Lettera Aperta dei Familiari di "Via Fani"

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postman78
00domenica 4 marzo 2007 13:49
Lettera aperta

Gentilissimi,
siamo i familiari dei carabinieri e degli agenti della Polizia di Stato caduti il 16 marzo 1978 nella oramai famosa “Strage di via Fani”, occasione in cui fu rapito l’Onorevole Aldo Moro e trucidata senza nessuna pietà tutta la sua scorta.
Martedì 27 febbraio u.s. alle 23.40, Studio Aperto, il tg diretto da Mario Giordano, ha presentato uno speciale dal titolo ''Il ritorno delle Brigate rosse'', condotto da Claudio Martelli, che ricostruiva la nascita delle Brigate Rosse con una lunga intervista ad Alberto Franceschini, fondatore storico del gruppo terroristico nel lontano 1970 insieme a Renato Curcio. All’interno dello speciale un’intervista al Franceschini veniva realizzata proprio a via Fani, luogo in cui furono uccisi cinque servitori dello Stato. Tale proiezione ci ha riportato indietro di trent’anni, a quel terribile giorno in cui le nostre vite si fermarono insieme a quelle dei nostri cari, ci ha inorridito vedere un terrorista accanto alla lapide che ricorda l’eccidio, ci ha disgustato sentirlo parlare di Brigate Rosse proprio in quel luogo di “memoria storica” per la Nazione tutta.
Silenziosamente sino ad oggi, in quanto educati dai nostri caduti nel rispetto delle Istituzioni e nel credo cristiano, abbiamo taciuto sui vari accadimenti degli ultimi tempi. Abbiamo silenziosamente osservato Sergio D'Elia, ex terrorista di Prima linea, essere eletto segretario di presidenza della Camera dei deputati, abbiamo fissato l'ex terrorista Susanna Ronconi essere nominata alla Consulta nazionale delle tossicodipenze, abbiamo assistito l'ex brigatista Barbara Balzerani, ne' dissociata ne' pentita, ottenere la libertà condizionata nonostante il parere negativo espresso da noi familiari al Magistrato di Sorveglianza (parere che data la nostra discrezionalità non è mai stato dato in pasto alla stampa), ed ora, infine, siamo costretti ad assistere all’esaltazione mediatica dell’ex BR Franceschini proprio sul luogo in cui vennero uccisi gli uomini della scorta di Moro (come purtroppo vengono ormai ricordati i cinque agenti, precipitati nel limbo della dimenticanza comune).
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tramite il Segretario Generale del Quirinale Donato Marra, in occasione dell’invito al figlio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti, ucciso dalle Br, a sospendere il suo sciopero della fame iniziato per protestare contro la presenza nelle Istituzioni di ex terroristi, affermò “…il bisogno di mantenere viva nell'opinione pubblica e tra le forze politiche la memoria della gravità dell'attacco portato dal terrorismo alle istituzioni democratiche e il ricordo di quanti le hanno difese con coraggio e determinazione fino al sacrificio della vita”.
Orbene, viste le dichiarazione del Capo dello Stato riteniamo indecoroso e realmente indecente proporre tali interviste, come quella rilasciata dal BR Franceschini nello speciale di Studio Aperto, effettuate nei luoghi della “memoria”. Intervista di cui nessuno ci ha dato notizie in merito, che ci ha colpito così forte al cuore, non solo per la presenza dell’ex terrorista, ma anche per il totale stato di abbandono di quel luogo che dovrebbe rappresentare anche per le generazioni future un punto di riferimento storico. Abbiamo avuto sempre la massima discrezione, nel rispetto dei valori e delle Istituzioni, assistendo in cristiano silenzio al ritorno, in primo piano, degli ex terroristi. Li abbiamo guardati presentare libri, tenere convegni, salire in cattedra, entrare a far parte delle Istituzioni stesse, assistere, infine, all’ennesima loro “escalation mediatica” in puro stile “al-qaediano” sul proprio ricordo di quegli anni, come se quella stagione avesse avuto per protagonisti, agli occhi dei telespettatori, i soli componenti della lotta armata.
Concludiamo questa lettera aperta con un quesito a cui, come sempre, non ci aspettiamo risposta, ci chiediamo, infatti, come reagirebbe l’attuale Governo ed i suoi rappresentanti ad un’intervista dell’ex SS Erich Priebke sulla storia del nazismo effettuata sul luogo della “strage delle Fosse Ardeatine”???
Con sdegno, rammarico e commozione i familiari della Strage di via Fani.

Ileana Lattanzi (vedova del Maresciallo CC Oreste Leonardi)
Maria Rocchetti (vedova dell’App. CC Domenico Ricci)
MariaPia Zizzi ( sorella del Brig. della P.di S. Francesco Zizzi)
Ciro Iozzino (fratello dell’Ag. della P. di S. Raffaele Iozzino)
Angelo Rivera (fratello dell’Ag. della P. di S. Giulio Rivera)



(pantera113)
00domenica 4 marzo 2007 14:03
Re:

Scritto da: postman78 04/03/2007 13.49
Lettera aperta

Gentilissimi,
siamo i familiari dei carabinieri e degli agenti della Polizia di Stato caduti il 16 marzo 1978 nella oramai famosa “Strage di via Fani”, occasione in cui fu rapito l’Onorevole Aldo Moro e trucidata senza nessuna pietà tutta la sua scorta.
Martedì 27 febbraio u.s. alle 23.40, Studio Aperto, il tg diretto da Mario Giordano, ha presentato uno speciale dal titolo ''Il ritorno delle Brigate rosse'', condotto da Claudio Martelli, che ricostruiva la nascita delle Brigate Rosse con una lunga intervista ad Alberto Franceschini, fondatore storico del gruppo terroristico nel lontano 1970 insieme a Renato Curcio. All’interno dello speciale un’intervista al Franceschini veniva realizzata proprio a via Fani, luogo in cui furono uccisi cinque servitori dello Stato. Tale proiezione ci ha riportato indietro di trent’anni, a quel terribile giorno in cui le nostre vite si fermarono insieme a quelle dei nostri cari, ci ha inorridito vedere un terrorista accanto alla lapide che ricorda l’eccidio, ci ha disgustato sentirlo parlare di Brigate Rosse proprio in quel luogo di “memoria storica” per la Nazione tutta.
Silenziosamente sino ad oggi, in quanto educati dai nostri caduti nel rispetto delle Istituzioni e nel credo cristiano, abbiamo taciuto sui vari accadimenti degli ultimi tempi. Abbiamo silenziosamente osservato Sergio D'Elia, ex terrorista di Prima linea, essere eletto segretario di presidenza della Camera dei deputati, abbiamo fissato l'ex terrorista Susanna Ronconi essere nominata alla Consulta nazionale delle tossicodipenze, abbiamo assistito l'ex brigatista Barbara Balzerani, ne' dissociata ne' pentita, ottenere la libertà condizionata nonostante il parere negativo espresso da noi familiari al Magistrato di Sorveglianza (parere che data la nostra discrezionalità non è mai stato dato in pasto alla stampa), ed ora, infine, siamo costretti ad assistere all’esaltazione mediatica dell’ex BR Franceschini proprio sul luogo in cui vennero uccisi gli uomini della scorta di Moro (come purtroppo vengono ormai ricordati i cinque agenti, precipitati nel limbo della dimenticanza comune).
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tramite il Segretario Generale del Quirinale Donato Marra, in occasione dell’invito al figlio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti, ucciso dalle Br, a sospendere il suo sciopero della fame iniziato per protestare contro la presenza nelle Istituzioni di ex terroristi, affermò “…il bisogno di mantenere viva nell'opinione pubblica e tra le forze politiche la memoria della gravità dell'attacco portato dal terrorismo alle istituzioni democratiche e il ricordo di quanti le hanno difese con coraggio e determinazione fino al sacrificio della vita”.
Orbene, viste le dichiarazione del Capo dello Stato riteniamo indecoroso e realmente indecente proporre tali interviste, come quella rilasciata dal BR Franceschini nello speciale di Studio Aperto, effettuate nei luoghi della “memoria”. Intervista di cui nessuno ci ha dato notizie in merito, che ci ha colpito così forte al cuore, non solo per la presenza dell’ex terrorista, ma anche per il totale stato di abbandono di quel luogo che dovrebbe rappresentare anche per le generazioni future un punto di riferimento storico. Abbiamo avuto sempre la massima discrezione, nel rispetto dei valori e delle Istituzioni, assistendo in cristiano silenzio al ritorno, in primo piano, degli ex terroristi. Li abbiamo guardati presentare libri, tenere convegni, salire in cattedra, entrare a far parte delle Istituzioni stesse, assistere, infine, all’ennesima loro “escalation mediatica” in puro stile “al-qaediano” sul proprio ricordo di quegli anni, come se quella stagione avesse avuto per protagonisti, agli occhi dei telespettatori, i soli componenti della lotta armata.
Concludiamo questa lettera aperta con un quesito a cui, come sempre, non ci aspettiamo risposta, ci chiediamo, infatti, come reagirebbe l’attuale Governo ed i suoi rappresentanti ad un’intervista dell’ex SS Erich Priebke sulla storia del nazismo effettuata sul luogo della “strage delle Fosse Ardeatine”???
Con sdegno, rammarico e commozione i familiari della Strage di via Fani.

Ileana Lattanzi (vedova del Maresciallo CC Oreste Leonardi)
Maria Rocchetti (vedova dell’App. CC Domenico Ricci)
MariaPia Zizzi ( sorella del Brig. della P.di S. Francesco Zizzi)
Ciro Iozzino (fratello dell’Ag. della P. di S. Raffaele Iozzino)
Angelo Rivera (fratello dell’Ag. della P. di S. Giulio Rivera)







Tutta la mia solidarietà ai familiari di via Fani. [SM=x165029]
Per quanto riguarda l'abitudine (pessima) di dare spazio (e non solo)a terroristi ed assassini,non fa altro che confermare (tristemente), il grave abbandono e lo sfascio del nostro Paese.
Valori inesistenti ed esempi alquanto diseducativi. Forse, è arrivato il momento che tutti (e per tutti intendo insieme)i familiari delle vittime, alzino il loro grido di sdegno - un chiaro IO NON CI STO'- e al Popolo degli onesti...UNITEVI !!!!!

Cleanhead
00domenica 4 marzo 2007 14:20
.....presente! non finirò mai di urlare il mio sdegno verso chi con "passo felpato" vuole passare sopra i morti e riabilitare assassini sanguinari....pazzi visionari e vigliacchi senza onore..... [SM=x165047] [SM=x165047]
postman78
00domenica 4 marzo 2007 14:24
nessun assassino, che sia di mafia che sia di terrorismo può stare seduto sugli scranni del parlamento....l'unica cosa che possiamo fare e diffondere il pensiero e il dissenso verso questo atteggiamento troppo ammicante verso una certa componente.
dago113
00domenica 4 marzo 2007 14:54
A questo punto per par condicio mi aspetto che il mafioso pentito Giovanni Brusca, uno dei principali responsabili delle stragi degli anni '90 venga intervistato in Via D'Amelio a Palermo...chi più di lui ha diritto di essere intervistato lì? [SM=x165044]

che meraviglioso Paese! un giorno ammazzi qualche innocente colpevole di lavorare per l'Italia e dopo vent'anni ti intervistano sul luogo dove i compari che tu hai addestrato hanno ucciso cinque poveri cristi oppure siedi da onorevole nello stesso Parlamento che volevi abbattere , usufruendo della scorta di coloro che indossano la stessa Divisa degli Uomini che hai assassinato o contribuito a fare ammazzare....

Ah, Italia, felice Nazione senza memoria! [SM=x165044]
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