ho abitato Venezia (per lo più in Calle Gozzi) a più riprese ma mai per più di 2 o 3 settimame consecutive perché Venezia mi stanca parecchio e mi fa bere altrettanto. adesso medito di ritornarci e se il mio giro di amici me lo consentirà vorrei provare a soffermarvici per un periodo di discreta durata improntato alla riflessione e alla sobrietà
è strano come il reale si avvicini pericolosamente alla letteratura. e dico pericolosamente perché quando è dato cogliere tale corrispondenza allora vuol dire che i canoni del sogno, modificati secondo quelli crudi del reale, spesso e volentieri assumono le sembianze dell'incubo. ciò che sabato scorso è accaduto sulla piattaforma del primo binario della stazione di Bologna, quell'ammazzamento per motivi passionali e di frustrazione mentre la gente arrivava e partiva, mi riporta a un vecchio scritto nel quale narravo la frustrazione però e per fortuna tutta interiore che il protagonista pativa nel momento in cui, proprio accanto a quello stesso primo binario della stazione di Bologna, si rendeva conto che la sua ex ragazza non era più sola, che il suo amore ne sortiva irreparabilmente sconfitto - e poi un altro dettaglio: il protagonista stringeva nervosamente una rivista musicale, l'assassino di sabato scorso un giornale all'interno del quale nascondeva un coltello
ho bisogno di essere amato. è vero: talvolta mi trasformo in narciso, ma a differenza del Narciso dei greci non respingo tutti i miei pretendenti, anzi fondamentalmente non ne respingo nessuno. eppure il bisogno di essere amato resta -
for me - inestinguibile
buona giornata
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)