie risonante e mite follia.
Guarda! Già scende il crepuscolo.

Di nuovo ritorna la notte e geme un mortale
e soffre un altro con lui.

Rabbrividendo sotto stelle autunnali
più profondo ogni anno si china il capo.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:22
SOBBORGO NEL VENTO ALPINO

A sera la contrada giace deserta e bruna,
l'aria da orrendo fetore percorsa.
Il rombo di un treno dall'arco di un ponte -
e passeri svolazzano sopra siepe e steccato.

Capanne rannicchiate, sentieri intricati e sparsi,
nei giardini confusione e via vai,
talvolta si gonfia un urlo da un moto oscuro,
in un gruppo di bimbi vola un abito rosso.

Sull'immondizie fischia un coro innamorato di ratti.
Donne portano in canestri interiora,
corteo nauseante di sporcizia e rogna,
sbucano esse fuor della penombra.

E un canale sputa improvviso sangue rosso
dal macello nel fiume silenzioso.
I venti colorano i radi arbusti a tinte varie
e lento avanza il rosso per il flutto.

Sussurrìo che in fosco sonno affoga.
Immagini sorgono dai fossati,
forse ricordi di una passata vita,
che con i caldi venti sale e scende.

Da nuvole emergono lucenti viali,
pieni di belle carrozze, di cavalieri arditi.
E vedi anche una nave su rocce infrangersi
e talvolta moschee color di rosa.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:23
TRISTEZZA UMANA

L'orologio che prima del sole le cinque batte -
uomini solitari che un oscuro orrore afferra.
Nel giardino serale sussurrano spogli alberi;
il volto del morto si muove alla finestra.

Forse quest'ora si è fermata.
Dinnanzi a occhi foschi notturne immagini illudono
nel ritmo di navi, che sul fiume dondolano;
sul molo un corteo di suore passa al vento.

Sembra sentire i pipistrelli stridere,
nel giardino commettere una bara.
Ossa rilucono tra cadenti mura
e nerastro oscilla là dinnanzi un pazzo.

Un raggio azzurro raggela in nuvole autunnali.
Gli amanti si allacciano nel sonno,
appoggiati ad angelici stellari vanni.
Del nobile le pallide tempie alloro adorna.

chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:23
METAMORFOSI

Lungo giardini autunnali rosso - arsi:
qui ferve nel silenzio una vita attiva.
Le mani dell'uomo portano bruni tralci,
mentre mite il dolore nello sguardo reclina.

A sera: passi attraversano una terra nera
più appariscenti nel silenzio di rossi faggi.
Un azzurro animale s'inchinerà alla morte
e orrenda marcisce una veste vuota.

In calma si gioca dinnanzi alla taverna,
un volto ebbro è nell'erba affondato.
Frutti di sambuco, flauti dolci ed ebbri,
profumo di reseda che femminilità irrora.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:23
DE PROFUNDIS

C'è un campo di stoppie, nel quale nera pioggia cade.
C'è un albero bruno, che sta là solitario.
C'è un vento bisbigliante che aggira vuote capanne -
com'è triste questa sera.

Lungo lo stagno
la mite orfana raccoglie scarse spighe ancora.
I suoi occhi rotondi e dorati pascono nel crepuscolo
e il suo grembo attende lo sposo celeste.

Al ritorno
trovarono i pastori il dolce corpo
imputridito nel cespuglio di rovi.

Un'ombra sono io lontana da cupi borghi.
Il silenzio di Dio
bevvi alla fonte silvana.

Sulla mia fronte appare freddo metallo.
Ragni cercano il mio cuore.
C'è una luce, che nella mia bocca si spegne.

A notte mi trovai in una landa,
irrigidito d'immondizie e polvere di stelle.
Nel cespuglio di nocciòlo
risuonavano ancora angeli cristallini.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:25
CANTO DELLA SERA

Se a sera passiamo per sentieri oscuri,
appaiono le nostre pallide figure davanti a noi.

Se la sete ci assale,
beviamo le bianche acque dello stagno,
la dolcezza della nostra triste infanzia.

Come morti posiamo sotto il cespuglio di sambuco,
seguiamo il volo dei gabbiani grigi.

Nuvole di primavera salgono sopra la tetra città,
che nasconde in silenzio i tempi più nobili dei monaci.

Quando io presi le tue mani sottili,
tu apristi piano gli occhi rotondi.
Ciò da tempo è passato.

Ma se un'oscura melodia l'anima invade,
appari tu, bianca, nel paesaggio autunnale dell'amico.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:31
AL FANCIULLO ELIS

Elis, quando il merlo chiama nel bosco nero,
è questo il tuo tramonto.
Le tue labbra bevono la frescura dell'azzurra sorgente.

Abbandonati, se la tua fronte sommessa sanguina
antichissime leggende
e l'oscuro senso del volo degli uccelli.

Tu però vai con morbidi passi nella notte
che colma di purpurei grappoli pende,
e muovi più sciolto le braccia nell'azzurro.

Un cespuglio di rovi risuona,
dove sono i tuoi occhi lunari.
Oh, da quanto tempo sei tu, Elis, estinto.

Il tuo corpo è un giacinto,
nel quale un monaco affonda le eburnee dita.
Una nera voragine è il nostro silenzio,

dal quale talvolta un mite animale esce
e lentamente le pesanti palpebre china.
Sulle tue tempie goccia nera rugiada,

l'ultimo oro di stelle declinanti.
chiaralapazza
00mercoledì 30 settembre 2009 19:31
ELIS

1

Perfetta è la quiete di questo giorno dorato.
Sotto antiche querce
appari tu, Elis, in riposo con occhi rotondi.

Il loro azzurro rispecchia il sopore degli amanti.
Sulla tua bocca
si spensero i loro rosei sospiri.

A sera il pescatore ritrasse le pesanti reti.
Un buon pastore
guida il suo gregge lungo il margine del bosco.
Oh, come son giusti, Elis, tutti i tuoi giorni.

Lieve scende
su muri spogli l'azzurra quiete dell'olivo,
si spegne di un vecchio l'oscuro canto.

Battello dorato
dondola, Elis, il tuo cuore nel cielo solitario.


2

Un soave cariglione risuona nel petto di Elis
la sera, quando il suo capo affonda nel nero guanciale.

Un'azzurra fiera
sanguina sommessa nel groviglio di rovi.

Un albero bruno sta là appartato;
i suoi frutti azzurri sono caduti.

Segni e stelle
affondano lievi nello stagno della sera.

Dietro il colle è sceso l'inverno.

Azzurre colombe
bevono la notte il sudore gelido,
che scorre dalla fronte cristallina di Elis.

Sempre risuona
su muri neri di Dio il vento solitario.

chiaralapazza
00martedì 6 ottobre 2009 18:10
HELIAN

Nell'ore solitarie dello spirito
è bello camminare al sole
lungo i gialli muri dell'estate.
Levi risuonano i passi nell'erba; ma sempre
dorme il figlio di Pan nel grigio marmo.

A sera sulla terrazza c'inebriammo di bruno vino.
Rossastra arde la pesca nel fogliame;
dolce sonata, lieto riso.

Bello è il silenzio della notte.
Su oscuro piano
c'incontriamo con pastori e bianche stelle.

Quando viene l'autunno
appare una tersa chiarezza nella selva.
Placati peregriniamo lungo rossi muri
e gli occhi rotondi seguono il volo degli uccelli.
A sera scende la bianca acqua nell'urne funerarie.

Tra spogli rami fa festa il cielo.
In pure mani porta il campagnolo pane e vino
e in pace maturano le frutta nell'assolata stanza.

Oh com'è serio il volto dei cari morti.
Ma rallegra l'anima una visione giusta.

Imponente è il silenzio del devastato giardino,
quando il giovane novizio, la fronte di brune foglie coronata,
il suo respiro gelido oro beve.

Le mani sfiorano l'antica età di azzurre acque
o in fredde notti le bianche guance delle sorelle.

Lieve e armonioso è l'andar lungo amichevoli stanze,
dov'è solitudine e il mormorìo dell'acero,
dove forse ancora il tordo canta.

Bello è l'uomo e chiara apparizione nel buio,
quando con stupore braccia e gambe muove,
e in purpuree cavità calmi gli occhi ruotano.

Al vespro si perde lo straniero in mezzo a nera devastazione novembrina,
tra fradicia ramaglia, lungo muri pieni di lebbra,
dove dianzi il santo fratello andava,
immerso nel dolce suono di corde della sua follìa.

Oh, come solitario si spegne il vento della sera.
Morente si china il capo nell'oscurità dell'olivo.


Sgomenta il tramonto della stirpe.
In quest'ora si riempiono gli occhi del contemplante
con l'oro delle sue stelle.

A sera affonda un cariglione che più non suona,
rovinano i neri muri sulla piazza,
un soldato morto invita alla preghiera.

Pallido angelo
entra il figlio nella vuota casa dei padri.

Le sorelle sono andate lontano da bianchi vecchi.
Di notte le trovò il dormente sotto le colonne nell'atrio,
rientrate da tristi pellegrinaggi.

Oh, come rigida di fango e vermi la loro chioma,
quando egli là dentro con argentei piedi sta,
e quelle escono morte da spoglie stanze.

Oh, voi salmi nell'infocate piogge di mezzanotte,
quando con ortiche i servi i miti occhi batterono,
gli infantili frutti del sambuco
con stupore si chinano sopra un sepolcro vuoto.

Lievi rotolano ingiallite l'une
sopra i febbrili lini del giovinetto,
prima che il silenzio dell'inverno segua.


Un elevato destino medita giù lungo il Cedron,
dove il cedro, tenera creatura,
sotto gli azzurri cigli del padre si dispiega,
sul pascolo a notte il pastore il suo gregge guida.
O sono urla nella notte,
quando un angelo bronzeo nella selva l'uomo incontra,
la carne del santo su rovente graticola si fonde.

Intorno a capanne di argilla s'avviticchia purpurea vite,
sonanti fasci d'ingiallito grano,
il ronzìo delle api, il volo della gru.
A sera s'incontrano risorti su sentieri di roccia.

In nere acque si specchiano lebbrosi;
o si aprono vesti macchiate di fango
piangendo al balsamico vento, che dal roseo colle spira.

Sottili ancelle vanno a tentoni pei vicoli notturni,
se mai trovassero l'amante pastore.
Al sabato risuona nelle capanne un soave canto.

Lascia che la canzone ricordi anche il fanciullo,
la sua follìa, il bianco ciglio e la sua dipartita,
il putrescente, che azzurrini gli occhi apre.
Oh, com'è triste questo rivedersi!


I gradini della follìa in nere stanze,
le ombre dei vecchi sotto la porta aperta,
quando l'anima di Helian in roseo specchio si mira
e neve e lebbra dalla sua fronte calano.

Alle pareti si son spente le stelle
e le bianche sembianze della luce.

Dal tappeto sorge ossame di tombe,
il silenzio di cadenti croci al colle,
la dolcezza dell'incenso nel purpureo vento della notte.

Oh, voi occhi infranti in nere bocche,
quando il nipote in ottenebramento mite
solitario l'oscura fine medita,
il Dio silenzioso su di lui gli azzurri cigli cala.
chiaralapazza
00martedì 6 ottobre 2009 18:11
A UN MORTO PREMATURO

Oh, il nero angelo che uscì lieve dall'interno dell'albero,
quando noi eravamo miti compagni di gioco la sera,
al margine dell'azzurrina fontana.
Quieto era il nostro passo, gli occhi rotondi nella bruna frescura dell'autunno,
oh, la purpurea dolcezza delle stelle.

Ma quello scendeva i gradini di pietra del Mönchsberg,
un azzurro sorriso nel volto e stranamente avviluppato
nella sua più quieta infanzia e morì;
e nel giardino rimase l'argenteo volto dell'amico,
origliando nel fogliame o nell'antico petrame.

L'anima cantava la morte, il verde sfacimento della carne
ed era il mormorio del bosco,
il fervido lamento della fiera.
Sempre risuonavano da crepuscolari torri le azzurre campane della sera.

Venne l'ora che quello le ombre nel purpureo sole vide,
le ombre della putredine nello spoglio fogliame;
sera, quando al muro crepuscolare cantò il merlo,
lo spirito del precocemente morto nella quieta stanza apparve.

Oh, il sangue che dalla gola del risonante scorre,
azzurro fiore; oh le ardenti lacrime
piante nella notte.

Dorata nuvola e il tempo. Nella solitaria stanza
inviti a ospite più spesso il morto,
vagando sotto gli olmi in confidente colloquio giù lungo il fiume.
chiaralapazza
00martedì 6 ottobre 2009 18:12
CREPUSCOLO SPIRITUALE

Silenziosa t'incontra al margine del bosco
una oscura fiera;
sul colle si spegne lieve il vento della sera,

ammutisce il lamento del merlo,
e i miti flauti dell'autunno
tacciono nel canneto.

Su nera nuvola
percorri tu ebbro di papavero
il notturno stagno,

il cielo stellato.
Sempre risuona la lunare voce della sorella
attraverso la notte spirituale.
chiaralapazza
00martedì 6 ottobre 2009 18:12
NASCITA

Monti: nerità, silenzio, neve.
Rossa dal bosco discende la caccia;
oh, i muscosi sguardi della fiera.

Silenzio della madre; sotto neri pini
si aprono le dormenti mani,
quando in declino la fredda luna appare.

Oh, la nascita dell'uomo. Notturna rumoreggia
l'azzurra acqua nel grembo della roccia;
sospirando scorge la sua immagine l'angelo caduto,

si risveglia un che di pallido nella tetra stanza.
Due lune
risplendono gli occhi della petrosa vegliarda.

Ahimè! l'urlo della partoriente. Con oscura ala
sfiora le tempie del fanciullo la notte, neve,
che sommessa da purpurea nube scende.
chiaralapazza
00martedì 6 ottobre 2009 18:13
TRASFIGURAZIONE

Quando scende la sera,
ti abbandona lieve un azzurro volto.
Un piccolo uccello canta nel tamarindo.

Un mite monaco
congiunge le mani spente.
Un bianco angelo visita Maria.

Una corona notturna
di violette, grano e purpurea uva
è l'anno del contemplante.

Ai tuoi piedi
si aprono le fosse dei morti,
quando posi la fronte sull'argentee mani.

Silenziosa dimora
sulla tua bocca l'autunnale luna,
ebbra dell'azzurro canto del succo di papavero;

azzurro fiore
che lieve risuona entro ingiallita pietra.

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:35.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com