Danae, grazie!
Sono felice che il libro ti piaccia tanto.
È bellissimo e merita tutti gli elogi. Però ti esorto: d’ora in poi, guarda sempre chi sono la traduttrice, il traduttore o i traduttori, mi raccomando!
Violetta, forse abbiamo voluto inconsciamente che la discussione sul libro fosse aperta da una lettrice, non da noi, e sono contento che sia stata una lettrice entusiasta, che non sapeva del nostro contributo, proprio come avviene per tutti gli altri libri. Così la presentazione è più imparziale!
E adesso, perdonatemi se rinuncio a qualunque modestian a qualsiasi imparzialità, a qualsiasi ritegno.
Sono fierissimo di avere contribuito a tradurre «Le Dee perdute»: è stato molto bello lavorare insieme ed è un’immensa soddisfazione. È senz’altro il libro più bello e più significativo che io abbia mai tradotto. Non è stato semplicemente un lavoro: la traduzione è stata scritta con dedizione e con amore verso le Antiche Tradizioni che guida a riscoprire, e ci ha emozionati e commossi intensamente e profondamente entrambi. Vero, Violetta?
Charlene Spretnak ha seguito la via aperta da altri, studiose e studiosi, in primo luogo Jane Ellen Harrison (autrice di opere fondamentali, una soltanto delle quali tradottta in Italiano), ma con questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1978 e conosciuto in tutto il mondo da decenni, ha creato qualcosa di unico e di bellissimo, dal punto di vista letterario, mitologico e spirituale. È un libro piccolo, che ha avuto un’influenza immensa. È uno dei libri fondamentali che hanno contribuito al «ritorno della Dèa», come lo descrive la stessa Charlene, con una espressione che a me piace molto. Altri libri simili degli stessi anni, che lei stessa ricorda, sono quelli di Starhawk, di Marija Gimbutas e di Merlin Stone. Starhawk e Gimbutas erano già disponibili in Italiano. «Il Linguaggio della Dèa» è stato ripubblicato in una nuova edizione sempre grazie a Luciana Percovich e a Venexia, che adesso, dopo «Le Dee perdute», ha tradotto finalmente «Quando Dio era una donna», di Merlin Stone, pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1975.
Comunque, nella Prefazione e nella Introduzione, Charlene Spretnak spiega bene come sia avvenuto il ritorno della Dea e come «Le Dee perdute» vi abbia contribuito: anche per questo invito tutte le Fanciulle dell’Isola a leggerlo, e poi, se vorranno, a scrivere qui le loro impressioni.