Le sue calze buie e nere

Inchiodata in terza fila
non diceva una parola.
Sotto i vestiti che metteva
quei vestiti che mentiva.
Lei truccava ogni cosa
"Io sono quella che non vedi"
A volte parlavamo
ma lei era una galera
lei era un mondo strano
e appoggiata alla ringhiera
"mi sento un po' puttana"
-dai raccontami qualcosa-
e mi aspettavo il sogno rosa
era normale alla sua età
l'età che lei non ha mai avuto
e invece sottovoce
mi diede la sua croce
"di notte quand'è buio
Pà attraversa il corridoio
mi entra nella stanza
dormo solo in apparenza
lui mi piange addosso,
mi sveglio con lo smalto rosso"
Una lettera mai spedita
scritta già a destinazione
forse ricorda la canzone
quella che scrivemmo insieme
la chitarra da accordare
le sue calze buie e nere
"sono strane le parole
ma il bisogno di gridare
non è mai stato commerciale.
Contale tu queste candele
soffia tu le mie candele
soffia via le mie paure
le lenzuola da cambiare
e l'odore del mio male"

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"di notte quand'è buio
Pà attraversa il corridoio
mi entra nella stanza
dormo solo in apparenza
lui mi piange addosso,
mi sveglio con lo smalto rosso"

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mi piace tantissimo questa parte


bentornato

ma ciao!!
un bacio

non mi sembra una cosa da officina, comunque un grande saluto, i miei complimenti e un ben ritrovato