00 16/10/2014 10:43
tirando le somme l'esperienza londinese non è stata molto diversa dal mio soggiorno ateniese, in questa occasione non lavoravo, ma anche a Londra non lavoravo, o meglio: facevo il portiere di notte, e siccome il mio era un non servizio in quanto lo passavo dormendo, di giorno ero libero di vagabondare, e nel farlo, indubbiamente, mi distaccavo da giorni ateniesi, dove non mi muovevo da casa, anzi da una singola stanza di un appartamento che altro non era che una fumeria. ma, in entrambi i soggiorni, la mia disposizione d'animo di sostanziale inerzia aveva finito con il prendere il sopravvento, e d'altronde - come ho più volte precisato - il significato del viaggio, per quanto mi riguarda, non è se non uno stato della mente, e precisamente uno stato allucinatorio dentro cui amo crogiolarmi lasciando che la vita mi viva.

ma voi, che mi leggete, non fate come me.
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)