tentare il suicidio...

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elyna.luna
00giovedì 19 marzo 2009 11:36
Come puo una ragazza tentare di togliersi la vita?, come puo credere che non ci sia altra alternativa che prendere un tubetto intero di medicinali e sperare di non risvegliarsi?.... come puo non vedere che intorno a lei ci sono persone che le vogliono bene? che sono li per aiutarla?..

e io come ho fatto a non rendermi conto che la situazione era più grave di quanto sembrasse.. che non era un semplice periodo di merda come quelli che passiamo tutti.. ma era qualcosa di più?.. avrei potuto fare qualcosa in più per aiutarla?.. perchè non ha parlato? perchè non ha chiesto aiuto?... solo per non pesare sugli altri a quanto pare... ma come puo aver creduto che non saremmo stati li per lei?

Questo topic nasce dal fatto che una delle mie più care amiche ha tentato il suicidio.. ieri siamo corsi all'ospedale, e meno male è fuori pericolo... se non ci fosse stato il mio migliore amico con me sarebbe stato ancora più difficile.. non avrei retto.. se non ci fosse stato lui.. una volta usciti dal reparto di psichiatria.. a sorreggermi sarei crollata probabilmente...

ma perchè non ha parlato? perchè ha pensato che non ci fosse via d'uscita?
silvercloud87
00giovedì 19 marzo 2009 11:59
Direi che si arriva ad un certo punto solo con una forte alterazione psicofisica. Quando si raggiungono certo livelli di instabilità, non si comprende più il mondo per quello che è. Probabilmente pensi di essere un fardello non solo per te stesso ma per tutti quelli che ti circondano, pensi che la gente ti stia vicino solo perchè gli fai pena, per "pietà". Insomma a grandi linee questo è lo stato psicofisico, poi dipende molto dal livello di instabilità e dalla personalità di una persona, anche se in quel preciso momento la personalità si appiattisce e conta veramente poco nelle azioni e nei pensieri che si fanno.
elyna.luna
00giovedì 19 marzo 2009 12:09
Re:
silvercloud87, 19/03/2009 11.59:

Direi che si arriva ad un certo punto solo con una forte alterazione psicofisica. Quando si raggiungono certo livelli di instabilità, non si comprende più il mondo per quello che è. Probabilmente pensi di essere un fardello non solo per te stesso ma per tutti quelli che ti circondano, pensi che la gente ti stia vicino solo perchè gli fai pena, per "pietà". Insomma a grandi linee questo è lo stato psicofisico, poi dipende molto dal livello di instabilità e dalla personalità di una persona, anche se in quel preciso momento la personalità si appiattisce e conta veramente poco nelle azioni e nei pensieri che si fanno.




senti, ha 28 anni.. ha na vita davanti... so anche io la teoria del perchè un puo tentare il suicidio.
Ma la pratica credo sia un po diversa... è sempre stata tranquilla.. i periodi neri li abbiamo tutti.. ma io per lei ci sono sempre stata e lo sa.. non capisco.. perchè non parlarne...
silvercloud87
00giovedì 19 marzo 2009 12:17
Stai ragionando in modo razionale ora, cosa che non fa nessuno con alterazioni mentali di qualsiasi spece, anche della più semplice, basta un'arrabbiatura a meno che si abbia un certo tipo di autocontrollo ma da molti viene osteggiato perchè ritenuto irreale, perché ti trattiene ma poi quando serve a trattenersi in certi casi non farebbe proprio schifo.

Non è affatto teoria, è proprio la descrizione di alcune ragioni che possono portare al suicidio. Tu ci sei e allora? Lei può pensare che ci sei perché ti fa pena, ovviamente questo non sempre lo pensa ma magari sono in particolari momenti di sconforto, come quello che l'ha condotta ad arrivare li. Molto spesso le parole e i gesti, non esprimono i pensieri e ancora più spesso i pensieri possono alternarsi in vari momenti della giornata o della vita. Questa alterazione permette di far sembrare tutto tranquillo, mentre in altri momenti (magari quando non c'è nessuno) la sua mente viaggia verso altri lidi e i pesieri mutano drasticamente.
elyna.luna
00giovedì 19 marzo 2009 12:20
Re:
silvercloud87, 19/03/2009 12.17:

Stai ragionando in modo razionale ora, cosa che non fa nessuno con alterazioni mentali di qualsiasi spece, anche della più semplice, basta un'arrabbiatura a meno che si abbia un certo tipo di autocontrollo ma da molti viene osteggiato perchè ritenuto irreale, perché ti trattiene ma poi quando serve a trattenersi in certi casi non farebbe proprio schifo.

Non è affatto teoria, è proprio la descrizione di alcune ragioni che possono portare al suicidio. Tu ci sei e allora? Lei può pensare che ci sei perché ti fa pena, ovviamente questo non sempre lo pensa ma magari sono in particolari momenti di sconforto, come quello che l'ha condotta ad arrivare li. Molto spesso le parole e i gesti, non esprimono i pensieri e ancora più spesso i pensieri possono alternarsi in vari momenti della giornata o della vita. Questa alterazione permette di far sembrare tutto tranquillo, mentre in altri momenti (magari quando non c'è nessuno) la sua mente viaggia verso altri lidi e i pesieri mutano drasticamente.



si ho capito.. ma cmq.. non è.. giusto..
cioè.. è come una sorella più grande per me... ha tentato il suicidio.. avrei dovuto accorgermene.

Lostrys63
00mercoledì 25 marzo 2009 20:07
L'argomento mi tocca moltissimo, un nostro amico lo ha fatto e senza appelllo, si è sparato con la pistola del padre, è successo molti anni fa, eravamo giovani, sapevamo che non stava bene, un disagio psicologico troppo grande, che alla fine l'ha schiacciato.
Tutti ci siamo sentiti in colpa, ma non ha giovato né a lui (che ormai era in un mondo migliore), né a noi che non avremmo potuto fermarlo, perchè chi decide, decide senza scampo, è triste, davvero triste....tu però elyna ora puoi abbracciarla forte e farle sentire che le vuoi bene, non ti tormentare più x l'accaduto, anche se è difficile, lo so, ma almeno puoi pensare che si può ancora fare qualcosa.
stout74
00mercoledì 25 marzo 2009 22:21
Non fartene una colpa perchè è perfettamente inutile.
In quei casi scatta qualcosa nel cervello, e non c'è ne amico ne parente che possa far qualcosa per evitarlo se non solo rimandarlo.
Poi, se si ha la fortuna di ricordarlo e raccontarlo, nella maggior parte dei casi, tutto cambia.
stout74
00mercoledì 25 marzo 2009 22:23
Non fartene una colpa perchè è perfettamente inutile.
In quei casi scatta qualcosa nel cervello, e non c'è ne amico ne parente che possa far qualcosa per evitarlo se non solo rimandarlo.
Poi, se si ha la fortuna di ricordarlo e raccontarlo, nella maggior parte dei casi, tutto cambia.
silvercloud87
00mercoledì 25 marzo 2009 23:18
Re:
stout74, 25/03/2009 22.21:

Non fartene una colpa perchè è perfettamente inutile.
In quei casi scatta qualcosa nel cervello, e non c'è ne amico ne parente che possa far qualcosa per evitarlo se non solo rimandarlo.
Poi, se si ha la fortuna di ricordarlo e raccontarlo, nella maggior parte dei casi, tutto cambia.


Completamente d'accordo. [SM=g27817]
nitroverde88
00venerdì 27 marzo 2009 17:00
Re:
stout74, 25/03/2009 22.23:

Non fartene una colpa perchè è perfettamente inutile.
In quei casi scatta qualcosa nel cervello, e non c'è ne amico ne parente che possa far qualcosa per evitarlo se non solo rimandarlo.
Poi, se si ha la fortuna di ricordarlo e raccontarlo, nella maggior parte dei casi, tutto cambia.




d'accordissimo con te|!
ronsonitalia
00venerdì 3 aprile 2009 12:03
argomento difficilissimo...
quoto stout..........

di sicuro non è colpa tua come non è colpa del mondo in generale...la colpa purtroppo è dentro di chi lo tenta o lo fà... e poi da te non volgio sentire che se non c'èra li con te un amico non avresti retto ....non è da te...

comunque allego questo articolo se puo' servire :
Chi si suicida non vuole veramente morire: vuole solo porre fine ad un dolore insopportabile. Ma quando si è disperati, non si vedono le cose in un modo obiettivo: si pensa che perché il passato è stato brutto e il presente è duro, il futuro sarà altrettanto solitario e privo di amore. Ma nella vita tutto può cambiare, non bisogna mai perdere la speranza. Chi pensa al suicidio vede nella morte la soluzione ai propri problemi, ma il suicidio non è la risposta. Riporto a questo proposito il brano di una lettera scritta da una ragazza che ha tentato più volte il suicidio, ma all'ultimo momento ha cambiato idea:

"Sono contenta di morire, ma allo stesso tempo, mi dispiace di morire", questa frase è banale ma è quello che senti in quei momenti. Una gioia euforica al pensiero di abbandonare questo dolore per andare a cercare il rimedio al di là di questa vita . E poi il dispiacere, profondo, perché sa tanto di crimine, cercare di uccidere se stessi , anche se razionalmente non lo considero un crimine. C'è qualcosa, in quei momenti, che salta da dentro sussurrando : "No, non è giusto! Questa NON è la soluzione giusta!"

Anche se stai prendendo seriamente in considerazione il suicidio, c'è una parte di te che vuole vivere. C'è una parte di te che vuole lottare e che conserva ancora una tenue speranza che le cose possano cambiare. Ed è a quella parte che mi rivolgo.

Se stai pensando al suicidio, per favore, fatti aiutare. Quello di cui tu hai bisogno non è toglierti la vita , ma condividere il tuo dolore con una persona che sappia capirti e aiutarti. Rivolgiti ad un terapeuta o, se non te la senti di farlo, ad un telefono amico ( sul sito www.telefonoamico.it troverai il recapito telefonico del telefono amico della tua città). Se in casa tieni del materiale che potrebbe servirti per toglierti la vita ( corde, barbiturici, armi, lamette, ecc..), sbarazzatene subito. Evita il più possibile di stare da solo : solitudine e disperazione si alimentano a vicenda e in un momento così delicato, hai un bisogno particolare di sentire calore e amicizia.

Scegli la vita, e vedrai che in un futuro non troppo lontano, capirai di aver fatto la scelta giusta.

Dottoressa Anna Zanon
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