LItania a bologna

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edorian
00venerdì 22 ottobre 2004 15:58
ho letto in agenda che il 18 dicembre.. questo stupendo evento arriva a bologna...
qualcuno sa dirmi come fare a prenotare i posti????
in agenda non c'è scritto nulla...ma io non vorrei arrivare all'ultimo momento e rimanere con un pugno di mosche................



aiutatemi!!!!

bb2004
00mercoledì 3 novembre 2004 21:36
adesso c'è qlk indicazione in più sull'agenda ...
l'ingresso è gratuito ... vedremo .. nn vedo l'ora ...
ciao.
CorContritumQuasiCinis
00venerdì 15 luglio 2005 14:54
Ripescando interviste... questa è interessante.

Religione, ideologia e altre liturgie

Conversazione con Giovanni Lindo Ferretti e Ambrogio Sparagna
di Michele Coralli



Amiamo il difforme, seguiamo il rigagnolo che devia dal normale corso del fiume e in ogni contesto ci piace trovare il diverso. È anche per questo che ci mettiamo a parlare di idee, ideologie e presepe con Giovanni Lindo Ferretti e Ambrogio Sparagna, insieme per presentare Litania, un incontro tra diverse visioni del mondo e della musica, ispirato ai modi dei canti religiosi di tradizione orale.

Dal punto di vista ideologico come nasce Litania?

[Ferretti] Affrontare la cosa da questo punto di vista è impossibile. Domande di questo tipo con il tempo te le fai, ma questo lavoro nasce da motivazioni che sono lontane dall'ideologia e che non sono assolutamente riconducibili ad essa. Quando si comincia a ragionare in termini di ideologia, il progetto è già finito, perché non c'è più niente che ha a che fare con le motivazioni che ci hanno spinto alla sua creazione.

Al di là della spinta estetica, in cosa si può rintracciare l'idea di partenza?

[Ferretti] Credo che la prima spinta sia stata quella di continuare un rapporto tra due persone che si sono incontrate e che hanno scoperto di lavorare piacevolmente insieme, soprattutto perché hanno avuto buoni motivi per stupirsi vicendevolmente. Ambrogio [Sparagna], in particolare, voleva sentire la mia voce forte attorno a un incrocio di altre voci, dentro a un contesto di canzoni religiose. Questo non era un "mio" sogno, ma, una volta che mi è stato proposto, lo è subito diventato. Ho ripensato allora a quali erano le canzoni religiose che avrei voluto cantare con Ambrogio e ho aggiunto all'elenco 3 mie canzoni perché lui le sistemasse secondo l'approccio musicale che avevamo adottato. Sono iniziati poi gli spettacoli e con essi tutta una serie di problemi, anche di carattere ideologico.

Che tipo di problemi?

[Sparagna] Beh sono tantissimi. Pensa solo all'idea di cantare in latino, dialetto e italiano. Non è la stessa cosa come prendere un caffè dolce o amaro. È soprattutto una questione ideologica.

Non estetica?

[Sparagna] No, perché cantare in latino dopo il Concilio Vaticano II non è più una questione puramente estetica. Se tu decidi di cantare canzoni religiose in latino, ma anche in italiano e in dialetto, ti poni di fronte a ciò che è stato quel grande rinnovamento della pratica musicale liturgica. Nel momento in cui il Concilio ha stabilito che occorreva dare spazio a tutte le forme di liturgie popolari, nazionali e locali, è chiaro che una tradizione come quella del canto in latino si sarebbe persa. Nella tradizione popolare italiana infatti tutto quel repertorio che appartiene alla cosiddetta para-liturgia è andato perduto. Questo nostro lavoro riprende il salmo 50, il Miserere, che viene eseguito ancora oggi solamente dai gruppi confraternari durante la Settimana Santa.

[Ferretti] Ci siamo anche resi conto che le traduzioni delle preghiere, passando dal latino all'italiano, sono state filtrate da un taglio ideologico, nel senso che spesso e volentieri non c'è stata una traduzione letterale, ma anche questo è frutto della complessità del mondo.

Litania sembrerebbe quindi un lavoro tale da richiedere un'attenta esegesi per potersi addentrare in tematiche così complesse…

[Sparagna] Non è questo, per carità. Ognuno fa il mestiere che sa fare e noi siamo dei modesti cantanti. Però siamo anche persone che ragionano e che cercano di rapportarsi con un occhio critico sia a un repertorio, sia alla storia. In questo senso l'ideologia è presente in noi, anche se però non ci si può mettere a cantare il Te Deum con un approccio ideologico.

Il mondo della musica rock, soprattutto quella rappresentata da [Ferretti], si situa in un'area per così dire "materialistica", rispetto alla quale anche un lavoro come Litania può essere spiazzante. Come giudichi questo punto di vista?

[Ferretti] È certamente spiazzante, se uno ha dato della mia storia una lettura unicamente ideologica. Le mie canzoni, contenute in questo lavoro, sono canzoni profondamente religiose, pur facendo parte del repertorio dei CCCP più classici. Chi mi conosce sa che c'è una parte di me fortemente determinata da questa ansia religiosa. Del resto ho cantato le odi alla Madonna già quando ero nei CCCP.

Anche se lì poteva apparire come una provocazione…

[Ferretti] Ognuno è libero di dipingere il mondo come vuole. Per me non era una provocazione allora, e, nel caso alcuni vogliano ribadirlo ora, non è una provocazione nemmeno quella di oggi. Sarebbe anche di cattivo gusto e poi si sente quanto uno canta per provocare e quando no.

Il momento attuale è determinato da forti spinte in senso strumentale di tematiche religiose. È proprio di questi giorni la consueta polemica di basso profilo attorno ai presepi, che ha coinvolto Chiesa cattolica e… Bruno Vespa. Tutto questo, a fronte del fatto che la società nel suo complesso si sta sempre più laicizzando. Come vivete certe prese di posizione?

[Ferretti] In casa mia faccio il presepe da sempre. Solamente dai 14 ai 18 anni non l'ho fatto. Quindi Vespa o non Vespa, la cosa non mi tocca. Non ho neppure la televisione, quindi non so proprio cosa dicono quando scoppiano questi casi. Noi siamo in un altro mondo.

[Sparagna] La realtà infatti è diversa. Se uno gira per i pellegrinaggi si accorge di una cosa fondamentale, ovvero del grande ritorno a una pratica devozionale fortissima. E la cosa è molto articolata: non c'è il mondo bigotto da una parte e il mondo "alternativo" dall'altra. C'è invece "il mondo" nella sua idea frastagliata, che cerca di trovare un rapporto con la religiosità in maniera nuova, personale, molto privata e molto diretta. Tant'è che, mentre è scomparsa tutta una serie di canti narrativi o di repertori domestici come le ninne nanne, sono invece aumentati i repertori religiosi legati alle pratiche pubbliche, come i canti mariani, i canti della Settimana Santa e quelli natalizi. Questo non è un problema solo per gli etnomusicologi che devono catalogare, ma anche per i preti. Perché questi ultimi, fino a un po' di anni fa, escludevano alcune cose dalla fede e le consideravano frutto di fanatismo. Adesso sono loro stessi ad ammettere che anche altre cose sono una parte importante della fede.

Le commistioni all'interno della Chiesa esistono però fin dagli anni '60/'70, basti pensare all'adozione del rock, del folk o del canto cantautorale in seno a messe ed altri momenti collettivi.

[Sparagna] Sì, però, tanto per fare un esempio, le bolle dei vescovi contro il ballo dedicato alla Madonna di Viggiano sono state emesse fino alla fine degli anni '60. Adesso, se tu vai alla festa della Madonna di Viggiano, è il vescovo che balla con i fedeli e sta pure in prima fila, come per dire che l'ha inventato lui quel ballo! Ho guidato la processione con un'orchestra di organetti, trampoli e giocolieri e il vescovo seguiva il movimento ondulatorio della danza come tutti gli altri. Per fortuna il mondo non è bianco e nero, ma esistono tanti toni cromatici e molti di questi aspetti contribuiscono a rendere le varietà dei grigi. Di fronte a questioni come questa dobbiamo avere un atteggiamento che va al di là dell'ideologia, altrimenti il tema della sacralità in musica non si riesce a capire assolutamente. Poi ogni situazione vale di per sé: Giovanni ha una sua spiritualità, io ne ho un'altra. Tutti vivono questo rapporto in una maniera diversa. Il successo di questo spettacolo/preghiera sta forse proprio nel fatto che tutti quelli che vengono a sentirci si riconoscono in maniera assolutamente personale in quello che noi cantiamo. C'è una parte di loro che si muove quando Giovanni canta il Te Deum o il Magnificat, altri si muovono con i canti popolari. Tutte, comunque, sono corde che si muovono per simpatia o per reazione.


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