Partito democratico, Prodi sprona: entro l'inizio del 2008

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Arvedui
00giovedì 5 ottobre 2006 23:05
Partito democratico, Prodi sprona: entro l'inizio del 2008


«Il Partito democratico dovrà nascere entro l'inizio del 2008», afferma Prodi, che indica il percorso a Quercia e Margherita: congressi paralleli entro giugno 2007. Ma alla vigilia della due giorni ulivista di Orvieto, le tappe proposte dal premier rischiano di trasformare il seminario "politico-programmatico" di sabato e domenica in un appuntamento che decide su scelte che spettano agli organismi dirigenti dei partiti.

E, all'indomani dell'invito a partecipare rispedito al mittente da Mussi e Salvi - con l'invito a modificare quel «no» a Orvieto rivolto da Fassino alla sinistra diessina - l'accelerata del premier accentua i problemi. «Sui congressi da tenere entro l'estate del 2007 Prodi ha fatto un'ipotesi, le decisioni le prenderanno gli organismi di partito», dichiara il diessino Migliavacca, dopo che le agenzie di stampa hanno rilanciato lo schema Prodi. «Io ho fatto una proposta tra le tante - spiega il Professore - Poi le decisioni verranno prese dagli appositi organi prospettati dal seminario e dagli appositi organi di partito». Una correzione che lascia una certa ambiguità sullo sbocco della due giorni orvietana immaginato dal premier. «A Orvieto bisognerà rendere evidenti le ragioni culturali e politiche che ispirano il progetto di trasformazione dell'Ulivo in un grande soggetto politico riformista - insiste Fassino - Sulla base della discussione si determineranno le tappe successive».

La proposta di celebrare i congressi di Ds e Margherita entro la prossima primavera? «Dovrà essere vagliata in ogni partito - risponde il leader Ds - Ci sono le condizioni per discutere e decidere insieme». Insomma: Orvieto non dovrà scavalcare decisioni che spettano alle forze politiche. Posizione che riecheggia nelle parole di Rutelli, anche se la Margherita ha già deciso da tempo di tenere la prossima primavera il congresso ordinario rinviato già l'anno scorso. A Santi Apostoli ieri sera vertice «positivo», spiegano un po' tutti. Per Prodi il seminario dovrà rappresentare «una tappa fondamentale» per la nuova formazione politica che avrà il suo «battesimo politico alle europee del 2009». Nel pomeriggio le agenzie di stampa avevano rilanciato la lettera-invito spedita dal premier agli eletti dell'Ulivo in vista della due giorni. Nelle stesse ore - prima che iniziassero le riunioni parallele degli stati maggiori di Ds e Margherita - voci insistenti ipotizzavano un rinvio del seminario, collegato anche al «no» opposto dalle minoranze Ds di Mussi e Salvi ad «un fatto compiuto» che dava per scontato l'approdo al Partito democratico. Ma il vertice serale tra Prodi, Fassino, D'Alema, Finocchiaro, Sereni, Migliavacca, Marini, Rutelli, Parisi, Franceschini, Soro, Bordon e Letta, riconfermava ciò che già - nel tardo pomeriggio - veniva dato per scontato.

Il seminario si farà e non sarà un appuntamento formale. Secondo Prodi «dovrà offrire l'occasione non solo per interrogarsi ma anche per dare forma e prospettiva alla discussione sulla carta fondativa del nuovo partito e sulla partecipazione larga e strutturata dei nostri sostenitori al processo costituente». Posizioni simili a quelle espresse su Repubblica di ieri da Arturo Parisi. Il «no» delle minoranze Ds? «In tutte le obiezioni che vengono mosse al progetto di Partito democratico vi è qualcosa di vero - scriveva il premier sul suo sito internet, prima però che le posizioni di Salvi e Mussi venissero formalizzate - Ma noi dobbiamo tenere conto di tutti i dubbi e di tutte le obiezioni e non farci bloccare da nessuna di esse». Improntate alla cautela le dichiarazioni di Vannino Chiti. «Da Orvieto dovrebbero uscire le linee del manifesto del Pd, che poi vanno discusse nei partiti ma anche nella società. Perché si tratta di un seminario che darà un contributo ma non sostituirà gli organismi dirigenti dei partiti». Lo schema illustrato da Prodi durante il vertice prevede che a Orvieto si mettano a punto le coordinate di un manifesto fondativo del Pd e che attorno ad esse si impegni un comitato di saggi che dovrà portare a termine il suo lavoro per gli inizi del 2007.

Entro la prima metà del prossimo anno, poi, Ds e Margherita dovranno celebrare i loro congressi che daranno via libera al processo costituente e all'assemblea fondativa del nuovo soggetto politico da mettere in calendario per la fine del 2007 o per l'inizio del 2008. Prodi, però, propone anche che si costituiscano gruppi ulivisti nelle regioni e nelle grandi città. E, a livello nazionale, che si dia vita a una scuola di formazione e ad una rivista. Ovviamente - per le amministrative del 2007 - scenderanno in campo liste dell'Ulivo. Tappe che accelerano verso un traguardo che il Professore - mesi fa - aveva legato alle politiche 2009. «Sulla collocazione internazionale - secondo Prodi - bisogna lavorare per costruire una soluzione condivisa». Lavorare «tutti per costruire una casa comune dei riformisti insieme ai socialisti europei - chiede Fassino durante il vertice di ieri - e usare anche per questo il tempo che abbiamo a disposizione». Il leader Ds, in sostanza, si dice d'accordo con Prodi, ma sottolinea l'importanza di aprire le porte del Pd «a tutti i riformisti e allo Sdi in particolare».

L'Unità
Arvedui
00sabato 7 ottobre 2006 19:47
Nel pomeriggio gli interventi finali di Rutelli, Fassino e Prodi
Partito democratico, a Orvieto i Ds divisi
Al seminario sulla costituzione del nuovo soggetto politico non partecipa il "Correntone" che non vuole rinunciare al socialismo

ORVIETO - Si chiude oggi nel Palazzo del Popolo di Orvieto il seminario dell'ulivo per la costituzione del partito democratico, la convention voluta dai leader del centrosinistra per affrontare la questione della costituzione di una forza politica unitaria. Il momento clou della giornata saranno nel pomeriggio gli interventi di Francesco Rutelli, Piero Fassino e Romano Prodi.
Il seminario affronta tre temi fondamentali: il perché della costituzione del nuovo soggetto politico; il profilo programmatico e culturale che il partito democratico dovrà avere; e la forma organizzativa che andrà adottata. Per Prodi il partito democratico «è un sogno che si sta avverando». Lo stesso premier si era speso in prima persona inviando una lettera invito a tutti i soggetti destinati a confluire nella nuova formazione.
All'appuntamento di Orvieto, però, i Ds, principale partito della coalizione di centrosinistra, si sono presentati divisi. La sinistra interna ha infatti deciso di disertare l'appuntamento. La componente che fa capo al cosiddetto "Correntone" ha da sempre espresso perplessità sull'ipotesi di uno scioglimento dei partiti tradizionali all'interno di un nuovo soggetto politico, preferendo in alternativa la costituzione di una federazione tra Ds, Margherita, Sdi e Repubblicani europei (ovvero le forze politiche che avevano dato vita alla lista unitaria per le europee). La costituzione di un partito democratico pregiudicherebbe infatti la possibilitù di un richiamo diretto al socialismo europeo (la Margherita ha più volte fatto sapere di non volersi riconoscere nel Pse al parlamento di Strasburgo) e questo è un punto su cui la sinistra ds non intende fare cedimenti.
Caio Logero
00lunedì 9 ottobre 2006 16:56
Sarebbe un cambiamento della politica questo Pd, ma penso che sono ormai troppe i galletti per mettere in comune le poltrone senza qualche squilibro....

e comunque ci sono divisioni insanabili... stanno cercando di mettere insieme gli eredi della DC e del PCI.... povero De Gasperi, mi sa che gli effetti di una tale unione lo farà voltare più di una volta nella tomba... [SM=x751563]
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