Tardo autunno a Venezia
La città più non fluttua come un'esca
a captare ogni giorno che s'affacci;
ora al tuo sguardo i vitrei palazzi
dànno un suono più crudo. E dai giardini penzola
l'estate come marionette in mucchio,
a testa in giù, estenuate, uccise.
Ma dal fondo, da antichi scheletri di foreste,
una volontà sale, come se l'Ammiraglio
dovesse in una notte raddoppiare le galere
nell'Arsenale in veglia a incatramare
già la prossima brezza mattutina
con una flotta che a forza di remi
avanza e empiendo il giorno di pavesi
prende il gran vento, raggiante e fatale.
[Modificato da (F@bry) 16/11/2008 16:29]