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SINDROME
Si trovava davanti al lettino con ancora il cuscino tra le mani tremanti. Dentro di sé un ciclone di emozioni, tra senso di liberazione e disperazione. Marika, 31 anni, e una vita spezzata – forse tre. Ripensava alle notti trascorse in bianco, guardando dalla finestra il buio della città dormiente mentre lei era nuovamente sveglia contro la sua volontà. Quel senso di impotenza non l’aveva più abbandonata, incapace di reagire alla sensazione di paralisi di fronte ad un mondo che correva troppo rispetto al suo nuovo ruolo.
Nessuno si era accorto di quanto odio avesse covato in tutto quel tempo, di quanto avesse scavato l’ anima fino a scoppiare senza più alcun controllo. Quei pianti silenziosi nascondevano a tutti un’insana disperazione.
Udiva nuovamente quel vagito come un trapano nel cervello. Urlò così forte da procurarsi un conato di vomito che si spezzò in gola.

Così era Marika davanti al cadavere del bambino che non sentiva suo: una donna lacerata dal proprio non sentirsi madre.
Marika, con le lacrime di sangue a bagnare il suo volto.
Marika a portare un piede davanti all’altro verso il vuoto; con gesti lenti, quasi danzanti di follia.
Marika e un unico pensiero ad accompagnarla : "Addio a me stessa"
La chiamano solo sindrome post-partum.
[Modificato da chiaralapazza 06/10/2008 20:19]