poesia

un'amica. si è spogliata pensando di sedurmi. mangiamo ciò che troviamo poi ecco che ci raggiunge il mio amico Aldo con le sue classiche esose richieste e le ancore più classiche prospettive spericolate.
"perché devi sapere caro mio che a Genova cio ho lasciato il cuore nonché un discreto patrimonio ma l'agenzia andava bene. era un bordello per finocchi ma io lo facevo figurare per un' agenzia matrimionale molto prima che internet uccidesse il mercato. ma poi scoprii la mia propria omosessualità e mi innamorai di quel ragazzo che tu sai e porca m. e porco d. e tu sai che i santi non mi sono stati mai propizi. sì, insomma nacqui sotto una cattiva stella. ma adesso devi sapere che quel lavoretto universitario mi rende molto ma avrei bisogno di sovvenzioni perché senza di queste non posso fare una buona figura nelle segreterie degli atenei e così le mie truffe non sarebbero più articolate, messe in opera e conchiuse. e poi non si lavora bene senza un nutrimento adeguato e insomma sono stanco dei cibi in scatola e del vino scadente"
gli rispondo che casca male e che davvero qui si tratta di cercare di tirare avanti, ecco quanto e in tutta semplicità e che tutt'al più sono disposto a fargli l'obolo di una copia autografata del curatore di tutte le poesie del momento futurista di Corrado Govoni.
Aldo il poeta. il bugiardo.
la sera è tutto bello. la notte passano i treni. rifletto ancora. verso il mattimo, completamente ubriachi (io, lei, Aldo) il poeta declama dei versi:

Tu fosti uomo: t'hanno fatto Dio
L'illusione dileguò: su noi
balena fra le tenebre l'inganno.

ci si addormenta. infine. la gente va e noi restiamo. ho sempre guardato con curiosità il lavoro degli altri, le loro faccende cretine.
partire. ma è possibile partire senza la pianificazione di un ritorno? cazzo sì che è possibile.
ho amato intensamente 2 donne. erano bionde, alte e snelle ma adesso non le amo più.
divorziato 2 volte, molte fughe, pochi timori.
thanks.