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EPIFANIA
E’ il giorno dell’Epifania. Alle quattro del pomeriggio vado a prendere Dario. Indossa rapidamente il suo giubbotto vecchio, piccolo e stretto. Mi spiega che quello nuovo è in lavanderia. Il giorno prima eravamo stati a lungo sotto casa mia a spalare la neve, a pulire le scale, i marciapiedi, le auto, a togliere e ad ammucchiare i rami caduti. Dario è un grande lavoratore, energico. Non si stanca mai. Non è la prima volta che vede la neve. Ho una sua foto di qualche anno fa accanto ad un pupazzo che aveva costruito assieme alla madre.
Quando entriamo in casa mettiamo i giubbotti e le berrette di lana ad asciugare vicino al termosifone. Ci sediamo di fronte al camino acceso. . E’ felice, non se lo aspettava. E’ felice non tanto perché riceverà un regalo, ma perché ciò dimostra che io ho pensato a lui. Lo apre. E’ un cd con un libro: “Acquarello” di Toquinho, illustrato da Altan. Accende lo stereo, lo vuole ascoltare subito. Ascoltiamo la canzone e la cantiamo insieme, più volte. E’ molto contento. Per farmi un complimento dice: . O forse lo pensa veramente. L’amore ingigantisce i pregi delle persone.
Mi siedo in poltrona. Si siede accanto a me. Mi prende la mano, la stringe e la bacia delicatamente sul dorso, poi mi abbraccia forte. Non si stacca più. Lo accarezzo, lo coccolo. Gli dico che gli voglio bene, che sarò sempre accanto a lui.
Mi preparo un tè. Malauguratamente lo rovescio sull’antico tavolo di legno di mia madre, che si arrabbia. Dario mi difende e la sgrida subito: come si fa a dare più importanza ad un tavolo di legno che a me? Dario mi difende sempre, da tutti. Mi racconta che il nonno materno aveva parlato male di me domenica scorsa e che lui si era arrabbiato. Fa sempre così. A volte ha rischiato anche di venire alle mani con adulti che avevano detto parole su di me che non gli erano piaciute. Allo stesso modo difende sua sorella. Dario è la voce degli indifesi, perché anch’io sono indifeso agli occhi suoi nella mia totale mancanza di aggressività. Dario non sa ancora che questa caratteristica è in realtà uno dei miei grandi punti di forza.
Oggi Dario è veramente felice. Non parla mai della Befana. Penso che non ci creda già più. Per lui la festa è stare assieme. Ceniamo, poi, prima di accompagnarlo a casa, facciamo un lungo giro in auto a guardare la città innevata. Quando sale le scale ed entra sa che non mi fermerò con lui a dormire. Non me lo domanda nemmeno, come invece aveva fatto altre volte. E’ felice, è felice così.
Torno a casa. Non ho voglia di andare subito a dormire. Prendo la macchina fotografica ed esco a piedi. Vado a fotografare la città che dorme sotto la neve. Le strade, gli alberi, i parchi. Non c’è nessuno in giro. Solo un padre felice in mezzo ai fiocchi leggeri.
"é melhor ser alegre que ser triste / alegria é a melhor coisa que existe..." (samba da bençao) |
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bellissimo
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet) |
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|Denilson|, 17/01/2010 0.51:
EPIFANIA
E’ il giorno dell’Epifania. Alle quattro del pomeriggio vado a prendere Dario. Indossa rapidamente il suo giubbotto vecchio, piccolo e stretto. Mi spiega che quello nuovo è in lavanderia. Il giorno prima eravamo stati a lungo sotto casa mia a spalare la neve, a pulire le scale, i marciapiedi, le auto, a togliere e ad ammucchiare i rami caduti. Dario è un grande lavoratore, energico. Non si stanca mai. Non è la prima volta che vede la neve. Ho una sua foto di qualche anno fa accanto ad un pupazzo che aveva costruito assieme alla madre.
Quando entriamo in casa mettiamo i giubbotti e le berrette di lana ad asciugare vicino al termosifone. Ci sediamo di fronte al camino acceso. . E’ felice, non se lo aspettava. E’ felice non tanto perché riceverà un regalo, ma perché ciò dimostra che io ho pensato a lui. Lo apre. E’ un cd con un libro: “Acquarello” di Toquinho, illustrato da Altan. Accende lo stereo, lo vuole ascoltare subito. Ascoltiamo la canzone e la cantiamo insieme, più volte. E’ molto contento. Per farmi un complimento dice: . O forse lo pensa veramente. L’amore ingigantisce i pregi delle persone.
Mi siedo in poltrona. Si siede accanto a me. Mi prende la mano, la stringe e la bacia delicatamente sul dorso, poi mi abbraccia forte. Non si stacca più. Lo accarezzo, lo coccolo. Gli dico che gli voglio bene, che sarò sempre accanto a lui.
Mi preparo un tè. Malauguratamente lo rovescio sull’antico tavolo di legno di mia madre, che si arrabbia. Dario mi difende e la sgrida subito: come si fa a dare più importanza ad un tavolo di legno che a me? Dario mi difende sempre, da tutti. Mi racconta che il nonno materno aveva parlato male di me domenica scorsa e che lui si era arrabbiato. Fa sempre così. A volte ha rischiato anche di venire alle mani con adulti che avevano detto parole su di me che non gli erano piaciute. Allo stesso modo difende sua sorella. Dario è la voce degli indifesi, perché anch’io sono indifeso agli occhi suoi nella mia totale mancanza di aggressività. Dario non sa ancora che questa caratteristica è in realtà uno dei miei grandi punti di forza. Oggi Dario è veramente felice. Non parla mai della Befana. Penso che non ci creda già più. Per lui la festa è stare assieme. Ceniamo, poi, prima di accompagnarlo a casa, facciamo un lungo giro in auto a guardare la città innevata. Quando sale le scale ed entra sa che non mi fermerò con lui a dormire. Non me lo domanda nemmeno, come invece aveva fatto altre volte. E’ felice, è felice così.
Torno a casa. Non ho voglia di andare subito a dormire. Prendo la macchina fotografica ed esco a piedi. Vado a fotografare la città che dorme sotto la neve. Le strade, gli alberi, i parchi. Non c’è nessuno in giro. Solo un padre felice in mezzo ai fiocchi leggeri.
Denilson, sei un grande. Non smettere di scrivere, anzi impegnati ancora di più. Great, great, great!
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet) |
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Grazie Paper, sono contento di avere scritto questo racconto breve. Credo sia una delle mie cose migliori. Forse sono sulla strada buona.
"é melhor ser alegre que ser triste / alegria é a melhor coisa que existe..." (samba da bençao) |
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