un tempo mi preoccupavo dell' aspetto fisico, non nel senso che curassi la mia salute, questo chiaramente no, ma mi dispiaceva terribilmente non piacere.
nell'estate del 1987 o dell'anno successivo o comunque in uno di quegli anni lì - ingrassai fino a scoppiare, gli occhi mi si erano fatti acquosi, i capelli sfibrati, la pelle brufolosa. fu una trasformazione repentina, durata l'arco di un paio di mesi, che avrebbe certamente stuzzicato la curiosità professionale di un biologo o di un metabolista...
così, quando la mia tipa decise di raggiungermi laddove (in Athens) la mia esistenza totalmente insalubre era stata capace di raggiungerne il parossismo - escogitai ogni tipo di scuse a che non venisse: non ero più presentabile, e la nostra relazione non ancora così consolidata da impedire che un semplice incontro si ammantasse ogni volta della purpurea ritualità di un convegno nuziale...
una sera dissi a Paolo, il mio ospite: non verrà. 10 minuti dopo udimmo lo scricchiolìo della ghiaia del vialetto d'ingresso: un auto, una jeep: lei.
preso dalla disperazione affondai la pesantezza del mio corpaccione nel divano letto dal quale mi alzavo soltanto per i miei bisogni, sperando che il chiaroscuro dell'enorme loggia fumosa annacquasse la crudezza che tra pochi minuti le avrei offerto, o per meglio dire inferto...
ma quell'estate scrissi come un Dio in terra, pensieri reconditi non erano mai stati così alla portata, e il concetto dell'uno parmenideo gonfiava, prima che il corpo, innanzitutto il mio essere.
l'amore, il sesso - era tutta un'altra faccenda.
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distruggiti con moderazione vecchio paper (Fet)