Schiava d'amore

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chiaralapazza
00domenica 15 marzo 2009 16:25
Hai bussato alla mia porta così prepotentemente, che avevo paura la sfondassi. Ho dovuto aprire e di nuovo quell’immagine, così lacerante, si è materializzata ai miei occhi: eri tu, inzuppato, fradicio. Fuori pioveva; il cielo piangeva le lacrime che avrei versato a breve, come se sapesse ciò che doveva accadere. Passato e presente erano davanti al mio corpo che voleva rifiutarti, ma che non ha saputo resistere al tuo richiamo. Eri venuto e non sapevi nemmeno tu il motivo. Forse per l’ultimo saluto, per l’ultimo incontro. Forse per l’unico addio.
Mi hai preso il braccio portandomi a te, io ho desistito e d’improvviso ci siamo ritrovati nudi sul divano. I vestiti strappati di dosso come se prendessero fuoco. Avrei voluto gettarti al vento, guardandoti andare via, come se fossi un’esile piuma che scompare lenta nell’aria, lasciandosi trasportare dalle correnti, la mia corrente; ma non riuscivo a fare a meno di te, del tuo profumo, della tua aria, del tuo respiro. La mia bocca ti cercava, affamata di quella carne che conosceva bene. Movimenti lenti, sincroni. Energie che si incontravano ed esplodevano scintillanti. Questa era la nostra istantanea. Questi eravamo noi.
Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche se solo per una volta, avevi posseduto il corpo di un altro uomo. Non potevo sopportarlo, ma non potevo fare a meno di te.
Quell’immagine del tuo corpo sul suo, quegli occhi vogliosi del suo amore erano la realtà, che ancora tu faticavi ad accettare e che io non potevo tollerare. Combattere contro l’impossibile sarebbe stata una follia. Forse era meglio accettare questa cruda oggettività piuttosto di perderti. Avrei combattuto per tutta una vita contro l’incertezza di essere lasciata per qualcosa che non mi apparteneva, e questo mi sconvolgeva. Nessuna rivalità, nessuna competizione, nessun gioco di seduzione ti avrebbe riportato da me, se solo tu nel tempo avessi capito come davvero volevi vivere. Ma la voglia di te prevaricava su tutto, e io, lentamente ma inesorabilmente, diventavo sempre più schiava d’amore.
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