00 10/01/2011 11:18
Quarto spunto

la verità di una prosa è la sua essenzialità. quando le mie prose attingono a questa qualità le sento davvero mie.
solo che raramente mi sento essenziale.
Ode a Damo e altri viaggi la considero la cosa migliore che ho scritto perché la sua essenzialità non si perde tra le pagine.
lo stile di uno scritto è coerente quando rimane e non scompare.

mio fratello (parlo spesso di lui perché anche se sembra strano è stato lui il mio critico più severo e lo sarebbe tuttora se non avessimo interrotto i nostri contatti) ha sempre sostenuto che la mia sfiga è possedere uno stile senza la capacità raziocinante di spenderlo bene.
in teoria ha ragione, ma va anche detto che senza la mia avventatezza non mi sarei preso la briga di credere di essere stato un musicista e di essere adesso uno scrittore.

in questo momento sono incazzato con me stesso. i motivi è meglio non dirli, ma resta il fatto che in mano non mi rimane che un nulla affettivo che, spesse volte la notte, mi tortura.
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