Schiava d'amore

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chiaralapazza
00martedì 10 febbraio 2009 18:29
Hai bussato alla mia porta, così prepotentemente che avevo paura che la sfondassi. Ho dovuto aprire e di nuovo quell’immagine, così lacerante, si è palesata ai miei occhi: eri tu, inzuppato, fradicio. Fuori pioveva; il cielo piangeva le lacrime che avrei versato a breve, come se sapesse ciò che doveva accadere. Passato e presente erano davanti al mio corpo che voleva solo rifiutarti, ma che non ha saputo resistere al tuo richiamo. Eri arrivato e non sapevi nemmeno tu il motivo. Forse per l’ultimo saluto, per l’ultimo incontro. Forse per l’unico addio.
Mi hai preso il braccio portandomi a te, io ho desistito e d’improvviso ci siamo ritrovati nudi sul divano. I vestiti strappati di dosso come se prendessero fuoco. Avrei voluto gettarti al vento, guardandoti andare via, come se fossi un’esile piuma che scompare lenta nell’aria, lasciandosi trasportare dalle correnti, la mia corrente; ma non riuscivo a fare a meno di te, del tuo profumo, della tua aria, del tuo respiro. La mia bocca ti cercava, affamata di quella carne che conosceva bene. Movimenti lenti, sincroni. Energie che si incontravano ed esplodevano scintillanti. Questa era la nostra istantanea. Questi eravamo noi.
Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche solo per una volta, avevi sfiorato il corpo di un altro uomo. Non potevo sopportarlo, ma non potevo fare a meno di te.
Quell’immagine del tuo corpo sul suo, quegli occhi vogliosi del suo amore erano la realtà, che ancora tu faticavi ad accettare e che io non potevo sopportare. Combattere contro l’impossibile sarebbe stata un’assurdità. Forse era meglio accettare questa cruda oggettività piuttosto di perderti. Avrei combattuto per tutta una vita contro l’incertezza di essere lasciata per qualcosa che non mi apparteneva, e questo mi sconvolgeva. Nessuna rivalità, nessuna competizione, nessun gioco di seduzione ti avrebbe riportato da me, se solo tu nel tempo avessi capito come davvero volevi vivere. Ma la voglia di te prevaricava su tutto, e io, lentamente ma inesorabilmente, diventavo sempre più schiava d’amore.












Non sono convinta sia finito. Per cui lo metto qui perchè forse è ancora in divenire.
(F@bry)
00martedì 10 febbraio 2009 20:46
Caspita chiara,complimenti,bello davvero...iniziato in modo che sembra del tutto una storia d'amore normale...per far capire poi tutt'altro [SM=g8945] bravissima [SM=g7989]
francesca.38
00mercoledì 11 febbraio 2009 08:02
pieno di forza, chiara
@Mimmi the Maneater@
00mercoledì 11 febbraio 2009 09:32
sei maturata molto!
francesca.38
00mercoledì 11 febbraio 2009 10:45
l'ho letto da recenti.

e non avevo visto fosse in officina

adesso ti indico 2/3 cosette

Hai bussato alla mia porta così prepotentemente, che avevo paura la sfondassi. Ho dovuto aprire e di nuovo quell’immagine, così lacerante, si è palesata ai miei occhi: eri tu, inzuppato, fradicio. Fuori pioveva; il cielo piangeva le lacrime che avrei versato a breve, come se sapesse ciò che doveva accadere. Passato e presente erano davanti al mio corpo che voleva rifiutarti, ma che non ha saputo resistere al tuo richiamo. Eri venuto e non sapevi nemmeno tu il motivo. Forse per l’ultimo saluto, per l’ultimo incontro. Forse per l’unico addio.
Mi hai preso il braccio portandomi a te, io ho desistito e d’improvviso ci siamo ritrovati nudi sul divano. I vestiti strappati di dosso come se prendessero fuoco. Avrei voluto gettarti al vento, guardandoti di andare via, come se fossi un’esile piuma che scompare lenta nell’aria, lasciandosi trasportare dalle correnti, la mia corrente; ma non riuscivo a fare a meno di te, del tuo profumo, della tua aria, del tuo respiro. La mia bocca ti cercava, affamata di quella carne che conosceva bene. Movimenti lenti, sincroni. Energie che si incontravano ed esplodevano scintillanti. Questa era la nostra istantanea. Questi eravamo noi.
Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche se solo per una volta, avevi sfiorato il corpo di un altro uomo. Non potevo sopportarlo, ma non potevo fare a meno di te.
Quell’immagine del tuo corpo sul suo, quegli occhi vogliosi del suo amore erano la realtà, che ancora tu faticavi ad accettare e che io non potevo sopportare. Combattere contro l’impossibile sarebbe stata un’assurdità. Forse era meglio accettare questa cruda oggettività piuttosto di perderti. Avrei combattuto per tutta una vita contro l’incertezza di essere lasciata per qualcosa che non mi apparteneva, e questo mi sconvolgeva. Nessuna rivalità, nessuna competizione, nessun gioco di seduzione ti avrebbe riportato da me, se solo tu nel tempo avessi capito come davvero volevi vivere. Ma la voglia di te prevaricava su tutto, e io, lentamente ma inesorabilmente, diventavo sempre più schiava d’amore.


palesava e sfiorato secondo me andrebbero cambiati: il primo solo per un fatto di gusto, il secondo invece perchè troppo leggero rispetto ai tuoi sentimenti verso quel gesto

le altre sono suggerimenti sottili, non importanti
solo il se in anche se solo per una volta mi sembra importante

se riesci eliminerei qualche ma

baci
chiaralapazza
00mercoledì 11 febbraio 2009 18:27
Grazie ragazze, questo racconto mi piace moltissimo. Nella mia mente c'è altro da scrivere, solo che ci devo lavorare su.

Fra, ottimi suggerimenti! Non ho capito la cosa del SE, lo devo eliminare secondo te? (magari ho fatto un errore di grammatica che non so [SM=g7989] ).

E poi, perchè hai messo DI davanti ad ANDARE VIA?

Grassie! [SM=g7990]
francesca.38
00mercoledì 11 febbraio 2009 19:18
il di è un errore, chissà dove volevo metterlo! [SM=g1744969]

il se mi serve per capire subito che quell'unica volta si riferisce a ciò che stai per raccontare: come lo hai scritto tu, lo leggo legato al tuo dimenticare...spiegazione orrenda, come al solito...
chiaralapazza
00mercoledì 11 febbraio 2009 19:21
Re:
francesca.38, 11/02/2009 19.18:

il di è un errore, chissà dove volevo metterlo! [SM=g1744969]

il se mi serve per capire subito che quell'unica volta si riferisce a ciò che stai per raccontare: come lo hai scritto tu, lo leggo legato al tuo dimenticare...spiegazione orrenda, come al solito...




Infatti non ho capito. Cioè scritta così tu la leghi al dimenticare?
E come la dovrei mettere quella frase per farla legare a chi legge al rapporto che lui ha con l'altro?
francesca.38
00mercoledì 11 febbraio 2009 19:23
Re: Re:
chiaralapazza, 11/02/2009 19.21:




Infatti non ho capito. Cioè scritta così tu la leghi al dimenticare?
E come la dovrei mettere quella frase per farla legare a chi legge al rapporto che lui ha con l'altro?




come l'ho scritta io, ovvio! [SM=g10641] [SM=x1761521] [SM=g1744969] [SM=x1761521]

chiaralapazza
00mercoledì 11 febbraio 2009 19:24
Ah, ok, elimino anche se e metto alla fine del pensiero solo per una volta. Così si dovrebbe legare al rapporto e non al dimenticare. [SM=g1744925]
chiaralapazza
00mercoledì 11 febbraio 2009 19:25
Ah, ok, elimino anche se e metto alla fine del pensiero solo per una volta. Così si dovrebbe legare al rapporto e non al dimenticare. [SM=g1744925]
chiaralapazza
00mercoledì 11 febbraio 2009 19:27
Re: Re: Re:
francesca.38, 11/02/2009 19.23:




come l'ho scritta io, ovvio! [SM=g10641] [SM=x1761521] [SM=g1744969] [SM=x1761521]




Sai che sono una cretina? Perchè credevo di aver scritto anche se solo per una volta, ed invece avevo omesso il se, e credevo che non andasse bene. ora rileggo la mia e vedo che il se non c'è...insomma, non ci avevo capito un cazz.... la solita svampita (che manco si ricorda quello che ha scritto!!ahahahahah).

Sarà che sono in piedi dalle 5? [SM=g10250] [SM=g10739]

Grazie Fra! [SM=x1761521] [SM=x1761524]
@Mimmi the Maneater@
00giovedì 12 febbraio 2009 09:42
Re: Re: Re:
francesca.38, 11/02/2009 19.23:




come l'ho scritta io, ovvio! [SM=g10641] [SM=x1761521] [SM=g1744969] [SM=x1761521]





[SM=x1761524]

@CHIARA: continua così!!! brava!!!
chiaralapazza
00giovedì 12 febbraio 2009 12:09
Re: Re: Re: Re:
@Mimmi the Maneater@, 12/02/2009 9.42:




[SM=x1761524]

@CHIARA: continua così!!! brava!!!




[SM=g10641] [SM=g1744972]
paper.
00martedì 17 febbraio 2009 12:50
è la cosa più pregnante che tu abbia scritto (qui su iVAdT)

quanto alle correzioni non mi ci addentro, ma ti dico di dare ascolto a Francesca, è attendibile.
-Mara83-
00martedì 17 febbraio 2009 19:47
Eccomi qui culeghina Chiaia!
Si vede se una cosa è scritta bene quando chi legge riesce ad immaginare la scena descritta e quasi a provare gli stessi sentimenti ed emozioni lette...e questo mini-racconto trasmette tutta l'energia e lo sconvolgimento che volevi descrivere. Mi piace molto e ti chiedo un favore: stampamelo e dallo domani a Simona o Davide perchè su carta fa sempre un effetto diverso dal pc. Se noto qualcosa che secondo me andrebbe cambiato,te lo faccio avere giovedi... cmq brava davvero! Nonostante i mille impegni riesci ancora a mettere su carta le tue ispirazioni! Brava patatinaaaaa!!!!!

Maia
chiaralapazza
00martedì 17 febbraio 2009 21:28
Scusate, ma voi che avete capito di questo mio racconto?
perchè su un altro sito sto avendo una discussione con uno che ritiene che non si capisce bene chi sono i protagonisti e cosa succede. [SM=g8359] Soprattutto dalla frase "Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche se solo per una volta, avevi posseduto il corpo di un altro uomo.".

Vi confonde questa frase? (che è la frase che apre il sipario chiarificatorio dei sentimenti della protagonista).
(F@bry)
00mercoledì 18 febbraio 2009 09:14
Chiara quello che io leggo in questa frase (o almeno quello che io ho interpretato) è il fatto che lei lo ho voluto ancora un'ultima volta,pur sapendo che non lo avrebbe più dimenticato...ma avendo sempre davanti agli occhi l'immagine di lui con un'altro uomo.
L'amore diviso tra due sessi opposti.

Forse sbaglio,ma io questo leggo.

francesca.38
00mercoledì 18 febbraio 2009 10:13
Lui ha avuto un rapporto omosessuale, lei non riesce a perdonarglielo, anche perchè è qualcosa contro cui si sente tottalmente inerme, ma l'attrazione ( o forse l'amore) è così forte che, nostante la sua mente non voglia, lei finisce tra le sue braccia

questo è ciò che ho capito io
paper.
00mercoledì 18 febbraio 2009 10:28
Re:
francesca.38, 18/02/2009 10.13:

Lui ha avuto un rapporto omosessuale, lei non riesce a perdonarglielo, anche perchè è qualcosa contro cui si sente tottalmente inerme, ma l'attrazione ( o forse l'amore) è così forte che, nostante la sua mente non voglia, lei finisce tra le sue braccia

questo è ciò che ho capito io




quoto
chiaralapazza
00mercoledì 18 febbraio 2009 16:34
Ok, allora il problema non è mio che mi sono spiegata benissimo, ma di quello che non ha capito na mazza!!! [SM=x1761524]
Grazie ragazzi.
paper.
00giovedì 19 febbraio 2009 08:52
Re:
chiaralapazza, 18/02/2009 16.34:

Ok, allora il problema non è mio che mi sono spiegata benissimo, ma di quello che non ha capito na mazza!!! [SM=x1761524]
Grazie ragazzi.




Leopardi diceva che per leggere una composizione di qualsiasi tipo occorreva applicarsi. se ci si applica un minimo non si fraintende
|Denilson|
00domenica 22 febbraio 2009 16:10
brava chiarina. non mi vengono in mente correzioni da fare. qualche rifinitura non guasta mai, ma è scritto bene. prosegui, si può sviluppare. l'ho letto con attenzione: mi sembra la cosa migliore che tu abbia scritto.
appena ho tempo (e la necessaria concentrazione) leggo l'altro tuo scritto.
chiaralapazza
00martedì 24 febbraio 2009 11:35
Re:
|Denilson|, 22/02/2009 16.10:

brava chiarina. non mi vengono in mente correzioni da fare. qualche rifinitura non guasta mai, ma è scritto bene. prosegui, si può sviluppare. l'ho letto con attenzione: mi sembra la cosa migliore che tu abbia scritto.
appena ho tempo (e la necessaria concentrazione) leggo l'altro tuo scritto.




Bene, bene, bene!!!
Grazie Paoletto, attendo anche il commento per l'altra. [SM=g1744925]
chiaralapazza
00domenica 1 marzo 2009 20:18
Qualche ulteriore piccola correzione.
Hai bussato alla mia porta così prepotentemente, che avevo paura la sfondassi. Ho dovuto aprire e di nuovo quell’immagine, così lacerante, si è materializzata ai miei occhi: eri tu, inzuppato, fradicio. Fuori pioveva; il cielo piangeva le lacrime che avrei versato a breve, come se sapesse ciò che doveva accadere. Passato e presente erano davanti al mio corpo che voleva rifiutarti, ma che non ha saputo resistere al tuo richiamo. Eri venuto e non sapevi nemmeno tu il motivo. Forse per l’ultimo saluto, per l’ultimo incontro. Forse per l’unico addio.
Mi hai preso il braccio portandomi a te, io ho desistito e d’improvviso ci siamo ritrovati nudi sul divano. I vestiti strappati di dosso come se prendessero fuoco. Avrei voluto gettarti al vento, guardandoti andare via, come se fossi un’esile piuma che scompare lenta nell’aria, lasciandosi trasportare dalle correnti, la mia corrente; ma non riuscivo a fare a meno di te, del tuo profumo, della tua aria, del tuo respiro. La mia bocca ti cercava, affamata di quella carne che conosceva bene. Movimenti lenti, sincroni. Energie che si incontravano ed esplodevano scintillanti. Questa era la nostra istantanea. Questi eravamo noi.
Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche se solo per una volta, avevi posseduto il corpo di un altro uomo. Non potevo sopportarlo, ma non potevo fare a meno di te.
Quell’immagine del tuo corpo sul suo, quegli occhi vogliosi del suo amore erano la realtà, che ancora tu faticavi ad accettare e che io non potevo tollerare. Combattere contro l’impossibile sarebbe stata una follia. Forse era meglio accettare questa cruda oggettività piuttosto di perderti. Avrei combattuto per tutta una vita contro l’incertezza di essere lasciata per qualcosa che non mi apparteneva, e questo mi sconvolgeva. Nessuna rivalità, nessuna competizione, nessun gioco di seduzione ti avrebbe riportato da me, se solo tu nel tempo avessi capito come davvero volevi vivere. Ma la voglia di te prevaricava su tutto, e io, lentamente ma inesorabilmente, diventavo sempre più schiava d’amore.
paper.
00mercoledì 4 marzo 2009 15:15
Re: Qualche ulteriore piccola correzione.
chiaralapazza, 01/03/2009 20.18:

Hai bussato alla mia porta così prepotentemente, che avevo paura la sfondassi. Ho dovuto aprire e di nuovo quell’immagine, così lacerante, si è materializzata ai miei occhi: eri tu, inzuppato, fradicio. Fuori pioveva; il cielo piangeva le lacrime che avrei versato a breve, come se sapesse ciò che doveva accadere. Passato e presente erano davanti al mio corpo che voleva rifiutarti, ma che non ha saputo resistere al tuo richiamo. Eri venuto e non sapevi nemmeno tu il motivo. Forse per l’ultimo saluto, per l’ultimo incontro. Forse per l’unico addio.
Mi hai preso il braccio portandomi a te, io ho desistito e d’improvviso ci siamo ritrovati nudi sul divano. I vestiti strappati di dosso come se prendessero fuoco. Avrei voluto gettarti al vento, guardandoti andare via, come se fossi un’esile piuma che scompare lenta nell’aria, lasciandosi trasportare dalle correnti, la mia corrente; ma non riuscivo a fare a meno di te, del tuo profumo, della tua aria, del tuo respiro. La mia bocca ti cercava, affamata di quella carne che conosceva bene. Movimenti lenti, sincroni. Energie che si incontravano ed esplodevano scintillanti. Questa era la nostra istantanea. Questi eravamo noi.
Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche se solo per una volta, avevi posseduto il corpo di un altro uomo. Non potevo sopportarlo, ma non potevo fare a meno di te.
Quell’immagine del tuo corpo sul suo, quegli occhi vogliosi del suo amore erano la realtà, che ancora tu faticavi ad accettare e che io non potevo tollerare. Combattere contro l’impossibile sarebbe stata una follia. Forse era meglio accettare questa cruda oggettività piuttosto di perderti. Avrei combattuto per tutta una vita contro l’incertezza di essere lasciata per qualcosa che non mi apparteneva, e questo mi sconvolgeva. Nessuna rivalità, nessuna competizione, nessun gioco di seduzione ti avrebbe riportato da me, se solo tu nel tempo avessi capito come davvero volevi vivere. Ma la voglia di te prevaricava su tutto, e io, lentamente ma inesorabilmente, diventavo sempre più schiava d’amore.





brava davvero
tuttavia cambierei il titolo, anche perchè la chiusa, ricalcandolo, perde un po' di pregnanza. sa un po' di ritornello di canzone.
chiaralapazza
00mercoledì 4 marzo 2009 16:07
Re: Re: Qualche ulteriore piccola correzione.
paper., 04/03/2009 15.15:





brava davvero
tuttavia cambierei il titolo, anche perchè la chiusa, ricalcandolo, perde un po' di pregnanza. sa un po' di ritornello di canzone.



E' rassegnazione, verso sentimenti che non può combattere.
Grazie Paper!I tuoi complimenti sono oro per me. [SM=g1744972] [SM=g1744925]
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