00 08/11/2008 22:57
A Torino è di scena l'avanguardia
TORINO - Benvenuta Malinconia. Quell'aura di romantica depressione che corrode l'animo riducendolo ad un concentrato di inquieta energia. Una condizione umorale tipica del terzo millennio, sempre sull'orlo della trasformazione e dell'irrequietezza, che sembra amabilmente instillata sotto l'influsso cosmico di Saturno, l'astro della malinconia per eccellenza, con le sue lune astronomicamente diverse, regolate da una natura instabile e in divenire. Incredibilmente, questa piccola grande lezione di astro-filosofia sta alla base di T2, la seconda edizione della Triennale d'arte contemporanea di Torino che sfodera un titolo sfizioso come "50 Lune di Saturno" sotto la cura dello svedese Daniel Birnbaum, già direttore della sezione di arti visive della 53esima Biennale di Venezia, e che si articola dal 6 novembre al 1 febbraio in tre sedi con altrettanti eventi espositivi.

Il Castello di Rivoli che accoglie il portentoso danese Olafur Eliasson, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che propone il controverso sino-americano Paul Chan, entrambi, come avverte il curatore, impegnati in una ricerca visionaria ai confini della percezione in un'audace speculazione della natura, e la palazzina della Società promotrice delle Belle Arti che raccoglie la supercollettiva di quarantotto artisti provenienti da tutto il mondo e attivi in ogni campo dell'espressione artistica a presentare lavori nati sotto il segno della trasformazione continua, dell'ambivalenza, della sperimentazione, della sfida sensoriale, temperamenti forti, caustici, selvatici e ribelli, lontani da uno spirito introspettivo e apolitico, seppur fortemente evocativi di quell'aura di malinconia.

"L'animo saturnino è cupo e depresso - dice Birnbaum - e tuttavia ispirato e radioso; passivo ed essenzialmente negativo, e tuttavia, talvolta, ribelle e magnificamente produttivo. La tradizione lo considera il temperamento proprio dell'artista, ma la malinconia è un concetto ambivalente e spaesante, e ci dà la sensazione che, nonostante tutto, un cambiamento radicale sia possibile". "T2", dunque, sfodera una costellazione di autori fascinosi e sentimentali, che manipolano ogni possibile supporto mediatico, con un pizzico di nostalgia e una buona dose di inquietudine. Nella rassegna collettiva, sono nati tutti tra gli anni Sessanta e i primi anni Ottanta e testimoniano una nuova geografia della ricerca attuale sul filo rosso di un sentimento rivoluzionario e radicale. Tredici sono italiani, dal giovanissimo Alberto Tadiello, classe '83, che orchestra circuiti elettro-rumoristici sulle pareti, a Lara Favaretto, virtuosa di installazioni meccaniche, da Rosa Barba, che usa il video per elogiare il senso della lentezza a Valerio Carruba che ricorre alla pittura per vivisezionare metaforicamente gli spasmi del nostro tempo. E ancora, Diego Perrone, Giulia Piscitelli che analizzano idiosincrasie della società con narrazioni intime e giocose in video. Dal resto del mondo, spicca la tedesca Ulla von Brandenburg che allestisce un concentrato di scenografia teatrale quasi ad evocare suggestioni da primo Novecento, Akram Zaatari dal Libano, Ceal Floyer dal Pakistan, l'americano Wade Guyton e Haegue Yang da Seoul.

Al Castello di Rivoli sbarca il geniale Olafur Eliasson, maestro di installazione ambientali immersive che emulano, nel bene e nel male, ma soprattutto nella pura spettacolarizzazione, i fenomeni naturali. Il bello è che per orchestrare le sue sinfonie ricorre a materiali come l'acqua, la luce, la pressione e la temperatura. Stregò il mondo, nel 2004, con il sole artificiale di mezzanotte del suo Weather Project con cui invadeva la Turbine Hall della Tate Modern di Londra, e la primavera scorsa ha bissato il traguardo di un'impresa immaginifica costruendo cascate d'acqua dai ponti di New York. E mentre al San Francisco Museum of Modern Art una grande retrospettiva, inaugurata a settembre, celebra il suo lavoro, a Torino porta un'installazione luminosa dal titolo "The Sun Has No Money" tutta da godere con lo stesso animo del "viandante" di Friedrich che al cospetto della grandiosità della natura scopre la vertigine del sublime. Eliasson, che parte dal principio che la natura coincide con il modo di guardarla dell'uomo, si diletta a creare geyser, arcobaleni, fenomeni luministici e ottici per esprimere tutta la complessa bellezza della natura all'occhio dello spettatore. Dalla parte della natura, ma con sofisticati progetti "artificiali", frutto della collaborazione di architetti internazionali, qui a Torino offre la spaesante esperienza multisensoriale per riflettere sull'identità dell'oggetto.

Dall'eterea magnificenza della natura, allo shock delle immagini esistenziali e provocatorie sul filo di un erotismo grottesco di Paul Chan. Dal video, all'animazione, all'installazione luminosa, al disegno, pittura e collage, c'è tutto un immaginario visivo forte e edulcorato, che semina citazioni affilate dalla letteratura dell'Assurdo al neorealismo, da Beckett a Pasolini, dall'arte del Cinquecento alla pornografia giapponese. Paul Chan, nato ad Hong Kong, classe '73, ma newyorkese d'adozione, sembra quasi lo Hyronimous Bosch del terzo millennio, costruendo coreografie di figurine a tratti mostruose colte nella sregolatezza di atteggiamenti rituali, dove il sesso diventa una macabra danza di caos e malcostume, in una sorta di "Centoventi giornate di Sodoma", ispirata più da Pasolini che dal marchese De Sade. Di Chan è noto anche il suo attivismo, è un militante di Voices in the Wilderness, collettivo candidato al premio Nobel per la Pace, per la campagna contro la guerra e l'occupazione in Iraq. In occasione del congresso nazionale repubblicano ha disegnato e distribuito "The People's Guide to the Repubblican National Convention, una dettagliata mappa turistica di New York che illustrava ai manifestanti come localizzare le delegazioni e i membri partecipanti alla manifestazione.

Notizie utili - "T2. Triennale d'arte Contemporanea. 50 Lune di Saturno", dal 6 novembre al 1 febbraio a Torino.

Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli. Orari: martedì-giovedì 10-17, venerdì-domenica 10-21.
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Via Modane 16. Orari: martedì-domenica 12-20, giovedì 12-23.
Palazzina della Società della Promotrice delle Belle Arti, Via Diego Balsamo Crivelli, 11. Torino. Orari: martedì-domenica 10-19.

Ingresso: unico €15.
Informazioni: 0119565246, www.torinotriennale.it