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LAMENTO

Giovinetto da cristallina bocca
il tuo aureo sguardo calò nella valle;
onda boschiva rossa e smorta
nella nera ora serale.
Così profonde ferite la sera inferisce!

Angoscia! della morte inquieto sogno,
morta fossa già apprestata
appare da albero e animale l'anno;
spoglio terreno e zolla di campo,
chiama il pastore il timoroso gregge.

Sorella, i tuoi azzurri cigli
accennano lievi nella notte.
Organo sospira e inferno ride
e uno sgomento afferra il cuore;
stelle e angelo vorrebbe guardare.

Una madre per il suo bimbo teme;
rosso rimbomba nella miniera il metallo,
libidine, lacrime, petroso dolore,
dei titani le oscure saghe.
Tristezza! solitarie lamentano l'aquile.
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Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros