I briganti e i viandanti: anno 2007!

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pacotom
00sabato 3 marzo 2007 10:54
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/03_Marzo/03/galli.shtml

Passeggeri depredati. Lettera al ministro Amato: rischioso lavorare
Treni per il Sud, rapinatori all’assalto
Colpiti i convogli che partono da Milano. Gli addetti alla sicurezza di Trenitalia vengono sequestrati nei vagoni e a volte picchiati

MILANO — Un solo errore. Per colpa d’una coincidenza: sbagliata. A dicembre, due bande si sono ritrovate sullo stesso convoglio. Ne è nata una mezza scazzottata tesa a determinare la proprietà del territorio. Per il resto, tra l’anno scorso (29 colpi) e gli ultimi due mesi (già 10), una scia perfetta. «Merito» di una tecnica d’azione affinata un viaggio dopo l’altro. Sono i predoni dei treni diretti dalla Stazione Centrale di Milano al Sud: Messina, Palermo, Siracusa e Villa San Giovanni, e ogni tratta ha un’organizzazione che la controlla. I predoni salgono mischiati ai passeggeri. E quando i convogli tagliano l’Italia di notte, sequestrano il personale di Trenitalia, con botte a chi oppone resistenza, scassinano i lucchetti delle cuccette, s’intrufolano e fan razzie. Computer portatili e cellulari, valigie e portafogli. La Compagnie des Wagons-Lits, società che cura la ristorazione a bordo, ha inviato una lettera al ministro dell’Interno Giuliano Amato: «Troppi rischi. Servono subito interventi. Così, non si può lavorare». La Cgil ha raccolto segnalazioni e denunce: «Bisogna muoversi prima che succeda l’irreparabile » dice Nino Cortorillo, segretario lombardo della Cgil trasporti.
L’ORGANIZZAZIONE — Se è cambiata, com’è cambiata, la geografia nostrana della criminalità, di certo non s’è fatta scappare l’ultimo treno. Racconta un controllore: «Le rapine ci sono sempre state. Ma se, un tempo, c’erano i connazionali, poveracci che cercavano di sopravvivere, adesso ci sono professionisti. Gente che delinque per arricchirsi. E così come quelli di allora, quando li beccavi, quasi si scusavano "Ha ragione, ma io devo mangiare", questi di oggi ti colpiscono e tanti saluti». E infatti: c’è un dipendente di Trenitalia che, nel tentativo di opporsi ai rapinatori, ha rimediato uno sfregio col coltello in viso. Un segnale ad andare per la sua strada. Anche perché, pur volendo e pur riuscendoci, inseguire i malviventi è dura. Dopo aver svaligiato una cuccetta, la banda — un elemento da palo, tre gli esecutori—si ritrova in uno scompartimento per dividersi il bottino. E, soprattutto, nascondere i documenti personali delle vittime. Qualora vengano scoperti, scatta la fuga. Con uno stratagemma e una mossa estrema. Lo stratagemma: manomettere, alzandola, la pedana che separa un vagone dall’altro, in modo che diventi una barriere difficile da superare senza rischiare di cadere sui binari. La mossa estrema: azionare il freno d’emergenza per far aprire le porte e scappare.
I COMPLICI — Dunque, freno d’emergenza. Tirato in aperta campagna o in città, non fa differenza: c’è una squadra di complici che, su automobili accompagna il tragitto del treno, pronta a intervenire per raccogliere i compari. Compari che, a sentire testimoni e vittime, dovrebbero arrivare dall’Est Europa. Incerta la nazionalità. Certo il modus operandi. Certissime le tratte battute. Quattro. Con una predilezione per la Milano-Siracusa: 17 rapine nel 2006, 2 quest’anno. Tratte, si legge in un dossier della Cgil, «che ospitano un elevato numero di passeggeri anziani. Persone più a rischio e che meno si possono difendere». Per il sindacato, «bisogna potenziare i controlli a bordo. E migliorare la dotazione tecnologica ». In effetti, si lamenta un addetto alle cuccette, «noi nemmeno abbiamo un telefono o una ricetrasmittente per tenerci in contatto con macchinisti e capitreno». L’escalation di violenze datata 2006 e 2007 si può leggere in due modi. «Merito » delle bande che hanno scalzato le antiche organizzazioni italiane—anche se la banda dei casertani ancora opera sulla tratta verso Napoli — e «colpa» della crisi di «Trenitalia, costretta a tagliare anche il personale addetto alla sicurezza». Il personale di bordo chiama in causa la Polfer, la polizia ferroviaria. Senza, però, darle addosso: «Hanno già un sacco di lavoro». Lunedì, all’esterno della Stazione Centrale, uno spazzino è stato accoltellato in pieno giorno per essersi rifiutato di consegnare il portafogli a un rapinatore. Martedì, per lo stesso motivo, un passante è stato colpito alla gola con un coccio di bottiglia. Il tutto mentre all’esterno le baby gang di zingari battono le piazze e all’interno aumentano gli scippi ai danni di chi, sulla banchina, attende il treno.
Andrea Galli
03 marzo 2007

Ma la Polfer esiste ancora? Ci mettiamo le gpg? Certo che io il treno non lo prendo più e non lo farò prendere ai miei. Ma sugli aerei succede la stessa cosa? Sì, dei bagagli che spariscono lo so già, parlo di rapine a bordo. Ancora no? meno male...
dago113
00sabato 3 marzo 2007 17:15
Non è una novità, purtroppo. Sono decine di anni che la situazione va avanti così. Solo che ora sta andando inesorabilmente sempre peggio, grazie a scarcerazioni, permessi premio, indulti et similia dati alla feccia ed agli Uffici Polfer sempre più sguarniti.
Ora probabilmente per un certo periodo si ragionerà in base all'emergenza, con mobilitazione di mezzi e personale sulle tratte più a rischio e poi, tempo pochi mesi, si ritornerà come prima.

Vogliamo scommettere?
postman78
00sabato 3 marzo 2007 19:24
Re:

Scritto da: dago113 03/03/2007 17.15
Non è una novità, purtroppo. Sono decine di anni che la situazione va avanti così. Solo che ora sta andando inesorabilmente sempre peggio, grazie a scarcerazioni, permessi premio, indulti et similia dati alla feccia ed agli Uffici Polfer sempre più sguarniti.
Ora probabilmente per un certo periodo si ragionerà in base all'emergenza, con mobilitazione di mezzi e personale sulle tratte più a rischio e poi, tempo pochi mesi, si ritornerà come prima.

Vogliamo scommettere?



La vinci tu, sicuro!!

Un film già visto!!!!
C'è chi sostiene che la privatizzazione di Trenitalia porterà ancor di più a un ridimensionamento dei posti polfer proprio perchè diventate totalmente private, medesimo discorso, per fare un parallelo, per i podti di polizia negli ospedali, adesso le vecchie USL sono aziende private quindi per la vigilanza ci devono pensare loro.....sicuramente un grosso errore! [SM=x165048]
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