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Ok, allora il problema non è mio che mi sono spiegata benissimo, ma di quello che non ha capito na mazza!!!
Grazie ragazzi. |
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chiaralapazza, 18/02/2009 16.34:
Ok, allora il problema non è mio che mi sono spiegata benissimo, ma di quello che non ha capito na mazza!!!
Grazie ragazzi.
Leopardi diceva che per leggere una composizione di qualsiasi tipo occorreva applicarsi. se ci si applica un minimo non si fraintende
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet) |
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brava chiarina. non mi vengono in mente correzioni da fare. qualche rifinitura non guasta mai, ma è scritto bene. prosegui, si può sviluppare. l'ho letto con attenzione: mi sembra la cosa migliore che tu abbia scritto.
appena ho tempo (e la necessaria concentrazione) leggo l'altro tuo scritto.
"é melhor ser alegre que ser triste / alegria é a melhor coisa que existe..." (samba da bençao) |
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|Denilson|, 22/02/2009 16.10:
brava chiarina. non mi vengono in mente correzioni da fare. qualche rifinitura non guasta mai, ma è scritto bene. prosegui, si può sviluppare. l'ho letto con attenzione: mi sembra la cosa migliore che tu abbia scritto.
appena ho tempo (e la necessaria concentrazione) leggo l'altro tuo scritto.
Bene, bene, bene!!!
Grazie Paoletto, attendo anche il commento per l'altra. |
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| | | OFFLINE | Post: 2.561 | Sesso: Femminile | |
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Qualche ulteriore piccola correzione. Hai bussato alla mia porta così prepotentemente, che avevo paura la sfondassi. Ho dovuto aprire e di nuovo quell’immagine, così lacerante, si è materializzata ai miei occhi: eri tu, inzuppato, fradicio. Fuori pioveva; il cielo piangeva le lacrime che avrei versato a breve, come se sapesse ciò che doveva accadere. Passato e presente erano davanti al mio corpo che voleva rifiutarti, ma che non ha saputo resistere al tuo richiamo. Eri venuto e non sapevi nemmeno tu il motivo. Forse per l’ultimo saluto, per l’ultimo incontro. Forse per l’unico addio.
Mi hai preso il braccio portandomi a te, io ho desistito e d’improvviso ci siamo ritrovati nudi sul divano. I vestiti strappati di dosso come se prendessero fuoco. Avrei voluto gettarti al vento, guardandoti andare via, come se fossi un’esile piuma che scompare lenta nell’aria, lasciandosi trasportare dalle correnti, la mia corrente; ma non riuscivo a fare a meno di te, del tuo profumo, della tua aria, del tuo respiro. La mia bocca ti cercava, affamata di quella carne che conosceva bene. Movimenti lenti, sincroni. Energie che si incontravano ed esplodevano scintillanti. Questa era la nostra istantanea. Questi eravamo noi.
Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche se solo per una volta, avevi posseduto il corpo di un altro uomo. Non potevo sopportarlo, ma non potevo fare a meno di te.
Quell’immagine del tuo corpo sul suo, quegli occhi vogliosi del suo amore erano la realtà, che ancora tu faticavi ad accettare e che io non potevo tollerare. Combattere contro l’impossibile sarebbe stata una follia. Forse era meglio accettare questa cruda oggettività piuttosto di perderti. Avrei combattuto per tutta una vita contro l’incertezza di essere lasciata per qualcosa che non mi apparteneva, e questo mi sconvolgeva. Nessuna rivalità, nessuna competizione, nessun gioco di seduzione ti avrebbe riportato da me, se solo tu nel tempo avessi capito come davvero volevi vivere. Ma la voglia di te prevaricava su tutto, e io, lentamente ma inesorabilmente, diventavo sempre più schiava d’amore.
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Re: Qualche ulteriore piccola correzione. chiaralapazza, 01/03/2009 20.18:
Hai bussato alla mia porta così prepotentemente, che avevo paura la sfondassi. Ho dovuto aprire e di nuovo quell’immagine, così lacerante, si è materializzata ai miei occhi: eri tu, inzuppato, fradicio. Fuori pioveva; il cielo piangeva le lacrime che avrei versato a breve, come se sapesse ciò che doveva accadere. Passato e presente erano davanti al mio corpo che voleva rifiutarti, ma che non ha saputo resistere al tuo richiamo. Eri venuto e non sapevi nemmeno tu il motivo. Forse per l’ultimo saluto, per l’ultimo incontro. Forse per l’unico addio.
Mi hai preso il braccio portandomi a te, io ho desistito e d’improvviso ci siamo ritrovati nudi sul divano. I vestiti strappati di dosso come se prendessero fuoco. Avrei voluto gettarti al vento, guardandoti andare via, come se fossi un’esile piuma che scompare lenta nell’aria, lasciandosi trasportare dalle correnti, la mia corrente; ma non riuscivo a fare a meno di te, del tuo profumo, della tua aria, del tuo respiro. La mia bocca ti cercava, affamata di quella carne che conosceva bene. Movimenti lenti, sincroni. Energie che si incontravano ed esplodevano scintillanti. Questa era la nostra istantanea. Questi eravamo noi.
Le tue mani sui miei seni mi facevano dimenticare che, anche se solo per una volta, avevi posseduto il corpo di un altro uomo. Non potevo sopportarlo, ma non potevo fare a meno di te.
Quell’immagine del tuo corpo sul suo, quegli occhi vogliosi del suo amore erano la realtà, che ancora tu faticavi ad accettare e che io non potevo tollerare. Combattere contro l’impossibile sarebbe stata una follia. Forse era meglio accettare questa cruda oggettività piuttosto di perderti. Avrei combattuto per tutta una vita contro l’incertezza di essere lasciata per qualcosa che non mi apparteneva, e questo mi sconvolgeva. Nessuna rivalità, nessuna competizione, nessun gioco di seduzione ti avrebbe riportato da me, se solo tu nel tempo avessi capito come davvero volevi vivere. Ma la voglia di te prevaricava su tutto, e io, lentamente ma inesorabilmente, diventavo sempre più schiava d’amore.
brava davvero
tuttavia cambierei il titolo, anche perchè la chiusa, ricalcandolo, perde un po' di pregnanza. sa un po' di ritornello di canzone.
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Re: Re: Qualche ulteriore piccola correzione. paper., 04/03/2009 15.15:
brava davvero
tuttavia cambierei il titolo, anche perchè la chiusa, ricalcandolo, perde un po' di pregnanza. sa un po' di ritornello di canzone.
E' rassegnazione, verso sentimenti che non può combattere.
Grazie Paper!I tuoi complimenti sono oro per me.
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