I vacui amici del tiglio - Spazio libero

puttane

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    paper.
    Post: 3.185
    Sesso: Maschile
    00 28/01/2011 17:43

    tutte le volte che sono andato a puttane avevo un amore da dimenticare. istintivamente ero portato ad annegare il dolore del distacco con le immersioni nella carne, cosa di cui provavo vergogna ma che, con la vecchiezza [SM=g1846138] , ho rivalutato nel senso dell'autoassoluzione. in fondo che cos'è l'amore per una donna se non la concupiscienza del suo corpo?
    ma lasciando da parte ogni digressione filosofica devo dire che i miei amori venali hanno lasciato nella mia anima un'eco purpurea e eccitante: il suono torbido e affondante della fregola.
    come quella volta in via Ferrarese. oh, ricordo ancora quel corpo! mi venne ad aprire una tipa sulla quarantina ammantata di una scialba vestaglia azzurrina, un viso comune, i capelli tinti grossolanamente e tirati all'indietro come fosse appena uscita dalla doccia - ma quando calò l'indumento nell'atto di riversarsi sul letto ne emersse un corpo giunonico, ambrato, pieno e perfetto, ma nello stesso tempo lascivo. un corpo che non chiedeva di essere soltanto contemplato, ma preso, rivoltato, mangiato. e il sesso rosa, occhieggiante sotto il folto del pube, ne costituiva il richiamo.
    eppure non mi sentii pronto, e la cosa non mi sorprese, poichè non si trattava della prima volta.
    lei notò questo mio imbarazzo, e non se ne sorprese di certo perché la sua carriera diciamo professionale di situazioni simili gliene aveva certamente poste di fronte parecchie, per cui cominciò, con estrema disinvoltura (una disinvoltura che la sapeva lunga e che la manteneva su un piano di indubbia superiorità) a farmi domande tutte incentrate sul lato sentimentale, arrivando facilmente a comprendere il motivo per cui ero andato a cercarmi il sollazzo del sesso dietro compenso.
    "eh sì " ricordo che disse con estrema saggezza "tutte pecorelle smarrite le donne prima di essere scopate per bene."
    dal canto mio farfugliai qualcosa di vago. infatti dentro di me era in corso una vero battaglia in ispirito. mi sarei morsicato la lingua, non avrei dovuto confidarle le mie pene d'amore, e non avrei dovuto non perché me ne vergognassi (figurarsi, con una di quelle!) ma perché aver dato la stura alle recriminazioni del sentimento sapevo, sentivo che mi avrebbe inibito il piacere, trasferendo me e il mio corpo su un piano "letterario" che non volevo, che respingevo, soprattutto adesso.
    e così, nonostante la magnifica vagina lustra e sottomessa, cosce morbide che assecondavano ogni movimento dell'atto attutendone la veemenza e accompagnandolo dove era giusto e logico andasse a riversarsi, nonostante lombi torniti che ti invitavano a farti strada verso l'umidore dell'ano e tu sì, tu chiedevi al suo corpo di inclinarsi ancora, di non fermarsi e lei ti ubbidiva, Dio mio ti ubbidiva! - no. tu non godesti. tu non trovasti alcun sollievo se non postumo. se non ripensando a quel corpo e nel ripensare ad esso comprendere di averlo - comunque fosse andata - amato.
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    francesca.38
    Post: 2.804
    Sesso: Femminile
    00 29/01/2011 14:54
    punto di vista originale
    e testo ben scritto
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    paper.
    Post: 3.185
    Sesso: Maschile
    00 29/01/2011 20:47
    grazie amore mio
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