00 18/12/2010 09:47
Terzo Spunto

il passo è il ritmo esteriore o prosodìa. quando scrissi la prima parte di Tago Mago mi servii di tutti i luoghi comuni del crepuscolarismo (organi di barberìa, luci fioche, suore di carità, dolcetti inargentati, bambini malati). perchè io, uscendo dall'ospedale, accingendomi a scrivere ciò che avevo concepito durante lunghe notti insonni, ero davvero come un bambino malato.
ecco perché quando sottoposi qualche estratto del libro a Marco lui mi scrisse (all'epoca si usavano ancora le missive) che ciò che gli avevo inviato era uno squarcio aperto su un passato remoto.
non seppi se il senso di Marco fosse più o meno denigratorio, ma sapevo che era proprio così, che la cosa era voluta.
inoltre credevo fermamente nel mio scritto, perché il passo che avevo ottenuto era esattamente ciò che mi ero proposto, e il ritmo interiore, quello dell'anima, vi si riconosceva pienamente.
ma questo fatto non ha nulla di identificatorio. e molte approssimazioni sulle reali intenzioni degli autori nascono da questo equivoco ricorrente. nel mio caso io non ero un bambino malato d'etisia, ma ero come un bambino malato di etisia. il che non è la stessa cosa.
ed è per questo che quando nemmeno 2 anni dopo finii nei guai per una certa storia, quando bruciai la seconda parte di Tago Mago, quando mi caricai della pesante immobilità di mia madre e letteralmente fuggii dagli amici, dagli pseudo amici e perfino dagli affetti più cari e insomma quando la sequenza di questi fatti si impressero nelle anime stupite di chi pensava di conoscermi - costoro, abbozzando un sorriso, smarrirono la cognizione di Guido M., il presunto bambino malato.
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