00 15/11/2008 15:26
racconto
La betulla che rischiava di cadere (da un racconto tartaro)

C'era una volta un vagabondo che veniva accolto benevolmente in tutti i villaggi, poiche' era astuto e allegro e raccontava storie originali. Un giorno, mentre sostava in un piccolo villaggio di contadini, gli venne spiegato che le case, le praterie, i campi, le mucche, i cavalli e persino la gente appartenevano a un ricco proprietario. Questo signore si considerava un uomo molto intelligente e guardava con altezzosita' i contadini che riteneva degli imbecilli. Quelli, non volendo avere fastidi, lo lasciavano fare. Ma il vagabondo si divertiva con quelle persone e decise di mettere in ridicolo il signore borioso. Rimase al villaggio e comincio' a lavorare come pastore. Ogni mattina, conduceva il gregge al pascolo; il terzo giorno, vide da lontano avvicinarsi il signore. Ando' subito ad appoggiarsi al tronco di una vecchia betulla contorta che cresceva li' vicino. Si inarco' tendendo le gambe e ansimando, come per uno sforzo violento. Quando gli fu accanto, il signore lo apostrofo': "Ehi, pastore! Non sai che bisogna salutare il proprio signore?" "Vi auguro buona giornata" rispose il pastore affaticato, senza spostarsi. "Ah, tu sei il nuovo pastore! - continuo' il signore - Al villaggio si racconta che sei molto scaltro! Vorrei vedere se e' vero." "Sono solo dicerie - rispose il pastore - Sono semplicemente un povero vagabondo senza istruzione." "Certo non hai un'aria molto furba! - riprese il signore ridendo - Scommetto che non riusciresti mai ad ingannarmi. Ascolta: se riesci a raggirarmi avrai uno scudo d'oro, altrimenti un sacco di bastonate. "Come potrei osare di competere con voi, nobile signore? - rispose il pastore - E poi mi e' proprio impossibile al momento: ho lasciato tutta la mia astuzia nella mia borsa, che ho poggiato sotto la mangiatoia, nella stalla". "Cosi' avresti lasciato la tua intelligenza dalle mucche! - esclamo' il signore - Esigo che accetti questa scommessa! Vai subito a cercare la tua borsa! " "Non posso muovermi - rispose il pastore - Non sono solo incaricato di custodire le pecore, ma devo anche sostenere questa betulla che rischia di cadere." "Mi devi obbedienza!" grido' il signore. "Oh, non oserei mai disubbidirvi! Ma ho anche un dovere verso gli abitanti del villaggio che mi hanno assunto. Del resto, anche questa betulla vi appartiene: cosa direste se la lasciassi cadere? Non posso allontanarmi, a meno che voi la sosteniate al mio posto fino al mio ritorno!" "Va bene! - disse il signore - prendero' il tuo posto, ma sbrigati a tornare!" Con molte precauzioni, il pastore lascio' il suo posto al signore. "Attenzione! - raccomando' - Dovete sostenerla con tutte le vostre forze, altrimenti cadra'! Ritornero' il prima possibile." Prima di partire, esito' un momento e aggiunse: "Il sindaco del villaggio si arrabbiera' se abbandono il gregge. Signore, abbiate la bonta' di darmi il vostro cappello: sara' la prova che eseguo i vostri ordini." Il signore gli died e il cappello e i pastore se ne ando'. Passo' molto tempo: il signore cominciava a sentire le gambe che gli tremavano per lo sforzo e il sudore che gli rigava il volto. Dopo un bel po', vide arrivare un gruppo di persone, ma il pastore non c'era. Il signore interpello' il sindaco: "Imbecille! Perche' sei venuto qui? Non hai pensato che avessi inviato io il pastore? A proposito, dove e' scomparso? Non ne posso piu'!" Il sindaco rispose con molta gentilezza: "Signore, il pastore e' partito; vi manda il vostro cappello. Mi ha chiesto uno scudo d'oro, dicendomi che mi avreste rimborsato. Ha detto che gli avreste dovuto dare uno scudo d'oro se avesse vinto la scommessa." "Ma deve vincere prima - grido' il signore - non abbiamo ancora cominciato! Adesso, uno di voi dovra' prendere il mio posto per sostenere questa dannata betulla e in fretta!" "Ma potete tranquillamente lasciare la betulla" disse il sindaco. Allora il signore comprese di essere stato raggirato; senza dire una paro la prese il suo cappello e si allontano' furente di rabbia. Alle sue spalle, risuonarono un mucchio di risate e il sindaco disse: "Non ridete cosi' forte, o farete cadere la betulla!"