Comunque la "Parete Vynil/CCCP" di casa Ferretti deve essere entusiasmante
Scrivo volutamente qui, perchè il disco non l'ho ascoltato e forse non mi interessa farlo, nonostante la frase spiazzante di Giorgio
"è il disco più bello".
Ho visto degli strascichi di presentazione milanese su tutubo, e alla fine mi sono portato quaggiù come per un viottolo obbligato, alla parete sporcata più di quattromila volte, al muro musicale dove ho condiviso con voi tutti i murales che abbiamo dipinto.
Devo passare un momento di fragilità se ho compiuto questi piccoli gesti, a cominciare dall'andare a cercare questi tre uomini in rete, a vedere cosa raccontavano del loro disco, se in questo esatto momento ho sparato in cuffia " guarda la vita che vola via, Sofia " come non faccio da un triennio ormai.
Aspè, adesso inizia Paxo.
Dunque non sono in me, ma quella presentazione mi piace. Mi piace perchè odora di amicizia, non credo e non voglio credere che questi tre si siano messi a fare un disco solo per onorare un contratto (il cattolicissimo e antitecnologico ferretti si sarebbe opposto con tutto il suo spilungone corpo) ma perchè hanno voluto provare a condividere ancora qualcosa, hanno voluto liberarsi assieme da un incombenza logistica e questo è molto bello. L'unione deve aver fatto la forza.
[lui mi rapisce il cuore, onorevole Ossicini]
Mi piace perchè la sincerità di Ferretti è lampante. Quindi ti ascolto, cerco di ascoltarti. Ti ho preso anche a male parole qui sopra, lo so, e la sostanza dei discorsi non cambierebbe, perchè preferisco l'impeto arrabbiato di Nostra Signora della Dinamite a qualsiasi discorso reazionario cattolicomediterraneo anacronistico privatistico fideoclericale.
[campestre mi calma sempre, anche ora anche qui]
Ma sento una cosa dentro, credo di averla capita, a freddo forse rispetto ai discorsi tumultuosi di qualche mese o anno fa. E cioè: Ferretti non sta parlando più a me, alla mia persona. Le sue parole e la mia vita sono distanti. Riesco a rispettare molto le scelte ultime di uomo di montagna dedito alla madre e alla montagna e alla Natura, che adesso lo avvolge come una coperta calda. Capisco, comprendo. Penso di comprendere le dinamiche che ad un certo punto dell'esistenza ti portano verso il mistero, verso quel concentrato di religione-femminile-dolore-estasi che prende le persone quando non riescono a dare spiegazioni logiche e troppo lineari alle cose che accadono. La vita ascetica serve a questo, a coltivare questo inebrio che ti sconvolge dentro. Per chi crede in un dio, io non sono tra questi, è un anticipo della visione sfolgorante che verrà ( "ammettili a godere la luce del Tuo volto" ). Intima forma eccelsa.
[Ma non per me, che credo il cattolicesimo una pestilenza, anzi La pestilenza. E che cammino verso altre destinazioni. Più battagliere, con più sconfitte alle spalle e ancora davanti a me. Ma l'utopia mi fa camminare, altrimenti mi darei alla progettazione del suicidio.]
So per certo, per esperienza, che quando i corpi si fanno fragili, quando ci si sente distanti dal mondo, quando non si ha più volontà di sporcarsi le mani in Società, quando chi ti ha generato e voluto bene ha bisogno di te, quando la finitezza della vita ti sta addosso
quando succede tutto questo, forse sentirò le parole di Ferretti vicine.
Ma non adesso, non è il tempo. Non è il tempo di chiudersi in contemplazione.
[i più ricchi ancor di più, i più poveri di più]
Siamo precari, e un piano quinquennale di quelli fatti bene, alla Tito, ci starebbe bene. Altro che.
alla
Illustrissima e NitroFosforosa
Nostra Signora della Dinamite