devozione n.2

mia madre aveva saputo da un amico chiacchierone che avevo pianto, mi ero disperato, perchè Steve, il mio datore di lavoro, mi aveva tolto la sua fiducia. in realtà non era proprio un datore di lavoro, perchè io non ero altro che il suo sbarbatissimo autista. lui girava per le università di mezza Italia offrendo progetti sostanzialmente truffaldini, io guidavo la scassatissima 128 blu notte e gli offrivo una devozione infantile.
un giorno intimò di puntare il muso della vettura contro la vetrina di un negozio di abbigliamento molto alla moda. credetti volesse provare la spaccata e cominciai a sudare freddo cercando in pochi millesimi di secondo di trovare una via d'uscita alla drammaticità della situazione. ma per fortuna, all'ultimo, mi disse di accostare. scese dall'auto, entrò nel negozio e, in un lasso di tempo incredibilmente breve, ne uscì reggendo un pacchetto morbido e luminescente il cui contenuto era rappresentato da un pullover in seta-cashemire di un colore bellissimo, un verde antracite scuro la cui nettezza instillava la pacificante extraterritorialità degli scenari fantastici. il suo regalo. il sodalizio ripristinato.