Ma gli hai visto i piedi neri e congelati in cancrena?
Simon
Il recupero con gli elicotteri è rinviato a domani a causa del maltempo sul K2
L'alpinista ha dolori ai piedi per un principio di congelamento. Sarà curato a Padova
Confortola è al campo base
"Sono contento di essere vivo"
"Sono salvo grazie alla mia esperienza e all'altruismo"
Confortola è al campo base "Sono contento di essere vivo"
L'alpinista Marco Confortola
ISLAMABAD - Marco Confortola è definitivamente salvo: è arrivato al campo base del K2. "Sono contento di essere vivo, mi rendo conto che sono morti tutti e siamo rimasti solo in tre". Sono state le sue prime parole ad Agostino Da Polenza, coordinatore dei soccorsi in collegamento dall'Italia. Confortola è riuscito a raggiungere quota 5.000 scortato da un gruppo di alpinisti. Accusa un forte dolore agli arti inferiori ma, nonostante questo, non ha perso quella determinazione che gli ha consentito, unico tra i sopravvissuti della spedizione, di concludere la discesa dalla vetta al campo base. Dopo i primi soccorsi nella tenda medica attrezzata, passerà un'altra notte sul K2, probabilmente l'ultima: il recupero in elicottero, rinviato per via del maltempo, è previsto per domani. Prima verrà trasferito all'ospedale di Skardu e poi, una volta in Italia, sarà curato a Padova.
La discesa dal campo base avanzato a 5.400 metri si è svolta lentamente a causa dei problemi ai piedi, che hanno costretto gli altri alpinisti a trasportarlo in barella per alcuni tratti. "Voglio togliere le scarpe, perché ho davvero molto male", è stata una delle prime esigenze dello scalatore, che non ha perso l'entusiasmo: "Sono veramente contento di aver raggiunto la vetta del K2, è quello che abbiamo sempre sognato, Agostino", ha detto durante la telefonata.
Poi, in un'intervista a Sky, ha fatto un primo bilancio di questa tragica vicenda sul K2. "Sono salvo grazie alla mia esperienza", ha osservato. "Ho sentito un boato, poi è arrivata la valanga", ha ricordato, senza dimenticare di citare "l'altruismo, che è fondamentale in montagna, e anche nella vita".
In mattinata lo scalatore valtellinese era arrivato a quota 5.400, dove gli elicotteri avrebbero dovuto prelevarlo. Ma il maltempo aveva fermato i mezzi di soccorso e lo aveva costretto a scendere a piedi altri 300 metri. Insieme a lui, tre portatori, l'alpinista americano George Djmorescu, il medico statunitense Eric Meier e il compagno di spedizione Mario Panzeri, che lo aveva raggiunto al campo base avanzato.
All'alba Confortola aveva lasciato il campo 1, dove era arrivato ieri. "Siamo giù, tutto bene, ma i piedi mi preoccupano, fate arrivare l'elicottero", aveva detto a Da Polenza. Invece la pioggia battente aveva convinto i soccorritori a evitare l'invio dei mezzi.
Una volta in Italia, Confortola sarà curato a Padova per i congelamenti riportati nelle notti all'addiaccio sul K2. A visitarlo sarà il professor Gianfranco Picchi, chirurgo dell'ateneo padovano che da molti anni si occupa degli alpinisti. "Per ora non si possono fare previsioni - ha spiegato Picchi - in quanto bisogna vedere quali lesioni ha riportato e soprattutto di quale grado. Per fare una prognosi corretta occorrerà attendere qualche settimana, prima non è possibile per questo genere di ferite".
(5 agosto 2008)