Toronto, l'epidemia fa paura
Le vittime del virus killer sono 16
Il virus misterioso della casa di cura Seven Oaks, le Sette Querce, nei pressi di Toronto, in Canada, ha fatto altri sei morti nelle ultime ore e ha contagiato più persone, specie fra i visitatori dell'istituto. C'e' il timore che il virus, finora confinato a ospiti, dipendenti e visitatori di un'ala della casa di riposo, e che sembrava in remissione, abbia acquisito ulteriore vitalità e possa espandersi.
Il numero delle persone contagiate è, ora, di almeno 88, secondo le autorità sanitarie di Toronto e della provincia dell'Ontario: 70 anziani ospiti della casa di riposo, 13 membri
del personale e cinque visitatori che fino a martedì, erano solo due. Non sono stati resi noti i dati anagrafici delle ultime persone decedute. E le autorità sanitarie sono pessimiste sull' evoluzione di altri pazienti, alcuni dei quali, molto anziani, potrebbero essere troppo fragili per riuscire a riprendersi. E' stato diffuso l'invito, a tutti gli anziani di Toronto, a sottoporsi, in via preventiva, alla vaccinazione anti- influenzale (i vaccini sono già in distribuzione in questi giorni in città).
Ufficialmente, la situazione resta sotto controllo, anche se, nel giro di 48 ore, il virus misterioso, che attacca il naso e i cui sintomi respiratori hanno analogie con quelli della Sars, la cosiddetta polmonite atipica, ha quasi triplicato le sue vittime, passando dalle 6 di lunedì a 16. Delle persone contagiate e ammalatesi più o meno gravemente, circa la metà sono ancora ricoverate in isolamento. L'incubo del morbo misterioso ha fatto tornare in Canada l'angoscia dell'epidemia di Sars, due anni or sono. La Sindrome respiratoria acuta fece 44 vittime, il Canada fu il Paese più colpito, dopo la Cina, e creò allarme in tutto il Paese innescando alle frontiere misure precauzionali.
I medici, che ammettono di non sapere nulla del virus misterioso, sono, però, risoluti nel negare che si tratti di Sars, o che abbia qualcosa a che vedere con il virus dei polli. A quanto finora appreso, le vittime di Seven Oaks sono tutti anziani dal fisico debole, spesso oltre i 90 anni, ad eccezione di una persona sui 50 anni, il che però dimostra la letalità del virus anche in individui adulti. La malattia ha colpito circa un terzo degli ospiti della casa di cura, che ha 250 posti, e circa un dipendente su venti (sono 212 in tutto).
Seven Oaks è sotto quarantena: la casa di riposo sorge a Scarborough, alla periferia est della metropoli canadese. Ma solo un'area del complesso risulta essere stata esposta al virus. I pazienti colpiti in forma seria dal morbo misterioso sono ricoverati in quattro ospedali dell'area di Toronto: tutti accusavano sintomi influenzali e forti crisi di tosse. Chi presentava sintomi più leggeri ha potuto curarsi a Seven Oaks. Lì, nel frattempo, sono state proibite le visite, perchè proprio i visitatori contagiati sono potenziale veicolo di infezione esterna: il fatto che tre di essi si siano ammalati ha fatto scattare controlli a cascata su 170 persone in qualche modo connesse con la casa di cura.
I sanitari non escludono che, fra i ricoverati, possano esserci, nelle prossime ore, nuove vittime: "La maggioranza dei casi è in corso di miglioramento, ma alcuni stanno peggiorando man mano che la malattia fa il suo corso", avverte David McKeown, il responsabile della Sanità di Toronto, che ha fatto una conferenza stampa. Secondo McKeown, la situazione è sotto controllo. Un dato conforta l'affermazione: il picco del contagio, manifestatosi il 25 settembre, è stato toccato il 29 settembre, con 29 nuovi casi in 24 ore. Da allora, la virulenza dell'infezione era andata calando, anche se tra martedì e ieri c'è stato un sussulto nel numero dei decessi e anche in quello dei contagiati. "Sebbene sia più seria rispetto alla media, quest'epidemia non è diversa dalle centinaia che si sviluppano ogni anno", specie nei nosocomi, sostiene McKeown, aggiungendo che i virus sono "talora più forti, talora più deboli".
Intanto, i ricercatori sono al lavoro per identificare il virus. Finora, le certezze sono solo negative: è escluso che si tratti di quello responsabile della variante umana dell'influenza aviaria o della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), la polmonite atipica che, sviluppatasi due anni or sono in Cina e nel Sud-Est asiatico, ebbe, proprio a Toronto, dove la comunita' asiatica è numerosa, la massima esplosione occidentale - oltre alle 44 vittime, vi furono circa 400 contagiati. Una dichiarazione del microbiologo Allison MCGeer del centro medico Mount Sinai non suona proprio incoraggiante: "Non si può sapere con certezza se questo sia l'inizio di una nuova pandemia". Da anni, gli studiosi paventano lo scoppio di una pandemia d'influenza che potrebbe causare la morte di milioni di persone in tutto il mondo.