Re: Re: L'organizzazione di Geova favorirebbe il racket minorile
(SimonLeBon), 24/05/2015 09:05:
Magari hanno una nuova teoria da proporre e la possiamo applicare da subito alla chiesa romana, che passa a raccogliere i soldi in chiesa e la nonnina da la monetina al nipotino che la mette nel cesto del chierichetto
TUTTE le organizzazioni religiose si mantengono grazie a offerte volontarie. TUTTI i devoti delle varie chiese sono lieti di fare offerte. TUTTI i genitori che credono nei propri valori religiosi li trasferiscono ai propri bambini: se non lo fanno, o lo fanno tiepidamente, è segno inequivocabile della propria scarsa convinzione in materia di fede. Un genitore devoto insegnerebbe sicuramente a suo figlio che dare del denaro a favore della propria religione costituirebbe un'opera di misericordia, approvata e apprezzata da Dio. QUALUNQUE padre convinto delle proprie credenze sarebbe ben disposto a crescere i suoi figli con l'idea che rinunciare ad un gelato, ogni tanto, per fare del bene e compiacere il proprio Dio sarebbe meritorio.
La Chiesa Cattolica, quando induce i propri fedeli al versamento dell'otto per mille (mezzo lecito di fare cassa dato che avviene su base volontaria, ma che viene ingiustamente negato ai testimoni di Geova), sostiene che i soldi servirebbero alla lotta alla prostituzione, alla tossicodipendenza, a favorire l'alfabetizzazione, e ovviamente all'opera "missionaria" (= proselitismo).
I testimoni di Geova usano il denaro per molte finalità. Alcune hanno valenza oggettiva (es. sostegno alle vittime delle calamità naturali, per il quale la loro efficienza è universalmente riconosciuta), il valore di altre, come la costruzione di edifici di culto, è ovviamente contestualizzato all'importanza che i singoli testimoni attribuiscono al proprio credere, e che coerentemente come si è detto trasmettono in eredità didattica ai loro figli.È fisiologico che queste seconde finalità appaiano secondarie o anche irrilevanti a chi non ha motivo di condividerle, perché non Testimone, ma ciò non ha alcun peso nel ragionamento, poiché appunto ciascuno fa le proprie scelte (anche economiche) in dipendenza delle proprie convinzioni. Se fossi nato da due genitori sostenitori dell'abolizione della caccia è verosimile che essi avrebbero fatto dei decisi tentativi di crescermi con le medesime idee, e fra queste anche la convinzione per cui sostenere finanziariamente un'associazione anticaccia sarebbe lodevole e anzi necessario alla causa. Io non condivido questa necessità, dato che non sono un detrattore incondizionato della caccia o un sostenitore del vegetarianesimo, nel quale non credo.
Ciò malgrado non vado di sicuro a sindacare sul modo in cui costoro investono il proprio denaro, né sul modo in cui ritengono di educare i figli. Sono idee che non condivido e che mi vedono financo contrario, ma sono pur sempre espressioni della libertà altrui di decidere di sé. Ciò non fa di me un essere speciale, ma solo normale.
Normalità che non appartiene ai fuoriusciti dissidenti, talmente adusi a respirare l'aria mefitica che si respira nei loro covi anonimi internettiani da mandare in malora anche il più elementare senso civico.