SOBBORGO NEL VENTO ALPINO
A sera la contrada giace deserta e bruna,
l'aria da orrendo fetore percorsa.
Il rombo di un treno dall'arco di un ponte -
e passeri svolazzano sopra siepe e steccato.
Capanne rannicchiate, sentieri intricati e sparsi,
nei giardini confusione e via vai,
talvolta si gonfia un urlo da un moto oscuro,
in un gruppo di bimbi vola un abito rosso.
Sull'immondizie fischia un coro innamorato di ratti.
Donne portano in canestri interiora,
corteo nauseante di sporcizia e rogna,
sbucano esse fuor della penombra.
E un canale sputa improvviso sangue rosso
dal macello nel fiume silenzioso.
I venti colorano i radi arbusti a tinte varie
e lento avanza il rosso per il flutto.
Sussurrìo che in fosco sonno affoga.
Immagini sorgono dai fossati,
forse ricordi di una passata vita,
che con i caldi venti sale e scende.
Da nuvole emergono lucenti viali,
pieni di belle carrozze, di cavalieri arditi.
E vedi anche una nave su rocce infrangersi
e talvolta moschee color di rosa.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Martha Medeiros