Al principio della Creazione umana, così vicini alla perfezione fisica, non costituiva nocumento la procreazione tra consanguinei.
"Quando Dio creò Adamo ed Eva nella perfezione, il suo scopo fu che tutta l’umanità venisse da un uomo solo, quindi che fosse imparentata nella carne: tutta una sola famiglia. (Gen. 1:28) Adamo diede a sua moglie il nome di Eva, che significa “Vivente”, “perché”, narra la Bibbia, “doveva divenire la madre di tutti i viventi”. — Gen. 3:20.
Perciò, affinché tutti venissero da Adamo ed Eva, è ovvio che almeno un uomo doveva sposare sua sorella. Caino, il primo figlio di Adamo del quale si dica che era sposato, probabilmente sposò sua sorella. Abele e Set poterono sposare le loro sorelle o le nipoti, poiché Adamo ebbe altri figli e figlie, che, a loro volta, ebbero figli. (Gen. 5:3, 4) C’era allora pochissimo pericolo che i figli nascessero con notevoli deformità, perché la razza umana era molto più vicina di ora alla perfezione. Esistevano pochi geni cattivi (sia “recessivi” che “dominanti”). Il vigore dei primi discendenti di Adamo è dimostrato dalla longevità degli uomini in quei giorni; infatti è riferito che uno visse 969 anni. — Gen. 5:27.
"Poi, nel 1513 a.E.V., Dio diede la Legge a Israele. A quell’epoca le persone erano numerose sulla faccia della terra. E le nazioni del paese di Canaan a cui Dio conduceva Israele, erano divenute molto depravate, violando promiscuamente tutto ciò che era corretto e naturale con ogni forma di aberrazione sessuale, incluso l’incesto. (Lev. 18:24, 25) Dio diede leggi concernenti la consanguineità nelle relazioni sessuali, perché il suo popolo doveva essere un popolo separato. Questa legge li innalzò a un alto livello, facendoli distinguere da quelle sette nazioni degradate di Canaan."
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